Il Consiglio europeo straordinario del 23 aprile scorso ha reso evidenti (se qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi) tutti i limiti politico-diplomatici del Governo italiano. Il documento conclusivo del summit ha giustamente esordito dicendo che “la nostra priorità immediata è evitare altre morti in mare”. Giusto aver triplicato le risorse a disposizione. Ma sbagliatissimo è aver triplicato le risorse per un meccanismo che mostra limiti evidenti innanzitutto dal punto di vista concettuale e politico. 

L’Unione Europea da anni autorizza vere e proprie operazioni militari in tutto il mondo per combattere la pirateria in difesa del sacro principio di libera circolazione delle merci e di accordi internazionali miliardari. Renzi torna a casa dal vertice senza il risultato più importante: la modifica del mandato di “Triton”. Si tratta di un’operazione che non serve sostanzialmente a nulla e andrebbe smantellata per essere sostituita da una vera azione militare sulle coste della Libia. Senza annunci e senza giustificazioni. Quelle sono rese più che evidenti da una situazione di emergenza assoluta. Epocale. 

Le operazioni di salvataggio devono servire appunto a salvare delle vite. Non a recuperare cadaveri in mare. E salvare la vita a quelle migliaia di disperati significa non permettere loro di partire. E significa soprattutto che l’Unione Europea deve tirare fuori quel coraggio che da troppo tempo dimostra di non avere. Troppo generico, come spesso accade, il documento finale. Ciò significa soltanto che l’Italia non ha saputo far comprendere a tutti gli Stati europei qual è la posta in gioco e che cosa rischia il Vecchio continente se ognuno di loro non percepisce la minaccia dei confini italiani come la minaccia alla propria capitale, alla propria identità e alla propria storia. Non si tratta di erigere un muro di Berlino in Sicilia. Non si tratta di eliminare un fenomeno ineludibile come quello dell’immigrazione. Si tratta di agire tutti insieme e combattere una guerra, forse un po’ atipica, ma pur sempre una guerra, contro criminali senza scrupoli che hanno già mietuto migliaia di vittime. 

“Prendere misure sistematiche per individuare, fermare e distruggere le imbarcazioni prima che siano usate dai trafficanti”. Questo c’è scritto nelle conclusioni del vertice Ue. Ma queste non sono cose che si annunciano. Non servono più vertici, accordi e comunicati stampa. Serve un’azione militare coperta molto simile a quella compiuta vent’anni fa dal nostro Raggruppamento subacquei e incursori sulle coste dell’Albania nella quale riuscimmo a distruggere rapidamente numerosissime imbarcazioni utilizzate dagli scafisti. E per una volta, almeno per una volta (in barba alle regole non scritte della politica), per amore della vita dei migranti trattati come bestie, Renzi ci faccia il sacrosanto piacere di stare zitto e dare ai nostri militari l’ordine di partire.

Forse è venuto il momento per l’Italia di darsi un Governo di peso. Martedì potrebbe essere una data decisiva con il voto sull’Italicum.