“La Camera ha il diritto di mandarmi a casa se vuole: la fiducia serve a questo. Finché sto qui, provo a cambiare l’Italia”. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha scelto di sfidare così quanti si oppongono all’Italicum mettendoli di fronte a un aut aut. Una decisione che ha scatenato la bagarre in aula, con Forza Italia e M5S che hanno inscenato una nuova bagarre. L’ennesima prova di forza, che per Piero Sansonetti, direttore del quotidiano Il Garantista, potrebbe avere esiti imprevisti: “Mi domando se il premier si renda conto che la coppia Prodi-Letta è attivissima e sta ritornando in pista, e che Mattarella sta dalla loro parte. Se la fiducia non passa, il capo dello Stato potrebbe incaricare il Professore di formare il nuovo governo”.
Come legge questa ennesima prova di forza da parte di Renzi?
Questa è la prova decisiva, Renzi si è giocato tutto ed è convinto di vincere. Credo che abbia ottime probabilità di farcela in quanto la sinistra Pd non si opporrà. Anche perché se la sinistra Pd si oppone può saltare tutto e si può riaprire la battaglia politica in Italia. In questo momento la battaglia politica è chiusa, l’unico che ha fatto un po’ di opposizione a Renzi è stato Landini. Se stavolta la sinistra Pd dovesse arrivare allo scontro, Renzi perde e si riapre tutta la partita.
Quanto è forte il presidente del consiglio in questo momento?
Renzi, che era assolutamente privo di una rappresentanza parlamentare, sta governando l’Italia a suo piacimento. E’ entrato nell’attuale Parlamento, cacciando Letta e buttando fuori Bersani, cioè quelli che avevano vinto le elezioni. E’ riuscito in un’operazione inaudita, senza avere alcun mandato popolare, ed è il padrone dell’Italia. Il fatto che si ripetano atti di forza è normale in un Parlamento fatto in quel modo. I bersaniani sono stati ridotti a un piccolo gruppo minoritario, mentre in teoria Bersani aveva la maggioranza assoluta in Parlamento.
E’ abile Renzi o sono deboli i suoi avversari?
Renzi non sa fare delle grandi battaglie politiche, perché non ha delle idee straordinarie, ma come manovra lui non sa farlo nessuno. Adesso sta facendo passare una riforma costituzionale e una legge elettorale contro i tre leader che sono arrivati primo, secondo e terzo alle elezioni, cioè Bersani, Grillo e Berlusconi, che insieme hanno preso l’85% dei parlamentari. Uno può essere tentato di dire che quello di Renzi è un colpo di Stato incruento, oppure che è un genio della politica. In realtà sono tutte e due le cose insieme.
Il premier è davvero pronto ad andare a elezioni anticipate?
Renzi bluffa come un giocatore di poker e finge di avere in mano le elezioni anticipate, mentre nella realtà non è così. Anche perché Mattarella è pur sempre un democristiano, e per formazione ed amicizie è più vicino a Prodi e Letta che non a Renzi. Quindi non è affatto detto che in caso di crisi e di dimissioni di Renzi si andrà a elezioni anticipate.
Il fatto che il governo abbia messo la fiducia significa che non si fida della minoranza Pd?
Io propenderei per il fatto che si vuole aiutare l’opposizione interna a votare sì. A quel punto con la fiducia è costretta a votare l’Italicum , e così le sì risparmia l’umiliazione di dovere decidere da sola di arrendersi. Da questo punto di vista il voto di fiducia può essere anche un’”apertura” o comunque un compromesso.
La vicenda dell’Italicum può arrivare a mettere in discussione la leadership di Renzi?
E’ una possibilità che non escludo, anche perché i dati economici non sono più tutti negativi e ciò non aiuta Renzi. Al contrario di quello che sembra, se la crisi economica diventa meno grave, si è meno sull’ultima spiaggia e questo gioca a sfavore del presidente del consiglio.
Renzi non potrà più dire “dopo di me il diluvio”?
Non so se Renzi la consideri, ma esiste l’ipotesi “dopo di me Prodi”.
Perché proprio Prodi?
Perché la coppia Prodi-Letta è attivissima e sta ritornando in pista. Li vedo molto in movimento, e siccome non sono certo due sprovveduti se si muovono un motivo ci sarà.
Quali sono i loro piani?
Difficile dirlo, però sono tutti e due in pista. Le dimissioni di Letta dal Parlamento sono un atto di grande presenza politica, e non di ritiro. Il motivo è semplicemente che c’è la possibilità che si riaprano i giochi. E se ricomincia la battaglia politica, Prodi e Letta ci sono.
Prodi non è una figura politica troppo legata al passato?
Prodi potrebbe comunque tornare in condizioni straordinarie, nelle vesti del salvatore della patria.
Come una sorta di governo di emergenza nazionale?
Sì, un po’ come Amintore Fanfani che nel 1987, a 79 anni, fu nominato presidente del consiglio quando cadde il patto tra Craxi e De Mita. Prodi è una figura di grande prestigio, con uno spessore internazionale, e se la politica prende una certa piega potrebbe anche tornare in campo. L’obiettivo di Prodi non è tornare a fare il presidente del consiglio, chi sta combattendo questa battaglia in prima linea è Letta. Però il Professore è a disposizione di Letta, e se si crea una situazione in cui è necessario il suo ritorno in campo, Prodi è disposto a farlo.
(Pietro Vernizzi)