Con 342 sì e 15 no, la Camera ha dato il via libera anche alla terza e ultima fiducia posta dal governo sull’articolo 4 della riforma della legge elettorale. Assenti quasi tutte le opposizioni che, dopo aver disertato il voto, pensano alla possibilità di ricorrere al referendum abrogativo. “La battaglia contro l’Italicum continuerà anche dopo la sua approvazione – ha detto Danilo Toninelli del Movimento 5 Stelle – Stiamo pensando a un referendum abrogativo totale dell’Italicum” che “potrebbe interessare tutte le forze politiche e della società civile che contestano questo tentativo di accentramento del potere di Renzi”. La decisione è prevista per lunedì prossimo, quando “proveremo a far saltare la legge secondo un percorso trasparente dentro questa aula”, ha spiegato Arturo Scotto, capogruppo di Sel a Montecitorio. Nel caso in cui “la legge dovesse passare dopo questa prova di forza così inedita e significativa – ha aggiunto – dovranno essere messe in campo tutte le iniziative possibili per limitare l’impatto della legge, per via parlamentare o coinvolgendo cittadini”. Nella serata di lunedì è in programma il voto finale.



La legge elettorale supera anche il secondo scoglio alla Camera. Con 350 sì e 193 no, l’Aula ha infatti dato il via libera alla nuova fiducia posta in questo caso sull’articolo 2 della riforma della legge elettorale. Rispetto a quanto accaduto ieri con la prima fiducia (352 sì e 207 no), la maggioranza perde due voti mentre le opposizioni ne lasciano sulla strada ben 14. Dopo l’illustrazione degli emendamenti e le dichiarazioni di voto, è atteso oggi pomeriggio il voto sulla terza e ultima fiducia posta dall’esecutivo: i deputati dovranno esprimersi sull’articolo 4, mentre il voto finale sull’Italicum dovrebbe andare in scena il prossimo 4 maggio. 



Dichiarazioni di voto in corso ma nell’aula della camera dei deputati non c’è quasi nessuno, in pratica una decina di onorevoli. E’ il segno del disinteresse per un voto scontato che si ripeterà oggi due volte, la fiducia chiesta dal governo sugli articoli 2 e 4, dopo che ieri a larga maggioranza era stato votato il sì all’articolo 1. Oggi ci si aspetta medesimo risultato. L’aspettativa decisiva, come ha fatto capire Renzi ieri, è per la prossima settimana quando si terrà il voto definitivo, quello sull’approvazione o meno dell’intera legge elettorale a scrutinio segreto. Si temono infatti i cosiddetti franchi tiratori dopo che ieri ben 38 parlamentari del Pd si sono rifiutati di votare. Potrebbero essere molti di più i frondisti del Partito democratico. 



Fiducia ottenuta ieri al primo voto, ma oggi ce ne sono ancora due. Il Governo ha imposto il voto di fiducia su tre articoli della nuova legge elettorale, scatenando la rivolta delle opposizioni. Ma ieri il primo voto è passato a larga maggioranza con 352 sì e 207 no. I dissidenti del Pd, l’ala che fa capo a Bersani e Civati, non ha votato, in tutto 38 deputati. Per quanto riguarda i due voti di oggi non dovrebbero esserci particolari sorprese e dovrebbe ripetersi quanto accaduto ieri. Renzi si è dichiarato soddisfatto dell’andamento di ieri commentando su twitter: Grazie di cuore ai deputati che hanno votato la prima fiducia. La strada è ancora lunga ma questa è #lavoltabuona”. I dissidenti hanno commentato, ad esempio Bersani, che la protesta non significa voler uscire dal partito: “Io non esco dal Pd, bisogna tornare al Pd. Il gesto improprio di mettere la fiducia lo ha fatto Renzi, non io. È lui che ha fatto lo strappo” ha detto l’ex segretario del Pd. Se tutto al momento sta andando per il verso voluto dal premier però rimane l’incognita dell’ultimo voto che si terrà a scrutinio segreto la prossima settimana. In quel caso i franchi tiratori potrebbero fare la loro comparsa e mettere in crisi l’Italicum. Renzi ha già detto più volte che se la legge non viene approvata, darà le dimissioni.