“E’ una sinistra Pd ridotta a una logica di pura sopravvivenza e priva di qualsiasi prospettiva politica, con l’unica alternativa tra sparire adesso o tra tre anni”. Lo osserva Paolo Franchi, editorialista del Corriere della Sera. Ieri il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha attaccato l’ex segretario Bersani osservando che “quella di Pier Luigi è una polemica pretestuosa. Ha sbagliato i toni. E noi andiamo avanti. Bersani sbaglia perché una crisi di governo su una legge elettorale discussa, modificata e votata tre volte non la capirebbe proprio nessuno”.
Dopo l’approvazione dell’Italicum si va al voto?
Personalmente continuo a pensare di no. Non so quanto resisterà della minoranza del Pd, ma Renzi sull’Italicum può contare sui voti dei verdiniani. Al premier per il momento serve mettersi al collo una medaglia, anche in vista delle elezioni regionali. Non credo che anche in caso di divisioni forti nel Pd la prospettiva sia quella delle elezioni anticipate.
L’Italicum serve per liberarsi di Bersani?
La legge elettorale è un modo per creare una maggioranza del presidente. Andiamo verso una trasformazione tale che le vecchie dinamiche interne del Pd, inteso come fusione di Pds e Margherita, cominciano ad appartenere a un passato che si va facendo remoto. Il gruppo vasto ma frastagliato che in parlamento fa capo a Bersani è un residuo della legislatura precedente. Con una legge come l’Italicum, che garantisce una maggioranza così vasta e con il segretario che decide i parlamentari, Renzi finisce di fatto per liberarsi di Bersani.
Quali spazi di manovra ha la minoranza Dem?
Ormai ne ha molto pochi, anche perché non si sa esattamente le sue manovre a che cosa mirino e che cosa vogliano contrastare in termini sia di linea sia di futuro politico.
E’ una lotta per la sopravvivenza?
E’ una lotta per la sopravvivenza in cui l’unica alternativa è tra finire adesso o tra tre anni. Per compiere un’efficace lotta di sopravvivenza si deve pur sempre avere un minimo di prospettiva politica. Quest’ultima però da parte della minoranza Pd non c’è. Non vedo in che modo il Pd sia orientabile su un’altra linea, un’altra direzione e un’altra leadership.
Landini può dare questa prospettiva che manca?
Landini fa una cosa diversa, cioè la “coalizione sociale”. Non credo che a breve abbia in mente l’idea di fare un partitino. Per avere successo Landini dovrebbe riuscire a tenere insieme pezzi di società tra loro anche diversi: non soltanto la Fiom e una parte della Cgil, ma anche un reticolo di esperienze che pur appartenendo alla sinistra non si riconoscono nel Pd di Renzi. Stiamo comunque parlando di una forza che nel migliore dei casi può essere del 7-8%.
Siamo sicuri che gli elettori del Pd stiano tutti dalla parte di Renzi?
Viviamo in una situazione di costante restringimento dell’elettorato attivo. La realtà è che chi non si trova d’accordo con la linea di un partito non va a votare. Per ora comunque Renzi ha il vento in poppa, ma non è detto che continui così.
Quali conseguenze può avere per Renzi e il Pd il caso Pisapia?
La selezione dei sindaci per il Pd è il terreno più difficile. La vittoria di Pisapia alle Primarie era stato l’esempio più clamoroso del fatto che il Pd non riusciva a portare al voto il suo candidato. Non credo che ora si ritenterà una carta di questo tipo. Il caso Pisapia avrà un peso negativo, anche se poi guardando alla Campania emerge che il Pd di Renzi è in grado di reggere perfino a una situazione di questo tipo.
Che cosa si sta muovendo nel centrodestra?
Il centrodestra raccoglierà dei voti, e le regionali saranno un banco di prova anche da questo punto di vista. Siamo in una situazione molto paradossale, perché si è inaugurata la stagione post-berlusconiana ma con Berlusconi tuttora in sella. Al di là del discorso che sta portando avanti la Lega, la discussione e il confronto politici nel centrodestra sono abbastanza spettrali. All’’elettorato moderato del centrodestra del resto le cose che fa Renzi vanno più che bene.
Come vede il futuro della Lega?
Bisognerà vedere la forza e la durata del fenomeno Salvini, ma in una situazione in cui Marine Le Pen perde colpi può anche perderli il Carroccio. E il Nuovo Centro Destra di Alfano? Ncd è nelle condizioni di una forza “gregaria a tempo”. La stessa vicenda della sostituzione del ministro Lupi con Delrio, con Renzi che impone ad Alfano la scelta di un ministro donna per gli Affari regionali, è la condizione di chi deve trangugiare tutto sapendo che la cosa non durerà poi tanto.
(Pietro Vernizzi)