“Ciò che chiediamo è un aumento del numero dei collegi e la possibilità di apparentamento al ballottaggio. A Renzi conviene ascoltare le nostre proposte, perché raccoglierebbero il consenso anche di una parte dell’opposizione in Parlamento e quindi allargherebbero la base del consenso sull’Italicum”. Sono le parole di Gianni Cuperlo, deputato della minoranza Pd e sfidante di Matteo Renzi alle primarie del 2014. Anche se il segretario del partito ha lasciato ben poco spazio alla trattativa, in quanto in un’intervista al Messaggero ha dichiarato che “se qualcuno pensa di utilizzare una parola drammatica come scissione perché non è d’accordo su un dettaglio, non è un problema mio. Se qualcuno vuole andarsene per gravi dissensi sulla linea politica, parliamone. Ma voglio vederli andare nelle feste dell’Unità a spiegare che qualcuno se ne va perché i collegi erano 100 anziché 90 o 110”.



Cuperlo, come vi muoverete quando si voterà sull’Italicum?

Il problema è non anticipare la domanda rispetto ai tempi del dibattito. Io continuo a essere un ostinato ottimista, in quanto mi auguro che ci sia fino all’ultimo la volontà di considerare le ragioni di merito che portano alcuni di noi a esprimere delle riserve sul testo della legge. Il modo in cui voteremo dipende da quale sarà il testo che approderà al voto conclusivo dell’aula.



Quali modifiche chiedete?

Essenzialmente due. Da un lato la possibilità di ridurre il numero dei deputati di nomina diretta da parte delle segreterie di partito. Ciò va fatto non attraverso una moltiplicazione delle preferenze, perché queste ultime hanno tutte le controindicazioni che conosciamo, ma attraverso un aumento del numero dei collegi.

E la seconda richiesta?

La seconda richiesta riguarda la possibilità di prevedere l’apparentamento al turno di ballottaggio. L’obiettivo duplice è quello di favorire una maggiore partecipazione al voto e di evitare che il premio di maggioranza sia eccessivamente grande. Al momento, non essendoci la possibilità di apparentamento, è in linea teorica possibile che la forza che al primo turno prende il 25% dei voti, vinca il ballottaggio ottenendo a quel punto 30 punti percentuali di premio.



Con quali conseguenze?

E’ un fatto che non esiste in nessun’altra democrazia. La Corte costituzionale con sentenza 1/2014 sul Porcellum si era appellata al Parlamento per evitare esattamente questo pericolo.

Si aspetta che il premier accolga le vostre richieste?

Queste due richieste se accolte garantirebbero di avere una maggioranza più ampia a sostegno delle riforme, compatterebbero interamente il Pd che oggi è diviso, allargherebbero il fronte della maggioranza a sostegno della legge, forse coinvolgendo anche una parte delle forze di opposizione che si sono dichiarate contrarie.

Eppure il patto del Nazareno sembra essere definitivamente tramontato…

Appunto. Di fronte alla rottura del patto del Nazareno e quindi al fatto che Forza Italia opterà per il no, l’alternativa è votare la legge soltanto con le forze di maggioranza. La nostra posizione è molto più coerente con la volontà che abbiamo sempre dichiarato di non fare le riforme da soli ma con una maggioranza ampia e anche con il contributo di una parte delle opposizioni. Le ho risposto nel merito perché continuo a lavorare in questi giorni per fare in modo che queste proposte di modifica e di correzione siano accolte in modo da arrivare a un testo diverso.

 

In questo momento ci sono tanti emendamenti. Ne presenterete uno solo che li sintetizzi tutti?

I termini non sono scaduti, e quindi gli emendamenti saranno presentati nei prossimi giorni. Oggi la legge andrà in commissione e ci saranno delle audizioni, con tutto il tempo per presentare gli emendamenti. Il passaggio fondamentale della discussione più che in commissione di svolgerà in aula.

 

Renzi ha detto: “Se qualcuno pensa di utilizzare una parola drammatica come scissione perché non è d’accordo su un dettaglio non è un problema mio. Voglio vederli andare nelle feste dell’Unità a spiegare …”

Questo non è il momento per le esibizioni muscolari né da una parte né dall’altra. Ci sono state parole ed espressioni poco adatte sia in un senso che nell’altro. Nessuno auspica né parla di scissione. La nostra è una posizione molto convincente nel merito, ed è di questo che stiamo parlando. Poi tutto il resto, come le polemiche che lei mi accenna, francamente non mi interessano e non mi riguardano.

 

La frase del segretario Pd sembra chiudere però a qualsiasi mediazione…

Mi auguro invece che ci sia ancora il margine per un’apertura, perché c’è bisogno di riflettere seriamente. In discussione non c’è l’accordo tra la maggioranza e la minoranza del Pd, bensì la qualità della nostra democrazia e la riforma della rappresentanza politica.

 

In quest’ottica state dialogando anche con esponenti di altri partiti?

In Parlamento si dialoga con tutti. Il Parlamento è un luogo dove si discute e decide. Più largo è lo schieramento che sosterrà la nuova legge elettorale, più forte sarà la legge stessa e più cittadini si riconosceranno in queste regole. Penso per questo che il luogo centrale dove discutere di questi argomenti sia il Parlamento e ci regoleremo di conseguenza.

 

(Pietro Vernizzi)

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