Zaia, Tosi o Moretti? Questa la domanda posta ai giovani vicentini per cercare di comprendere, aldilà di analisi politiche e previsioni elettorali, quale sarà l’avvenire del Veneto proprio da chi rappresenterà il futuro di questa regione, per cercare un punto di vista che si addentra nei gangli di una realtà particolare e non si ferma alla superficie del tanto discusso “laboratorio Veneto”.



Vicenza è una realtà trascurata troppo spesso dai sondaggi, un’area incerta perché fuori dalle più dirette aree di interesse dei due candidati leghisti. Diversa dalla Verona di Tosi, ma anche dal Veneto orientale in cui Zaia ha più proseliti e senza troppi legami, se non quello della nascita e del ruolo di vice sindaco risalente al 2008, con la candidata Pd, Alessandra Moretti. Solo cercando di andare oltre l’idea inflazionata dei giovani disinteressati e indifferenti alla politica è possibile trascinarli fuori dai grafici in cui i media li stanno relegando e restituire tridimensionalità alle loro esperienze.



Ilian, 22 anni, studia Giurisprudenza e voterà Zaia. Nasce in un contesto di sinistra moderata ma già da qualche anno ha maturato una profonda sfiducia nella sinistra. “Perché voto Zaia? Perché è un uomo con grande esperienza politica sia a livello comunale che provinciale che regionale. E’ stato sempre ricandidato e fa bene il suo lavoro a prescindere dalla sua collocazione politica. Mi sembra una persona onesta che possiede una sua autonomia rispetto alla figura di Salvini. Non voterei Salvini, non voterei la Lega Nord come partito ma non ho nessuna difficoltà a votare Zaia.” Non teme il personalismo? “No perché per me la democrazia dei partiti è morta. Non so se sia un male o un bene, forse è più un bene, così è possibile attuare una valutazione più accurata dell’uomo. Zaia ha governato bene in un periodo difficile durante il suo primo mandato, il mio è un voto al merito. Il mio no alla Moretti è in quanto persona e in quanto rappresentante di un partito con un leader populista che non mi piace. Alessandra Moretti ha solo esperienza locale, può forse incantare il popolino ma non può dire nulla al Veneto degli imprenditori con cui Zaia ha saputo stringere un buon dialogo. Allo stesso modo Tosi non può vantare la stessa esperienza del governatore uscente. Condivido la linea di Zaia anche sull’immigrazione, anche se è il punto solitamente più difficile da accettare per un elettorato ex di sinistra. In materia c’è tanto populismo da entrambe le parti, la tendenza che Zaia ha mantenuto nei fatti tuttavia per me è condivisibile.”



Giovanni. ha vent’anni e studia Lettere moderne e dichiara:” Tosi è in gamba, ma ha poche possibilità. Credo che Moretti sia inadatta a governare, ma possa poggiare su molti voti della Vicenza radical-chic. Voterò Zaia, non perché sia di mio gradimento ma per arginare il fenomeno lady-like, sperando passi il messaggio che quel tipo di politica non piace”. Giovanni R. è nato nel 1994, studia economia ed è deciso a votare Tosi. “Voterò Tosi perché è l’unico candidato con una vera legittimazione popolare, l’unico che mira a rappresentare il Veneto, mentre Moretti e Zaia mirano solo a rappresentare il loro partito in Veneto. Zaia è un rappresentante di una destra di stampo quasi Lepenista, è il nazionale della Lega che ha imposto Zaia. Invece la Moretti, e non sono certo il primo a dirlo, è stata candidata con delle primarie inesistenti: la sua vantata “legittimazione” è solo formale, la sua vittoria sarebbe quella di un tipo di Pd che si è svecchiato solo superficialmente, è una candidata con sostegno mediatico ma non ha le competenze per diventare la prossima presidentessa della regione.Tosi invece mi piace perché concorre alle regionali con tutto contro di sé, viene da una amministrazione virtuosa, quello che ha fatto per il registro delle unioni civili ne è un esempio. Il Veneto ha un’importanza focale che Zaia non è riuscito a valorizzare. Tra il Veneto e l’Italia esiste una forte frattura dovuta soprattutto alla mancanza in passato di un leader in grado di portare in evidenza le richieste di questa regione. Un leader in grado di colmare la differenza astorica tra campagna e città, ancora molto presente. Questo è un problema che non può essere risolto con Lady Like, Alessandra Moretti è una rappresentante avulsa dal territorio, distante. Tosi, invece potrebbe rappresentare un centro destra responsabile, addirittura per alcune cose rivoluzionario. Il low-profile di Zaia non sconfiggerà il ladylikismo, Tosi potrebbe. Ci tengo però a precisare che questo voto non cambia le mie idee, la mia posizione politica, di pancia resto sempre un uomo di sinistra. Ad esempio non sarò mai d’accordo con la linea leghista sulla questione dell’immigrazione: è totalmente irrazionale, non sa riconoscere il fenomeno come un processo già in atto con cui è impossibile non confrontarsi. Vorrei aggiungere che non credo che il personalismo sia qualcosa di negativo per la politica, è anzi l’inizio di una politica più sincera, più sostanziale. Le idee non muoiono con il singolo, anzi è solo dal singolo che possono essere espresse trovando effettuazione.”

Non mancano gli indecisi anche nelle fette di popolazione in passato più politicamente impegnate, come Alberto, iscritto al secondo anno di Filosofia: “Sono molto confuso a riguardo-dichiara- e forse nemmeno andrò a votare. Non voterei mai la Lega e la Moretti proprio non mi piace.” E allora chi voterà Alessandra Moretti? Senza trasporto Elisabetta, vent’anni, studentessa di Psicologia, Angela, sua coetanea, studentessa di Design della Moda e altri ancora. Alcuni “perché non c’è altra scelta”, oppure perché “temo che mi toccherà”. Il voto ad Alessandra Moretti da molti è visto come una costrizione dettata dalle circostanze, sebbene alcuni fedelissimi Pd sostengano in toto con convinzione la sua candidatura. Però c’è anche un’altra via, al di là dei personalismi, che sembra in parte esprimere quella democrazia dei partiti da molti considerata defunta.

Carlo, studente universitario di ventitré anni, non è un militante Pd e non si sente pienamente rappresentato dal novello partito della Nazione. Ma voterà Alessandra Moretti, senza troppo trasporto. “Anche a me Alessandra Moretti non fa impazzire, il mio non sarà un voto sentito. Ma se Alessandra Moretti andrà al governo non sarà sola, potrà contare alle sue spalle di un partito più solido della Lega rappresentata da Salvini, che sta facendo bene in tanti altri ambiti e che mi rappresenta di più. Mi fido di un apparato. Voglio pensare che Alessandra Moretti non sia solo una battuta sulla ceretta, che abbia fatto un percorso da quando è stata vice sindaco a Vicenza. La mia è una questione ideologica, valoriale. Mi sento più moralmente vicino al Pd e condivido di più le scelte che ha intrapreso. Con la Lega come partito sento di non avere nulla da spartire. Non mi sentirei di dire di più, ma ho fatto la mia scelta”. E fa riflettere il post recente del responsabile della comunicazione di Matteo Salvini, Luca Morisi con una foto di un manifesto di Alessandra Moretti vicino a quello che ritrae donne semi nude per pubblicizzare un locale hard accompagnato dal commento “Involontarie Simmetrie” “io scelgo Zaia”. Il post ha ricevuto 258 likes. La risposta non ha tardato: con un tweet Francesco Nicodemo, componente del team per la comunicazione di Renzi ha ribattuto:”Continua in Veneto la campagna sessista della Lega. Grande paura, zero argomenti #zaiachiediscusa.” Se un rappresentante si valuta anche dalla tipologia delle persone che rappresenta, allora dire #ioscelgozaia diventa più difficile davanti a cose come questa, davanti a tutte le magliette “Io sto con Stacchio” e i cartelli “Io a casa mia sono Dio”,”I delinquenti in galera o al cimitero” visti a Vicenza nella manifestazione per la Sicurezza del 14 Marzo.

I giovani vicentini hanno due anime che stanno trasmigrando l’una nell’altra, senza che sia possibile prevederlo. Molti elettori si sentono legati da un doppio vincolo: c’è chi non voterebbe mai Lega Nord e quindi si vede costretto a votare Alessandra Moretti, oppure chi non voterebbe mai Alessandra Moretti e che, sebbene mai avrebbe in passato potuto pensare di votare Lega Nord, lo farà perché non vede altra scelta. Il punto di scarto è labile ed eterogeneo. Zaia è il favorito, si sa, ma Salvini è troppo certo di smacchiare il giaguaro. L’ultima parola sarà il 31 Maggio quando le carte saranno scoperte e finalmente i ruoli di Tosi (e del non trascurabile candidato grillino Jacopo Berti si mostreranno nella loro interezza).