“Non appena eletto governatore della Puglia, Michele Emiliano crescerà come leader nazionale fino a diventare l’anti-Renzi in grado di sfidare il segretario Pd non da posizioni di sinistra bensì dall’interno stesso del campo renziano”. E’ l’analisi di Fabrizio D’Esposito, giornalista politico del Fatto Quotidiano, secondo cui “in questo momento due sfide per le Regionali hanno già un vincitore: Zaia in Veneto ed Emiliano in Puglia”. Per D’Esposito, in Liguria la Paita ha buone probabilità di vincere e il suo vero avversario è l’astensionismo, mentre l’unica sfida veramente da decidere è quella tra Caldoro e De Luca in Campania.



Partiamo proprio dalla Campania. Renzi ha deciso di non impegnarsi per De Luca?

De Luca ha una sua base elettorale, è favorito sulla carta, ma la tiepidezza di Renzi potrebbe costargli comunque un testa a testa. In realtà la Campania è l’unica regione dove Berlusconi può ancora piazzare una bandierina per non dichiarare fallito il progetto di Forza Italia. Caldoro ha delle chance per rimanere a Palazzo Santa Lucia, ed è quindi qui che si gioca la battaglia. La stessa neutralità di Renzi nei confronti di questa partita può giocare a favore di Caldoro.



E se alla fine il premier ci ripensasse?

La campagna elettorale è ancora lunga e il premier potrebbe anche entrare in campo. Gli amanti delle dietrologie affermano che a Renzi farebbe comodo una vittoria di Caldoro, in quanto De Luca è stato condannato. Il segretario Pd è però un animale politico e un uomo abituato a vincere, sa che il dato delle Regionali può pesare sulla tenuta del suo governo e alla fine prevarrà l’istinto animale e cannibale e si giocherà tutto.

Intanto che cosa sta facendo Fitto in Campania?

I fittiani in Campania sono gli stessi che hanno presentato le liste degli ex cosentiniani a sostegno di De Luca. Mi riferisco per esempio al senatore Vincenzo D’Anna. Per Fitto le Regionali in Campania sono il vero banco di prova per sperimentare le nuove alleanze, cioè per fare le prove generali per il Partito della Nazione.



E’ di questo che hanno parlato Fitto e Verdini durante il loro ultimo incontro?

Le Regionali comporteranno un terremoto politico. La prima conseguenza è che Berlusconi può vedersi svuotati i gruppi parlamentari sia da Verdini sia da Fitto. Se poi è vero che Verdini andrà a sostegno del governo Renzi, l’obiettivo dei fittiani è un altro. Puntano ad avere un asse con la Meloni e Salvini per accerchiare Berlusconi e costringerlo a rinunciare a ogni pretesa sul centrodestra.

Che cosa accadrà a quel punto?

Tutti i cespugli fuoriusciti da quello che era un tempo il Pdl alla fine si ritroveranno a fare i conti con la realtà dopo le elezioni regionali. Per il momento i fittiani hanno stabilito un’alleanza tattica con i verdiniani, perché se mettono insieme le forze possono formare un gruppo parlamentare maggiore di quelli che resteranno in Forza Italia. A Fitto però interessa la ricostruzione del centrodestra, mentre Verdini vuole semplicemente salire sul carro del vincitore guidato da Renzi.

 

Torniamo alle Regionali. Come vede la partita in Liguria?

Toti non ha chance in quanto l’alternativa alla Paita non è Forza Italia bensì l’astensionismo. L’elettore medio di sinistra arrabbiato con Renzi alla fine non sceglierà Toti, e inoltre il candidato del centrodestra non è ligure. Fino a dieci giorni fa i sondaggi lo davano molto al di sotto della Paita, oggi invece può esserci un testa a testa. Molto comunque dipenderà dal grado di astensionismo tra l’elettorato, se dovesse essere molto alto allora tutto è possibile.

 

Che cosa si aspetta da Veneto e Puglia dove il centrodestra è diviso?

Sono le due Regioni dove i vincitori non sono in discussione: saranno rispettivamente Luca Zaia (Lega nord) in Veneto e Michele Emiliano (Pd) in Puglia.

 

Quali conseguenze può avere per il Pd la vittoria di Emiliano?

Emiliano userà il palcoscenico della Regione Puglia per costruirsi un’immagine di leader nazionale e concorrere alla guida del Pd nei prossimi anni. E’ un progetto che ha da tempo, e in questo modo ripercorrerebbe la parabola già compiuta da Vendola che, fino allo scandalo dell’Ilva, in quanto governatore ha mantenuto in piedi Sel, un partito che ha superato il 5%. Emiliano ripeterà la stessa cosa, ma che si costruirà la sua immagine di leader nazionale all’interno del Pd renziano.

 

Emiliano può aspirare a essere il nuovo leader della minoranza dem?

Emiliano non sfiderà Renzi da posizioni di sinistra. Oggi la minoranza dem non ha un leader in grado di contrastare tra due anni Renzi alle Primarie. Roberto Speranza non riuscirebbe certo a insidiare Renzi alla guida del partito né tantomeno può aspirare alla presidenza del Consiglio. L’anti-Renzi nascerà nel campo renziano di oggi, e uno dei possibili leader che un domani potrà rivestire questo ruolo è Emiliano.

 

(Pietro Vernizzi)