Il testa a testa in Liguria tra Paita e Toti? Potrebbe essere una falsa pista, e la vera partita finale essere un’altra. Con M5S a rubare voti al Pd e aggiudicarsi la regione. Fantapolitica? Non proprio, a sentire Arnaldo Ferrari Nasi, analista politico. Il sussidiario ha raccolto le sue considerazioni su una regione chiave, proprio quando la campagna elettorale entra nel vivo. E negli ultimi 20 giorni può davvero succedere di tutto.
In Liguria tra Paita e Toti sembra esserci un testa a testa. E’ davvero così?
E’ quello che ci dicono i sondaggi oggi. Solo che quanto dicono i sondaggi, spesso — in buona o cattiva fede — è travisato. I sondaggi sulle intenzioni di voto, ovvero quelli che vediamo sui diversi media con i partiti e le percentuali, non sono lo strumento per fare una corretta previsione del risultato finale.
Perché?
Perché le intenzioni di voto sono influenzate da troppe variabili per essere accettabilmente rilevate con un sondaggio da mille/duemila casi a poco meno di venti giorni dalle elezioni. Sono poco più della fotografia di chi ha risposto alle interviste, quasi un sondaggio “autoselezionato”, tipo quelli su internet, ovvero non rappresentativi.
Ma allora hanno una qualche utilità o no?
Sono molto utili per studiare il trend elettorale, verificare l’andamento della campagna, studiare la composizione degli elettorati e trarne gli spunti per le azioni a breve e medio termine. Cosa che dovrebbero fare gli staff elettorali, cioè gli analisti, i consulenti politici e gli stessi candidati. E’ un mestiere. Comunque, non voglio cambiare discorso. Gli ultimi dati ci dicono che c’è molto spazio per tutti i candidati. Un vero rush a tre.
I dissidi interni a Forza Italia a livello nazionale possono penalizzarla?
Lei comprerebbe le azioni di una società in cui non è ben definito il tipo di business da seguire, in cui l’amministratore delegato non ha la capacità di controllare la struttura, in cui alti dirigenti lo contestano apertamente? Ecco, questa è Forza Italia oggi. Non vi è una politica definita, Berlusconi è contestato da alcuni in modo palese (ad esempio Fitto, ma si pensi alle scissioni e ai fedelissimi che hanno lasciato). Poi la litigiosità tra colonnelli. Niente di più deleterio per un partito, a livello elettorale.
A Trento e Bolzano è stato un tracollo.
Appunto. Dati che vanno a danneggiare ulteriormente il partito, dipingendolo come ormai finito, inutile.
Quindi, le percentuali che vengono attribuite ai partiti cosa dicono?
Un mucchio di cose. Bisogna fare l’analisi, bisogna avere i numeri in mano e saperli leggere. Classicamente ci dicono chi voterebbe o non voterebbe cosa e perché. E quanti. Poi sta al politico e al suo staff mettere in campo le azioni opportune. Negli ultimi giorni di campagna gli elettorati sono mobilissimi. Gli indecisi che si rilevano nei sondaggi vanno poi in massima parte a votare. Quelli occorre indirizzare. Come, per esempio, Berlusconi ci ha più volte fatto vedere, si possono guadagnare o perdere anche 10-12 punti. Nella situazione attuale della Liguria, sarebbero la vita o la morte per ognuno dei tre.
Attualmente lei che cosa vede?
Pd e Forza Italia non hanno risolto le questioni che hanno portato l’M5S ai risultati del 2013. Le dirò di più: non vedo perché M5S dovrebbe perdere.
Si spieghi.
Sicuramente il centrodestra ha problemi enormi, sta ancora finendo di affogare e quindi non ha ancora cominciato a rinascere. Il centrosinistra, invece, ha Renzi. Nuovo, giovane, poteva essere una bomba. Anzi, inizialmente lo sembrava, infatti lo scorso hanno Grillo ha perso parecchio nei sondaggi (ecco lo studio delle tendenze) ma ora Renzi non sembra in grado di essere così incisivo come molti ritengono sia necessario. L’Italicum è una nuova legge elettorale: ma è così diversa da quanto c’era prima? Molte riforme sono osteggiate dalla sua stessa parte politica o dagli apparati dello Stato. E quindi vengo edulcorate, o si impantanano.
Diceva del M5S.
Grillo sta reggendo tendenzialmente bene ed il contesto è quello definito poc’anzi.
Ciò vorrebbe dire che potrebbe non essere Toti, ma M5S a battersi con Paita?
Potrebbe. Ma anche no. Gli ultimi giorni di campagna sono come una finale di Champions. Magari la squadra è andata male tutto l’anno in campionato e non è in grandissima forma, ma l’esperienza e la possibilità di giocarsi il tutto per tutto in poco tempo possono ribaltare qualsiasi pronostico.
Ormai sono due anni che M5S viaggia intorno al al 20 per cento eppure che cos’ha portato? Che cosa sta facendo?
Certo, non sbaglia chi non fa. Ma il ragionamento di molti è semplice e potrebbe essere il seguente. Primo: quando ha governato, il centrodestra non mi ha soddisfatto, alcuni sono pure stati arrestati. Secondo: quando ha governato, il centrosinistra non mi ha soddisfatto, alcuni sono pure stati arrestati. Terzo: non ci sono particolari ragioni per cui questo dovrebbe cambiare. Quarto: se provo con questi nuovi al massimo fanno come gli altri, magari ne arrestano pure qualcuno, e la situazione non sarà diversa da ora. Oppure, va bene e qualcosa cambia: proviamo.
M5S catalizzerebbe anche voti di centrodestra?
Questo è sicuro. Ho più volte dimostrato, dati alla mano, come l’M5S abbia due anime, quasi equivalenti e abbastanza radicali, di destra e di sinistra. Infatti è assolutamente necessario che non si allei con nessun altro partito riconosciuto. Se lo facesse, o con una parte o con l’altra, perderebbe almeno il 30-40 per cento dei voti.
Questo cosa comporta?
Il poter proporre temi che una volta piacciono agli uni e una volta piacciono agli altri. A volte sostenuti da ragionamenti alternativi ai classici proposti dai partiti tradizionali, che fanno sì che un tema come il blocco dell’immigrazione (assolutamente di destra) possa anche essere accettato da una certa sinistra. O lo stesso reddito di cittadinanza, da una certa destra. Un fatto che molti paiono non sottolineare abbastanza, ad esempio, è che Grillo si rivolge alle fasce popolari più che a quelle borghesi dei due schieramenti contrapposti.
Alcuni dicono che la Liguria è una regione chiave, altri che se anche la Paita dovesse perdere, Renzi andrebbe avanti esattamente come il giorno prima. Sì o no?
La sinistra in Liguria è sotto i riflettori. C’è ufficialmente un candidato dei non renziani ed è pure forte. Almeno abbastanza per far perdere la Paita. Inoltre, parte degli elettori di sinistra potrebbe essere attratta più da Grillo che dalla candidata renziana, che per certi versi risulterebbe… meno di sinistra. Se il testa a testa fosse tra Paita e Grillo, potrebbe esserci il colpo di scena.
A quel punto?
Se si verificasse questo, non so cosa potrebbe succedere. Il centrodestra si deve rifondare, dunque aspetta solo un evento chiave. Una brutta uscita di Toti, per esempio. Il centrosinistra non so: scissione? Significherebbe successivamente rischiare di perdere molto di quello che hanno. Alla fine i politici sono uomini e si fanno i conti in tasca. Meglio stringere i denti ed andare avanti? Non so, ci sono molti esempi in cui la sinistra ha preferito “buttare il carro all’aria”.
(Federico Ferraù)