ELEZIONI REGIONALI 2015. La Lega nord vincerà in Veneto con Zaia e il Pd in Liguria con la Paita, mentre l’unica vera sfida aperta è quella in Campania tra Caldoro (Forza Italia) e De Luca (Pd). Alla fine sarà un 6 a 1 o un 5 a 2 per il Pd, a seconda di come andrà a finire la sfida campana. E’ la previsione del sondaggista Alessandro Amadori a una settimana dall’apertura degli scrutini in sette Regioni italiane. Per l’esperto in Liguria potrebbe alla fine crearsi una situazione per cui il Pd arriva primo, l’M5S secondo e il centrodestra con Toti solo in terza posizione.



Amadori, chi vincerà queste elezioni Regionali?

In linea generale dovrebbe vincere il Pd e perdere Forza Italia, con Berlusconi come grande sconfitto. A prescindere dal fatto che il risultato delle Europee sia confermato o meno, comunque il vincitore dovrebbe essere il Pd. Potrebbe esserci un ritorno a risultati positivi per i Cinque Stelle, e dovrebbe andare bene la Lega, magari senza sfondare come temono in molti.



Il Pd subirà forti livelli di astensionismo?

Ci si aspetta una bassa partecipazione. Anche il Pd potrebbe risentire dell’astensionismo, però meno di quanto succederà alle formazioni di centrodestra con l’esclusione della Lega.

Renzi sembra deciso a starsene “in disparte”. Queste Regionali sono anche un “referendum” sul suo governo?

Le elezioni Regionali seguono delle logiche intermedie tra quelle locali e quelle nazionali. Hanno comunque un effetto politico generale più forte rispetto a quelle locali, che sono decise soprattutto dalla persona, ma al tempo stesso non sono del tutto assimilabili a un’elezione nazionale. Contano molto le candidature locali, e gli esempi di De Luca e di Zaia sono appunto emblematici. Tutto sommato Renzi fa bene a starsene in disparte, se andrà bene sarà anche merito suo, se andrà male non sarà demerito suo.



Quello che uscirà da queste Regionali sarà un centrodestra più unito o più diviso?

Sarà un centrodestra ancora più frammentato. E’ già molto diviso, ma è probabile che i risultati accelerino questo processo di divisione. In quanto schieramento del resto il centrodestra si è già dissolto.

Si aprirà uno spazio anche per i partiti di centro?

I partiti di centro sono sempre più schiacciati, anche perché l’acquisizione di quell’area la sta facendo Renzi con una certa efficacia. Il centro è sempre stata una chimera della politologia italiana. Non esiste nessun grande centro, non esisterà mai e tantomeno si manifesterà in queste elezioni.

 

La Liguria è una delle Regioni considerate in bilico. Lei che cosa si aspetta?

Mi aspetto ragionevolmente che vinca la candidata del Pd, Raffaella Paita. C’è una frammentazione tra i suoi concorrenti che non dovrebbe creare le condizioni per un sorpasso “last minute” da parte di Toti. E magari a sorpresa potrebbe arrivare secondo il candidato dell’M5S, Alice Salvatore, con Toti al terzo posto.

 

Quanti voti prenderà Pastorino, il candidato della sinistra?

Un numero decente rispetto alle aspettative. Non sfonderà né sarà un flop, ma comunque non risulterà determinante.

 

Che cosa succederà in Campania?

In Campania la situazione è più complessa. La candidatura dell’ex sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, è forte ma anche ambivalente, e quindi potrebbe vincere ma con un distacco minore. Tra le due Regioni, la Campania è più incerta rispetto alla Liguria. Paradossalmente la Campania quindi può determinare la vera “vittoria” di Renzi che rischia in questi caso di cadere e farsi male…

 

Zaia più dirsi sicuro di vincere in Veneto?

“Sicuro” è un termine che in queste elezioni non si può utilizzare. Sono elezioni anomale in quanto è la prima volta che il centrodestra non ha più una configurazione ufficiale. E’ la prima volta che ci sono così tanti cambiamenti di casacca e così tante spaccature all’interno di tutti gli schieramenti e di tutti i partiti. Come però in Liguria è probabile che vinca la candidata del Pd, così in Veneto è molto più probabile che vinca Zaia.

 

Quali incognite ci possono essere in Puglia?

Più ancora che in altre Regioni, in Puglia può essere determinante il livello di partecipazione. L’incognita astensione potrebbe quindi giocare un ruolo particolarmente importante.

 

Quanto prenderà la Lega nord in Campania e Puglia?

Certamente Salvini prenderà molti più voti al Nord, su questo non c’è dubbio. Riuscirà a raggranellare qualcosa anche al Sud, e questo comunque è un buon risultato anche se non sfonderà. Era impensabile anche solo tre anni fa che la Lega potesse prendere voti al Sud.

 

(Pietro Vernizzi)