La Corte di cassazione ha rimandato al Tribunale ordinario la decisione sulla sospensione dalla carica di sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Il Tar aveva congelato l’applicazione della legge Severino nei suoi confronti, accogliendo il ricorso del primo cittadino partenopeo condannato per abuso d’ufficio in merito all’inchiesta “Why not?”. Ma per la Cassazione il Tar non è competente a decidere in merito. La vicenda è molto rilevante in quanto anche il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, candidato per la presidenza della Regione Campania, ha già subito tre condanne in primo grado. Abbiamo chiesto a Sandro Staiano, docente di Diritto costituzionale nell’Università Federico II di Napoli, che cosa accadrebbe nel caso in cui De Luca dovesse battere il governatore uscente Stefano Caldoro.
Nel momento in cui De Luca fosse eletto, la sua carica sarebbe automaticamente sospesa?
La sospensione non avverrebbe in modo automatico. Deve essere attivato il procedimento inteso alla sospensione, anche se quest’ultima deriva dalla condizione stessa di condannato in primo grado in cui si trova il presidente eventualmente eletto. La legge prevede che il prefetto dia comunicazione immediata del provvedimento giudiziario al presidente del Consiglio. Quest’ultimo sentiti i ministri degli Affari regionali e dell’Interno adotta il provvedimento che accerta la sospensione. Il prefetto notifica quindi il provvedimento al consiglio regionale, il quale deve adottare i conseguenti adempimenti di legge.
In caso di vittoria del Pd in Campania, Renzi potrebbe scegliere di non emanare il decreto sulla sospensione di De Luca?
No, quello del presidente del Consiglio è un atto dovuto. La legge Severino afferma che il premier “adotta il provvedimento che accerta la sospensione”. Nel linguaggio giuridico questo “adotta” significa che deve farlo. Il suo è quindi un atto di accertamento necessario alla prosecuzione del provvedimento. Se il presidente della Regione riesce a nominare il vicepresidente, il decreto che accerta la sospensione interverrà in una situazione nella quale le funzioni del governatore saranno assunte dal suo vice. In linea teorica il decreto del presidente del Consiglio potrebbe anche precedere la procedura che porterà alla nomina del vicepresidente.
De Luca ha detto: “Renzi ha chiaramente definito la Severino un problema superabile, confermando che chi viene scelto dai cittadini, con un voto democratico, potrà tranquillamente governare”. Come si può fare un’affermazione del genere?
De Luca probabilmente ritiene che quando ci sia una volontà politica, questa possa anche superare le leggi. Lo stesso De Luca aveva detto: “Sarò sospeso e in 24 ore il Tar mi rimetterà in sella”, ma evidentemente non è stato un buon profeta. Ma del resto quando dice che la Severino è un problema superabile, la sua è una posizione politicamente comprensibile. Uno degli argomenti dei suoi concorrenti politici è che De Luca non potrà governare, anzi che si potrebbe arrivare allo scioglimento del consiglio regionale. Nella realtà non è così perché non ci sono i presupposti di legge perché ciò avvenga.
E allora che cosa potrebbe accadere?
Tra tutte le ipotesi possibili ce n’è una meno dirompente, in quanto assicura una soluzione che consenta l’applicazione della misura cautelare e la funzionalità del consiglio eletto. In pratica il presidente del Consiglio dei ministri prima di pronunciare il decreto aspetta che nella Regione Campania sia nominato il vicepresidente. E’ questo lo scenario che mi aspetto si verifichi in caso di elezione di De Luca.
E se a vincere fosse Caldoro?
A quel punto De Luca sarebbe sospeso in quanto consigliere regionale. Il consiglio in quanto tale però potrebbe funzionare ugualmente, e quindi la sospensione non avrebbe nessuna incidenza sulla funzionalità dell’organo.
(Pietro Vernizzi)