Alle elezioni regionali 2015 in Veneto, il candidato del Movimento Cinque Stelle è Jacopo Berti. Berti ha preso parte all’atteso confronto politico andato in onda sul canale satellitare Sky Tg24, nel corso del quale oltre ad esporre parte del programma elettorale ha anche lanciato il proprio appello finale al voto. Appello nel quale Jacopo Berti ha rimarcato con forza come sia arrivato il momento di dire basta con una politica che non si accorge del più grande scandalo di tangenti di sempre e che la ndrangheta sia ormai arrivata nella città di Verona. Infine, Berti ammette di provenire dall’astensionismo trovando però una speranza nel M5S e rimarcando come debba essere cambiata questa classe politica. Clicca qui per vedere l’appello finale al voto di Jacopo Berti
Jacopo Berti è il candidato del Movimento 5 Stelle nelle elezioni regionali 2015 in Veneto in programma il 31 maggio. Dovrà vedersela contro Luca Zaia, Flavio Tosi, Alessandra Moretti, Laura Di Lucia Coletti e Alessio Morosin. Trentunenne attivista del Movimento grillino dal 2013, Jacopo Berti è laureato in giurisprudenza e vanta un passato da atleta con all’attivo diverse partecipazioni a gare di sci. Nonostante gli studi giuridici, ha deciso di intraprendere la carriera di giovane imprenditore fondando nel 2013, insieme al suo socio, una start-up impegnata nel settore IT. Da qui la vicinanza alle piccole e medie imprese (PMI) del territorio veneto attraverso i servizi offerti dalla sua società “The Squero” srl, volti allo sviluppo di nuovi canali di distribuzione e vendita on-line con soluzioni di business intelligence e digital export create ad hoc. L’impegno sul territorio attraverso il supporto alle PMI protagoniste della crisi che ha colpito la florida economia veneta definita “locomotiva d’Italia”, unitamente all’attivismo all’interno del movimento 5 stelle locale, hanno contribuito alla definizione della sua scelta.
Fortemente legato ai principi del Movimento 5 Stelle di cui è espressione, la candidatura di Berti nasce come risposta alla “casta” politica e all’attuale sistema partitico. Berti è stato il più votato nelle primarie online per la scelta del candidato pentastellato alla guida della lista civica in Veneto. Il padovano, nonostante i soli due anni di attivismo all’interno del movimento, ha avuto la meglio sui 10 papabili candidati in lizza tra cui la veneziana Erika Baldin arrivata solo seconda. L’avventura del giovane startupper ha avuto così inizio delineando gli altri nomi che dietro il suo hanno composto la lista civica del movimento 5 stelle per la corsa alla regione Veneto. Da Prato della Valle, dove risiede, e dalla città del Santo, come comunemente viene indicata Padova in Veneto, parte la corsa di Jacopo Berti verso Palazzo Balbi a Venezia.
“Al di là del colore politico c’è un’urgenza che prevale: salvare famiglie, imprese, territorio”. Questo il motto di Berti che racchiude le 126 pagine di programma che oltre a rispondere ai principi del movimento è l’espressione della volontà e dei bisogni dei cittadini veneti vicini al movimento e non. Un programma denso e dettaglio che riassumiamo nei seguenti 7 punti. Costi della politica: tagli netto dei vitalizi ad oggi garantiti agli ex consiglieri della regione Veneto, unitamente all’abolizione degli indennizzi e dei trattamenti di fine mandato. Tale risparmio per la casse pubbliche, verrebbe utilizzato per la promozione ed il sostegno all’imprenditoria giovanile. Sicurezza pubblica: all’aumento del numero di crimini all’interno della regione Berti risponde con un rafforzamento delle forze dell’ordine; il suo obiettivo è però la lotta alla corruzione che ad oggi è aumentata del 300% in Veneto. La sua proposta è dunque quella di combattere in modo deciso la corruzione che incidendo direttamente sul mercato del lavoro inasprisce le tensioni sociali. Autonomia e indipendenza: sottolineando l’importanza dei due referendum ad oggi in atto, Berti punta verso l’autonomia fiscale diretta quale fonte di disponibilità di spesa intorno ai 4/5 miliardi di euro da investire nel territorio. Occupazione: da giovane imprenditore ed esponente del mondo start-up, Berti propone la costituzione di una “Veneto Valley” che sul modello della Silicon Valley americana possa supportare i giovani attraverso la diffusione della banda larga sul territorio e la garanzia di un micro credito accessibile a tutti ricavato dai risparmi sui tagli ai costi della politica. Investimenti e ricerca dunque che si affiancano ai possibili incentivi per le aziende che decidono di riqualificare vecchie aree industriali piuttosto che crearne delle nuove contribuendo alla cementificazione selvaggia del territorio. Sanità: contrario alla costituzione dei grandi centri sanitari al servizio di più comunità locali, Berti propone lo sviluppo di medio-piccoli ospedali di comunità che garantiscano assistenza sanitaria ai cittadini in modo diretto e più vicino. Infine, l’abbassamento dei costi dei ticket e la riduzione delle liste d’attesa vengono proposte come soluzioni alla migrazione in altre regioni del popolo veneto per ricevere cure sanitarie a costi inferiori. Immigrazione: il rispetto delle soluzioni ad oggi in discussione in sede europea, risulta per Berti fondamentale. La concreta redistribuzione dei migranti sulla base di quote prestabilita tra tutti gli Stati membri UE è la ricetta proposta dal pentastellato, che dichiara anche la possibilità di attuarla concretamente in Italia redistribuendo i migranti in tutte le regioni. Tutela ambientale: trovare soluzione all’annoso problema del dissesto idrogeologico in Veneto, per Berti passa attraverso il blocco totale della cementificazione selvaggia e gli incentivi ai privati che riqualificano vecchie aree piuttosto che edificarne delle nuove.