Tra i candidati alla presidenza della Regione Puglia nelle elezioni regionali in programma domenica 31 maggio, c’è anche Adriana Poli Bortone. Nata a Lecce nell’agosto del 1943, ha conseguito la maturità presso il liceo classico Giuseppe Palmieri, per poi laurearsi in Lettere. Sin da giovane ha mostrato grande passione per la politica, decidendo di iscriversi al Movimento Sociale Italiano. Nel 1967 è diventata consigliere comunale nella sua città natale, carica esercitata ininterrottamente sino al 1998. Inoltre ha ricoperto la carica di segretario dell’organizzazione femminile del suo partito dal 1981 al 1994. Nel 1983 è poi entrata alla Camera dei Deputati, svolgendo la prima di cinque legislature, l’ultima delle quali nel 1996. Un anno prima aveva deciso di aderire ad Alleanza Nazionale, il raggruppamento che ha preso il posto del MSI alla destra dello schieramento politico tricolore.
Nel 1994, dopo la vittoria del centrodestra alle elezioni politiche, è stata quindi nominata Ministro dell’Agricoltura nel primo governo presieduto da Silvio Berlusconi. Dopo la caduta dell’esecutivo è tornata alla ribalta in qualità di sindaco di Lecce, carica raggiunta nel 1998, per poi essere riconfermata quattro anni dopo. Entrata l’anno successivo al Parlamento europeo, ne ha fatto parte sino al 2008 quando ha accettato la candidatura al Senato, sempre con il centrodestra. Due anni più tardi ha poi tentato la scalata alla presidenza della Puglia, alla testa di Noi Sud, ottenendo l’8%.
Una candidatura che ha tolto peraltro voti decisivi alla coalizione di centrodestra nella sfida contro Nichi Vendola, anticipando quanto accaduto anche stavolta. Nel 2014 ha quindi deciso di aderire a Fratelli d’Italia, il partito che raccoglie larga parte del mondo di destra confluito in precedenza nel Popolo delle Libertà.
Adriana Poli Bortone si presenta alla testa di una coalizione composta da Forza Italia, Partito Liberale Italiano, Noi con Salvini e Puglia Nazionale. La sua candidatura non è stata invece sostenuta da Fratelli d’Italia, che ha preferito appoggiare Francesco Schittulli. Una decisione seguita dalla sua sospensione ad opera del partito in cui militava e, proprio nelle ultime ore, dalla sua espulsione, comunicata in via ufficiale da Fabio Rampelli.
Il suo programma elettorale punta soprattutto su un rilancio del lavoro, tramite la promozione di una imprenditorialità diffusa sul territorio. Proprio per questo motivo si è dichiarata contro l’istituzione del reddito minimo garantito o di cittadinanza, promosso dal M5S e sul quale si è pronunciato a favore anche Michele Emiliano, il candidato del centrosinistra. Un atto che secondo lei risponderebbe ad una concezione di puro assistenzialismo. Anche la chiusura dell’Ilva, proposta dall’ex sindaco di Bari, la trova contraria, preferendo una zona franca a Taranto. Ha inoltre lanciato la proposta di un Cantiere Puglia, fondato sulla diversificazione degli interventi sul lavoro, e sulla riqualificazione urbana per la quale verrebbero utilizzati fondi della Comunità Europea al fine di creare cooperative formate non solo da giovani, ma anche dai tanti meno giovani che sono stati espulsi a livello lavorativo con lo scoppio della crisi, cui verrebbero affidati in comodato d’uso per ben 99 anni, sotto garanzia regionale.