La lista dei cosiddetti impresentabili presentata da Rosy Bindi a poche ore dal voto regionale ha reso imprevedibile il risultato di questa tornata elettorale. Lo dice a ilsussidiario.net Nicola Piepoli, fondatore e direttore dell’omonimo istituto di sondaggi. “Il caso Bindi è stato dirompente e imprevedibile, potrebbero non esserci conseguenze sul risultato elettorale, ma potrebbero essercene anche di significative. Prima della sua lista di impresentabili il risultato era acclarato, sei regioni contro una, il Veneto, al Pd, adesso non è possibile essere così sicuri”. Il Pd porterebbe comunque a casa una vittoria significativa, spiega Piepoli, grazie al voto in dispersione del centrodestra che confluisce nel Movimento 5 Stelle, favorendo alla fine il partito di Renzi. 



Piepoli, la lista presentata da Rosy Bindi quanto può influire nel voto della Campania? E’ qualcosa che ci diranno le urne. Teniamo conto di alcuni fattori. De Luca non ha vinto le primarie nella sua regione, le ha stravinte. Come ha fatto a vincere così le primarie? Lo sanno lui e il suo partito.

Questo vorrebbe dire che, impresentabile o no, De Luca vincerà tranquillamente il voto di domenica? E’ molto problematico dirlo. Il mio sondaggio, ma anche quello di altri istituti, dice una cosa precisa: che De Luca può vincere ma non con una vittoria netta. La sua vittoria sarà possibile grazie al voto in netta salita del Movimento 5 Stelle.



I grillini torneranno a prendere molti voti dopo la sonora sconfitta delle europee? Nei vari sondaggi che si sono tenuti nelle ultime ore in Campania appare una zona d’ombra nel voto. Da questa zona d’ombra emerge il netto aumento di voti dei grillini e dunque il punto di forza per De Luca è proprio questa salita dei 5 Stelle. 

Come mai si sente così sicuro di questa crescita dei 5 Stelle?  Perché i 5 Stelle “lavorano” contro i disaggregati e questi oggi sono tutti a destra. M5S piglierà i voti da lì. 

Ma la fuoriuscita di Civati e l’area scissionista del Pd non può portare anch’essa voti ai grillini? Il problema è che gli scissionisti del Pd sono quattro gatti e anche se votano 5 Stelle e si aggiungono agli otto gatti della destra c’è sempre una maggioranza di destra tra gli scontenti, che non sono nel partito oggi vincitore ma sono dentro ai partiti perdenti. 



Renzi ha detto che le elezioni regionali non sono un test contro il governo, che ne pensa? Il contrario. Il Pd da sempre dà molta importanza alle elezioni regionali, sin da quando si chiamava Pci poi Ds e quant’altro. E’ sempre stato un partito del territorio. Tanto è vero che nel 2000 D’Alema quando ha perso le regionali si è dimesso da capo del governo senza che nessuno glielo avesse chiesto. Un istituto di sondaggi gli aveva detto che avrebbe vinto 10 a 5 sulle quindici regioni dove si votava, invece vinse Berlusconi otto contro sette. Quell’episodio è un sintomo di come quel partito consideri importantissime le elezioni regionali. 

In Liguria che succederà, vincerà Toti?

No, vincerà il Pd e anche qui grazie alla crescita dei 5 Stelle che tolgono voti a Toti in maniera tale da far vincere il Pd. 

 

Ma di quanto cresceranno i grillini? Sei mesi fa su scala nazionale venivano dati al 15%, adesso sono oltre il 20%. Essendo la destra in fase di ricerca di un leader, questo fa sì che essa sia corrosa violentemente dai 5 Stelle molto di più della sinistra in quanto guidata bene da Renzi.

 

In Veneto? Vince Zaia.

 

L’unica regione che va alla destra grazie alla Lega giusto? Sì, ma Zaia non stravincerà, andrà bene ma non benissimo. Subito dietro di lui il Pd. 

 

Che dicono della Puglia i suoi sondaggi? Che Emiliano del Pd vince tranquillamente. E’ un buon combattente, sa stare in mezzo alla gente, è moderato molto più di Vendola e i pugliesi hanno voglia di moderazione.