“Signor Presidente, noi chiediamo a Lei di intervenire nei modi e con le forme che la prassi costituzionale le riserva al fine di evitare che la promulgazione di questo articolato si trasformi in un vulnus alle ragioni democratiche che costituiscono l’essenza della nostra nazione”. E’ l’appello al capo dello Stato, Sergio Mattarella, sottoscritto da nove costituzionalisti, un avvocato e il presidente di sezione della Corte dei conti Salvatore Sfrecola. Nella lettera si chiede a Mattarella di non firmare l’Italicum bensì di rimandarlo al Parlamento affinché sia modificato. Secondo gli undici autori della missiva, “la legge appena approvata in Parlamento presenta i medesimi vizi di costituzionalità già censurati dalla Corte costituzionale con la n. 1 del 2014, con riguardo al premio di maggioranza e all’espressione del voto di preferenza”. Ne abbiamo parlato con il professor Antonio Baldassarre, ex presidente della Corte costituzionale.



Che cosa ne pensa della lettera che chiede a Mattarella di non promulgare l’Italicum?

Francamente mi sembra un po’ esagerata. E’ vero che nell’Italicum ci sono profili di incostituzionalità, ma non sono macroscopici. Il presidente della Repubblica può rifiutare la promulgazione quando il difetto di costituzionalità è evidente al di là di ogni dubbio. Nel caso dell’Italicum ritengo che effettivamente ci siano dei difetti di costituzionalità, ma non sono così evidenti da fare sì che il presidente della Repubblica possa rifiutarsi di firmare. Nel momento in cui la legge sarà impugnata, sarà la Corte costituzionale a prendere una decisione.



Nella missiva si sottolinea che il motivo per cui la Consulta bocciò il Porcellum è il premio di maggioranza sproporzionato. Non è lo stesso problema dell’Italicum?

Questo è l’aspetto maggiormente problematico e che personalmente ritengo sia incostituzionale. Non si tratta però di una incostituzionalità evidente, ma di un aspetto che dovrà essere verificato approfonditamente dalla Corte costituzionale se e quando la legge sarà impugnata.

Quale effetto possono sortire iniziative come questa lettera?

E’ semplicemente una forma di pressione nei confronti del presidente e la manifestazione di una parte dell’opinione pubblica, ma ritengo che non avrà delle conseguenze di natura politica.



Lunedì il ministro Boschi ha detto, riferendosi a Mattarella rispetto alla legge elettorale: “Siccome è un costituzionalista, sono convinta che la firmerà”. Non è anche questa una forma di pressione?

Come i firmatari di questo manifesto hanno cercato di fare una pressione affinché il presidente non promulghi la legge, così Maria Elena Boschi ha compiuto una pressione perché invece la promulghi. Sempre che il ministro non conoscesse già le intenzioni del presidente della Repubblica.

In che senso?

Sui quotidiani di ieri sono state pubblicate diverse note di giornalisti “quirinalisti”, e andavano tutte nello stesso senso, affermando che Mattarella firmerà. Probabilmente è stata fatta filtrare ai giornalisti questa notizia, perché altrimenti non sarebbe pensabile che tutti nella sostanza abbiano espresso lo stesso concetto.

 

La valutazione del presidente è solo sul piano formale o riguarda anche i contenuti?

Il capo dello Stato può fare una valutazione sul cosiddetto “merito costituzionale”. Può cioè intervenire anche sul piano dei contenuti nel caso in cui questi siano manifestamente incostituzionali.

 

Nelle sue vesti di capo dello Stato, può anche compiere una valutazione sulle conseguenze della legge?

Sempre se queste conseguenze hanno un rilievo costituzionale. Altrimenti si porrebbe come un soggetto politico, mentre il suo ruolo è quello di tutore della Costituzione.

 

Napolitano era intervenuto più volte sulle riforme istituzionali, mentre Mattarella non si è mai pronunciato. Come si spiega questa differenza?

Fa parte dello spirito presidenziale di Mattarella: è riservato umanamente e lo è anche come presidente. E’ il suo stile di vita, che è diventato anche stile nella gestione della presidenza della Repubblica.

 

Si dice che Mattarella sia stato lo stesso estensore della sentenza 1/2014 della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo il Porcellum. Quanto conta questo fatto?

Non possiamo sapere come ha votato Mattarella, perché lo scrutinio in Corte costituzionale non è pubblico. Potrebbe per ipotesi avere votato anche per il mantenimento della legge Calderoli. Il presidente potrebbe inoltre essere convinto del fatto che l’Italicum sia diverso dal Porcellum. Nell’uno e nell’altro caso da parte di Mattarella non ci sarebbe nessun problema.

 

Si è parlato dell’ipotesi di un referendum abrogativo. Avrebbe più senso farlo subito oppure organizzarlo dopo avere visto gli effetti della nuova legge?

Questa è una valutazione politica, ma dal punto di vista costituzionale è meglio attivare il referendum al più presto. Abbiamo già un parlamento politicamente delegittimato per il fatto che è stato eletto con una legge dichiarata incostituzionale. Se lo stesso scenario si ripetesse nella prossima legislatura sarebbe veramente il segno di una crisi istituzionale profonda.

 

(Pietro Vernizzi)

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