“Dobbiamo dire in maniera molto chiara che l’interesse di Roma è che Marino resti sindaco della città”. E’ quanto evidenziato dal vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, in un’intervista a La Stampa. Il vicesindaco di Roma, Luigi Nieri, ha del resto affermato riferendosi a Buzzi: “Se qualcuno fosse mai venuto a bussare alla mia porta l’avrebbe trovata sbarrata”. Mentre il commissario del Pd, Matteo Orfini, ha definito le giunte di Marino e Zingaretti “protagoniste di una battaglia contro la criminalità”. Abbiamo chiesto un commento a Luciano Violante, ex presidente della Camera dei Deputati.



Caso Azzollini, caso Castiglione, Mafia capitale, membri di ogni partito coinvolti nel “mondo di mezzo”. Quali sono i termini della questione morale oggi?

Non per parlare d’altro, ma la questione morale non è una esclusiva italiana. In Francia l’ex presidente Sarkozy è imputato per finanziamenti illegali; la signora Lagarde, Presidente del Fmi, è inquisita per una transazione eccessivamente favorevole al finanziere Bernard Tapie. In Germania di recente ci sono state 70 condanne nei confronti di imprenditori tedeschi che avevano corrotto funzionari stranieri per mettere poi i loro prodotti sul mercato straniero. Negli Stati Uniti cinque grandi banche hanno pagato 15 miliardi di dollari per multe per comportamenti tendenti all’alterazione dei prezzi della moneta. Aggiungo lo scandalo Uefa. La debolezza degli Stati, del potere pubblico e della politica in molti Paesi sta portando al prevalere nel mercato di comportamenti fraudolenti, appropriativi e illegali. Il mercato si autoregola quando scorre dentro severi binari fissati dalle autorità pubbliche; altrimenti diventa il regno della frode e dell’approfittamento. 



E quindi dove sta la questione morale nel caso italiano?

La questione morale sta innanzitutto nei comportamenti immorali di esponenti del mondo imprenditoriale e politico. Politici e burocrati a libro paga della malavita li avevamo visti solo nei film sulla Chicago degli anni Trenta. E non si può dire che nessuno sapeva. Roberto Morassut, deputato Pd, ha scritto in epoca non sospetta due libri sulla corruzione politica e burocratica a Roma. Ma tutti hanno fatto finta di non vedere.

Quali sono le implicazioni politiche di Mafia capitale?

Il danno alla fiducia è grave anche se per ora non stiamo parlando di condanne ma di indagini, e bisogna vedere che cosa seguirà. Tra l’altro conosciamo solo spezzoni di verità che sono stati raccontati dai mezzi di comunicazione, ma non l’intera situazione. Può darsi che lo stato delle cose si riveli persino più grave.



Secondo lei c’è anche un abuso delle intercettazioni?

No. Semmai c’è abuso nella pubblicazione, non nelle intercettazioni.

Nell’intercettazione al segretario di Maroni, si chiedeva di inserire Maria Grazia Paturzo in una delegazione, e la Procura ha aggiunto per errore: “Datele un albergo di prima classe e fatela viaggiare in business”…

Non conosco questo particolare. 

Resta il fatto che all’intercettazione è stato aggiunto un pezzo che nell’originale non c’era…

Chi ha aggiunto quella frase per errore ha commesso una grave sbadataggine. Se si trattasse di una falsificazione intenzionale quel magistrato andrebbe espulso dalla magistratura. Ma oggi non c’è nessun elemento che ci faccia pensare che quel tipo di comportamento sia stato doloso.

 

Qualcuno nel Pd lamenta un “accerchiamento giudiziario” del governo. Lei che cosa ne pensa?

Ogni governo a un certo punto denuncia l'”accerchiamento giudiziario”. Lo fece Berlusconi tempo fa, quindi lasciamo perdere questi argomenti che secondo me non hanno peso. Comunque l’accerchiamento è di chi ha commesso i reati, non di chi li scopre.

 

Che cosa fa pensare che ci siano così tanti indagati in governo e maggioranza?

L’illegalità di esponenti politici, di maggioranza o di opposizione non importa, significa che i dirigenti politici non sanno scegliere o non vogliono scegliere. Aggiungo che l’idea prevalente secondo la quale la posta delle elezioni è la vittoria e non la capacità di governo ha come conseguenza che i partiti tendono a premiare chi li fa vincere, anche se si tratta di personaggi discutibili, non chi li farebbe governare bene. 

 

Lei come giudica la posizione di Ignazio Marino?

Forse poteva fare a meno di fare il segno di vittoria in una recente circostanza. Non mi pare però che gli sia contestato alcunché. Quanto ai problemi relativi alle condizioni della città, bisognerebbe fare un sondaggio tra i romani.

 

Che cosa dovrebbe fare il sindaco di Roma?

Governare la città, innanzitutto, una delle grandi capitali del mondo. Se poi mi vuole chiedere se si deve dimettere o meno, non è un tema che intendo affrontare. Lo affronteranno lo stesso Marino e i responsabili politici del Pd e della maggioranza al Comune di Roma.

 

Renzi potrebbe essere tentato di andare al voto anticipato?

Non lo so, ma si troverebbe senza riforma costituzionale e senza legge elettorale per il Senato. Sarebbe francamente una situazione piena di incertezze; e non so se un atteggiamento di questo tipo sarebbe conveniente. Aggiungo che non possiamo prenderci il lusso di votare ogni due anni. La stabilità politica è un valore fondmentale. 

 

Lei come vede la situazione delle riforme, in particolare di quella costituzionale?

E’ molto saggio da parte del presidente Renzi dire che si correggeranno le norme sul Senato. Nel testo che verrà esaminato, il Senato è  una “Camera muerta”, come dicono gli spagnoli del proprio Senato, e la Camera rischia di trasformarsi in una sorta di “consilium principis”. Sono lieto per la disponibilità del presidente del Consiglio a modificare le norme sul Senato. Spero che lo faccia davvero.

 

(Pietro Vernizzi)