Mafia capitale e caos immigrazione fanno perdere al Pd il 2% dei consensi tra maggio e giugno portandolo al 33%. Mentre l’M5S aumenta dell’1,5% e raggiunge quota 24%. E’ quanto emerge dalle ultime rilevazioni di Carlo Buttaroni, sondaggista e presidente di Tecné. La Lega nord nello stesso tempo cresce dell’1% e raggiunge il 15%. Anche se il dato più interessante è che la galassia formata da partiti e partitini di centrodestra complessivamente arriva a quota 36%, guadagnando il 2%. Lo si nota sommando i consensi di Salvini con il 12,5% di Forza Italia (-0,5%), il 4,5% di Fratelli d’Italia-An (+1%) e il 4% di Area Popolare (+0,5%). Sel si ferma al 3% (-1%), mentre gli elettori incerti o propensi all’astensionismo sono il 52,5% (+0,5%). Come spiega Buttaroni, dai dati di Tecné si intuisce che la vittoria dei candidati di centrodestra nei ballottaggi a Venezia e in molti altri Comuni non è un fatto locale ma l’indice di una tendenza nazionale. Lo stesso presidente del Consiglio, Matteo Renzi, lunedì parlando ai deputati del Pd riuniti in assemblea alla Camera ha ammesso: “E’ il momento più difficile e più affascinante dell’intera legislatura. Questa legislatura, che finirà nel 2018, fa venire i brividi”.



Quali fattori incidono di più sui consensi dei principali partiti a livello nazionale?

Mafia capitale ha un impatto molto pesante soprattutto nell’elettorato di centrosinistra. Anche l’emergenza immigrazione ha un effetto rilevante, ma dal momento che c’è un cappello europeo probabilmente incide meno di quello che succederà nei prossimi giorni.



Come si spiega che l’M5S aumenti così tanto i suoi consensi?

Questo dipende molto dal fatto che quando l’elettorato vuole esprimere una forma di dissenso nei confronti delle altre forze politiche si orienta o sull’astensione o sull’M5S. Il Movimento di Grillo è una forza politica che cambia continuamente pelle e base elettorale. Oltre al suo elettorato stabile o fidelizzato, intercetta dunque di volta in volta i delusi dell’una o dell’altra parte.

Come valuta la tendenza dell’astensionismo?

Lo stesso astensionismo è in crescita. A maggio si era registrato un leggero decremento ma ora è tornato a salire. Nelle nostre rilevazioni mettiamo insieme incerti e propensi all’astensione, perché spesso dirsi “incerti” è un modo un po’ più socialmente accettabile per affermare che non si andrà a votare.



I risultati dei ballottaggi nei Comuni riducono ulteriormente i consensi nazionali del Pd?

I ballottaggi sono un indicatore del clima politico che si respira in questo momento. Il Pd è un partito che attualmente sta vivendo delle tensioni sia interne sia nei confronti dell’opinione pubblica, e questo fa sì che i suoi consensi scendano. Poi magari può succedere che tra quindici giorni cambi tutto.

Quello di Venezia è stato di più un voto su Casson o su Renzi?

Entrambe le cose. Il voto di queste Regionali è stato essenzialmente politico, proprio per la natura delle politiche economiche messe in campo in questo anno. Mi riferisco in particolare ai tagli ai trasferimenti, alla pressione sugli enti locali e alla discussione sull’abrogazione delle Province. L’azione del governo nazionale incide molto sulle questioni locali. I due elementi di intrecciano inevitabilmente, anche se poi lo stesso candidato locale ha un peso.

 

Nell’Italicum c’è il ballottaggio come nelle Comunali. Che cosa potrebbe succedere se si votasse domani per le Politiche?

Da questo punto di vista Venezia è sicuramente emblematica, anche se non c’è una regola generale in quanto dipende da caso a caso e se oggi si tenesse un ballottaggio per il governo nazionale il comportamento degli elettori potrebbe essere diverso. Venezia sembrerebbe dire che in questo momento prevale un voto anti-governativo.

 

Come hanno votato al ballottaggio gli elettori di Grillo?

Gli elettori che al primo turno hanno votato per l’M5S, al secondo turno hanno scelto Luigi Brugnaro (centrodestra) in quanto espressione dell’opposizione a Renzi. Alle prossime Politiche le cose potrebbero cambiare. In questo momento la tendenza è quella di un voto d’opposizione, e quindi gli elettori dell’M5S in prevalenza vota un candidato non “governativo”. L’M5S ha fatto da ago della bilancia.

 

Com’è stato l’astensionismo ai ballottaggi?

Buona parte di chi si voleva astenere lo ha fatto al primo turno. Ai ballottaggi c’è stato un ulteriore incremento dell’astensione, ma una parte degli elettori dei partiti esclusi sono andati a votare. Una parte di questi si è riversata prevalentemente sul candidato di centrodestra.

 

(Pietro Vernizzi)