Si è tenuta oggi la conferenza stampa di presentazione dell'”Instrumentum Laboris” della XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Per i divorziati risposati c’è chi vorrebbe l’ammissione ai sacramenti e chi no. “L’eventuale accesso ai sacramenti – si legge nel testo base della discussione dei vescovi nel sinodo d’autunno – dovrebbe essere preceduto da un cammino penitenziale sotto la responsabilità del vescovo diocesano”, e “va ancor approfondita la questione, tenendo ben presente la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti, dato che – chiarisce il testo citando il canone 1735 del Catechismo della Chiesa cattolica – ‘l’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere sminuite o annullate’ da diversi ‘fattori psichici oppure sociali'”. Per “le famiglie in cui vivono persone con tendenza omosessuale” e per le famiglie “di persone con tendenza omosessuale”, “sarebbe auspicabile che i progetti pastorali diocesani riservassero una speciale attenzione” al loro “accompagnamento”. In più, afferma il testo: “Includere le famiglie, in particolare la presenza femminile, nella formazione sacerdotale”: “la presenza dei laici e delle famiglie anche nella realtà del seminario è segnalata come benefica, perché i candidati al sacerdozio comprendano il valore della comunione tra le diverse vocazioni”. (Serena Marotta)