Berlusconi ha proposto una nuova cosa di destra, anzi di centrodestra, “un contenitore più ampio, del quale Forza Italia e la Lega siano parte”. Lo ha detto nell’intervista di ieri al Giornale, e di questo parlerà certamente nel suo incontro con Matteo Salvini previsto questa sera. Quanto può valere questo nuovo polo? Lo abbiamo chiesto al sondaggista Renato Mannheimer. “Difficile dirlo adesso, dipende molto da quanti astenuti è in grado di portare alle urne. Potrebbe valere intorno al 40 per cento”. E su Renzi: “è al minimo, gli insegnanti lo odiano”.



Mannheimer, dunque l’idea di Berlusconi le piace?
In sé è buona, bisogna vedere se Berlusconi riesce a realizzarla. C’è un elettorato di centrodestra che è ancora la maggioranza, e potrebbe tornare a riferirsi a un polo che lo aggreghi. Ma non è una operazione facile.

Si può fare solo con Berlusconi federatore oppure il consenso potrebbe arrivare anche sotto la guida di altri leader?
Anche con altri leader. Ma dipende tutto dalla loro capacità. Certo Berlusconi è molto bravo in queste operazioni, ma alla sua età… Lo stesso Salvini, che adesso mi sembra avere posizioni più moderate, potrebbe farne il leader. 



E comunque, varrebbe più della somma degli addendi.
Sì. C’è una parte notevole dell’elettorato di centrodestra che alle ultime elezioni, non trovando un riferimento, o si è astenuta o ha addirittura votato 5 Stelle. Tutti questi, se c’è un leader forte, possono tornare all’ovile.

Sei mesi fa nessuno si sarebbe aspettato che Salvini da solo potesse raggiungere le percentuali che abbiamo visto. Di quanto può incrementare ancora il suo consenso?
Dipende da quello che fa. Se assume posizioni più moderate, può crescere perfino di un ulteriore 10 per cento. 

Deve continuare a insistere sul tema migranti-sicurezza?
In cima alle preoccupazioni degli italiani c’è il lavoro, e anche chi ha un’occupazione è preoccupato per i figli o per i suoi cari. E’ questa la priorità. In ogni caso, l’atteggiamento anti-immigrati è redditizio e Salvini lo sa bene. Se fino a un paio di anni fa la maggioranza relativa era per l’accoglienza, oggi solo il 17 per cento è per accogliere chiunque arrivi. La posizione anti-immigrati va crescendo fortemente nel paese, una gran parte di cittadini per esempio crede che gli immigrati siano la causa maggiore di criminalità.



Dipende dagli insuccessi del governo sul fronte europeo?
In parte sì. Come dipende molto anche dall’enfasi dei media.

Qual è attualmente il grado di soddisfazione per l’operato del governo?
E’ intorno al 25 per cento, che è la percentuale più bassa da quando Renzi è in carica. E tra le categorie meno soddisfatte e più critiche ci sono gli insegnanti.

Le stavo per chiedere dove Renzi è più in crisi rispetto a questi fronti: migranti, scuola, Mafia capitale. 

Per prima viene la scuola, perché in parte gli studenti ma specialmente gli insegnanti sono stati per anni una delle basi più forti dell’elettorato di centrosinistra. Attualmente gli insegnanti, a torto o a ragione ora non importa, Renzi lo odiano. Poi vengono Roma e infine i migranti. In ogni caso, le opinioni si formano sempre per un concorso di fattori, ma per un fattore solo.

E il Movimento 5 stelle?
E’ stabile. Raccoglie l’insoddisfazione verso tutta la politica in generale e dato che la gente è insoddisfatta e preoccupata, specie in un momento di crisi come questo — e bisogna ricordarsi che nella percezione della gente la crisi non è finita —, il consenso di M5s è destinato a rimanere tale. Ma dipende anche dall’offerta degli altri. E molti elettori delusi da Renzi possono ancora optare per M5s.

Grillo e Salvini condividono l’opposizione all’euro. Agli italiani l’euro piace o no?
Alla maggioranza degli italiani l’euro piace ancora, ma la percentuale di coloro che sono ostili all’euro è andata crescendo, e di molto, negli ultimi anni. Un tempo l’Unione europea era tra le istituzioni più popolari del paese, adesso la sua popolarità è tra il 30 e il 40 per cento. La netta maggioranza non apprezza più l’Ue e lo stesso è accaduto, sta accadendo con la moneta unica.

Cresce la minoranza che non lo vuole, insomma.
Proprio così.

Chi vedrebbe a un ipotetico ballottaggio con le regole dell’Italicum? Pd, M5s, un nuovo polo di centrodestra?
Dipende tutto dalla capacità del centrodestra di riaggregarsi. Se ce la fa, o se Berlusconi o Salvini ce la fanno, sarà quest’area a sfidare Renzi. Diversamente, lascerebbero via libera a M5s.

Ma chi ha più chances? Berlusconi di proporre qualcosa di nuovo, o Salvini di andare avanti da solo?
Entrambi. Certo, Salvini in questo momento è molto carico… e ha capito che sulle posizioni estremiste più di tanto non raccoglie. Però ha molte possibilità, ed è uno che calcola bene quello che fa. 

In un ipotetico ballottaggio Renzi-Salvini, vista la composizione mista, in parte di sinistra in parte di destra del partito di Grillo, chi dei due avrebbe più possibilità di pescare in M5s?
Le ultime elezioni a Venezia lo hanno mostrato molto bene: gli elettori M5s non sono andati a votare. Per nessuno dei due candidati.

(Federico Ferraù)