Dopo aver vinto le elezioni comunali, alle 18 di oggi Calogero Firetto si è insediato ufficialmente al Comune di Agrigento e ha incontrato per l’occasione la stampa presso il Palazzo dei Giganti. Il deputato regionale dell’Udc, già sindaco di Porto Empedocle, è stato in grado di raccogliere il 59,01% delle preferenze totali nel voto che in Sicilia è andato in scena sia domenica 31 maggio che lunedì 1 giugno, superando nettamente tutti gli avversari a cominciare da Silvio Alessi che non è andato oltre il 14,85%. Terzo posto per Marco Marcolin al 9,15%, seguito da Emanuele Dalli Cardillo del Movimento 5 Stelle all’8,79%.
All’interno di queste elezioni amministrative 2015 la questione che ha ottenuto più spazio sui media e nell’opinione pubblica è certamente la querelle sugli “impresentabili”, in particolare la lite piuttosto accesa a colpi di dichiarazione tra la presidente della Commissione Antimafia che ha stilato questa lista, Rosy Bindi, e il diretto interessato, nonché neoeletto presidente della Campania, Vincenzo De Luca. Il governatore, dopo aver querelato la sua compagna di partito, annuncia i punti chiave del suo mandato: «La legalità la difendi se sei rigoroso e combatti contro i delinquenti ma anche se garantisci il lavoro ad un padre di famiglia e se dai una speranza ai tanti giovani che hanno il diritto di immaginare la loro vita qui, nella propria terra. Dobbiamo imparare ad essere una classe dirigente che faccia meno chiacchiere e che ponga fine alle porcherie clientelari». La conclusione è diretta alla trasparenza con cui intende governare, «la Regione Campania dovrà essere una casa di vetro, tutti dovranno controllare tutto. Sulla base della mia esperienza amministrativa, mi sento di lanciare la sfida della trasparenza, del rigore e della legalità».
Dieci punti separano Felice Casson da Luigi Brugnaro, ma i due si giocheranno tutto al ballottaggio del 14 giugno. Dopo il primo turno delle elezioni comunali a Venezia, il candidato del centrosinistra si è fermato al 38,01% mentre quello del centrodestra al 28,56%. “Ringrazio le elettrici e gli elettori che mi hanno sostenuto con il loro voto nella giornata di domenica. In tempi di crisi della politica rinfranca sapere che 46306 cittadini sono usciti di casa per esprimere consenso a nostro favore, non era scontato accadesse – ha scritto Casson sul suo blog dopo la giornata di scrutinio – Ora si apre un’altra dimensione, e occorre il coinvolgimento di tutta la città davanti all’alternativa netta e inequivocabile che abbiamo di fronte.
Per parte nostra, continueremo a parlare delle cose assieme alle persone, come abbiamo fatto e com’è nel nostro stile. I progetti per il futuro vanno valutati e condivisi, senza che le soluzioni siano calate dall’alto”. Casson conclude invitando i cittadini “a impegnarsi per sostenere i valori in cui credono e la loro realizzazione nei fatti”.
Archiviate le elezioni regionali del 31 maggio 2015, il dibattito politico non si placa (nonostante il richiamo del presidente della Repubblica Mattarella, che ha chiesto l’abbandono della “sterile litigiosità”) a causa dei ballottaggi per decidere il nuovo sindaco che si terranno in molte città capoluogo, tra cui Venezia, Mantova, Lecco e Arezzo. Come da tradizione, i candidati che hanno ottenuto il maggior numero dei voti, senza sfondare la soglia del 50% dei votanti, dovranno guardarsi bene da possibili alleanze trasversali e dal ruolo giocato da partiti, come MoVimento 5 Stelle e Lega Nord, che potrebbero orientare il proprio elettorato influendo notevolmente sul risultato finale. A Venezia il candidato del centrosinistra Felice Casson, fermo al 38%, sfiderà Luigi Brugnaro (Forza Italia e Area Popolare), che al primo turno ha ottenuto il 28,6% e potrebbe ricevere il sostegno della Lega Nord (il candidato del “Carroccio” ha ottenuto l’11,89%). A Mantova Mattia Palazzi si è fermato al 46,5% e sfiderà Paola Bulbarelli (Forza Italia e Lega Nord), che ha ottenuto il 26,4% dei voti: nonostante il distacco superiore ai 20 punti percentuali, il candidato del centrosinistra, pur partendo favorito, dovrà guardarsi dal voto degli indecisi, storicamente imprevedibile. Considerazioni simili valgono anche per Lecco, dove si sfideranno Virginio Brivo del centrosinistra (39,2% al primo turno) e Alberto Negrini del centrodestra (26,5%) e ad Arezzo, dove tra due settimane i cittadini dovranno scegliere tra il renziano Matteo Bracciali (44,2%) e il candidato del centrodestra Alessandro Ghinelli, che ha ottenuto il 36%.