Il cuore del messaggio di Matteo Renzi nella direzione nazionale del Partito Democratico ora si orienta al dibattito interno al partito. Questa di fatto è l’opposizione che Renzi considera più nociva, perchè strisciante e difficile da contrastare (visto cosa è successo con Letta lo sa bene) ed è il limite su cui bisogna lavorare drasticamente. Un esempio – anche culturale – è rappresentato dalla legge sulla responsabilità civile dei magistrati, dettata da un garantismo che per Renzi è rispetto della costituzione, come rispettare la costituzione che definisce l’Italia una Repubblica fondata sul lavoro, e non sull’assistenzialismo. E sul garantismo la bordata arriva a Rodotà, che definisce – secondo Renzi – il garantismo un peloso rigurgito di prima Repubblica. “Rodotà non credo sia esperto di garantismo, di certo è espertissimo di prima repubblica”, scandisce Renzi
Matteo Renzi rivendica il suo modello di sinistra che – rivendica – è l’unico vincente in Europa. Ma in Italia ci si trova davanti a tre opposizioni. La prima, quella della “destra”, e della Lega in particolare che gioca la “carta della paura” per conquistare gli elettori. Ovvero la paura di un fisco troppo oppressivo e del problema dell’immigrazione. In particolare su questo Renzi sottolinea come dietro alle dichiarazioni di Maroni ci sia un preciso disegno destabilizzante, che deve essere contrastato. Un’altra opposizione è quella di Beppe Grillo, che con opera di “autoconvincimento” nonostante la discesa del proprio consenso (attenuata da un astensionismo in aumento che – se in passato Renzi ha riconosciuto che ha spesso agevolato il Pd – ora è il miglior alleato di destra e – soprattutto – 5 Stelle), e soprattutto propone una nuova forma di assistenzialismo spinto (ovvero il reddito di cittadinanza che Renzi boccia senza appello). La terza è quella di coalizione “asociale” così come il premier l’ha ribattezzata. “Per difendere il lavoro dovremo aprire le fabbriche, non le bocche nei talk show”, spesso – ricorda – sono più membri di coalizione sociale in televisione che manifestanti a Pomigliano. E difende Marchionne “non è un demonio”, e proprio oggi Marchionne – grazie al Jobs Act – ha annunciato l’assunzione di oltre 1000 operai negli stabilimenti FCA in tutta Italia
Comincia la direzione del Pd con il premier Matteo Renzi che – pagando dazio al gran caldo – comincia il suo discorso con la camicia sbottonata e le maniche arrotolate. L’argomento in effetti è anche più rovente del clima da estate inoltrata. I primi due dati che Renzi snocciola sono due: il problema delle primarie e il fatto che le “impressioni” stanno diventando preponderanti sui dati di fatto. E i dati di fatto sono che il Pd (per Renzi) ha vinto, ha “in mano” tutto il sud e fa fatica al nord. I motivi? Per il segretario del Pd sono sostanzialmente legati, almeno per il veneto, a una posizione “sostanzialmente vessatoria” del modello fiscale della sinistra su imprenditori e cittadini. “Certo in questi anni l’alternativa è stato il condonismo di Berlusconi”, ma per Matteo Renzi il problema è aperto e da affrontare
La direzione nazionale del PD, disponibile in diretta streaming, sta per iniziare durante questo vertice di partito in cui Matteo Renzi sarà probabilmente chiamato a rispondere a temi delicati come ad esempio il tema di “Mafia Capitale” e degli “impresentabili” che hanno suscitato molte polemiche nelle ultime settimane. Molto probabilmente si darà spazio anche al tema dell’immigrazione: “Per risolvere il problema dell’immigrazione serve buonsenso. La decisione di dividere i profughi nelle varie Regioni è stata presa da Maroni, che oggi si è svegliato e dice che non si può fare”. Lo ha detto Matteo Renzi incontrando i giornalisti al termine del G7 nel castello di Elmau a Garmisch, in Germania. Il premier, stasera a Roma per prendere parte alla direzione nazionale del Pd, risponde così al governatore lombardo che ha minacciato di ridurre i trasferimenti regionali ai sindaci lombardi che accoglieranno i migranti. “Il modo migliore per gestire i rifugiati – ha aggiunto Renzi – è che non partano dall’Africa, ma se non si fanno investimenti nella cooperazione internazionale non si può risolvere il problema. Negli ultimi dieci anni noi siamo diventati il Paese che mette meno soldi di tutti nel G7. Quella sull’immigrazione è una questione rimasta colpevolmente aperta per troppi anni. Ci vorranno settimane, è un lavoro di serietà”. Secondo Renzi è facile dire “occupiamo le prefetture”: “Si tratta di risolvere guai causati da chi oggi sta urlando. Nomi e cognomi sono gli stessi”
Tra pochi minuti, alle 21 di oggi potremo seguire in diretta streaming la direzione nazionale del Pd. Intanto leggiamo le parole di Miguel Gotor, deputato della minoranza Pd, che ha analizzato le colpe del suo partito nel caso di Mafia Capitale, che sarà al centro della direzione nazionale prevista per oggi, lunedì 8 giugno 2015, alle 21. Come raccontato da Gotor in un’intervista rilasciata a Ilsussidiario.net, il suo partito avrebbe dovuto vigilare onde evitare un caso del genere: “L’indagine rivela un sistema di corruzione molto grave e c’è stata certamente un’omessa vigilanza”. Il deputato crede però che il Pd stia reagendo bene a quanto accaduto: “Lo stiamo facendo sia attraverso il partito di Roma, sia attraverso un’inchiesta affidata a un uomo autorevole come Fabrizio Barca”. I risultati di tale indagine saranno presentati il 13 giugno, come fa sapere Gotor: “L’unica possibilità è un’autoriforma della politica, che stiamo cercando di attuare”.
In attesa della direzione nazionale del Partito Democratico in programma alle 21 di oggi a Roma, Roberto Speranza fa il punto della situazione dopo il voto del 31 maggio guardando alla tappa dei ballottaggi e al futuro della legislatura. “Il PD ha i numeri in Parlamento per governare ma è chiaro che quel traguardo si raggiunge se si ricostruisce una unità vera del partito”, ha detto l’esponente della minoranza Pd in un’intervista a La Repubblica. “Lo può fare solo Renzi cambiando alcuni atteggiamenti che non hanno funzionato. Solo così arriviamo fino in fondo. Negli ultimi mesi con le vicende dei licenziamenti collettivi, della legge elettorale e della scuola questo non è accaduto”. Secondo l’ex capogruppo democratico è però necessario scongiurare definitivamente “l`ipotesi del partito della Nazione in cui scompaiono i confini tra destra e sinistra”. Poi, ripensando alle varie fasi che hanno portato all’approvazione del Jobs Act e dell’Italicum, Speranza aggiunge: “Lo abbiamo pagato sul piano elettorale. Questa rotta va assolutamente invertita. Io dico: lavoriamo tutti insieme per arrivare al 2018 anche perché fuori dal PD la fotografia è Salvini-Berlusconi Grillo ed è davvero inquietante”
Nuovo confronto tra Matteo Renzi e la minoranza del Partito Democratico nella direzione nazionale che si riunisce questa sera alle 21 nella sede di via Sant’Andrea delle Fratte a Roma. Rientrato dal G7 in Baviera, il premier farà il punto della situazione dopo il voto del 31 maggio scorso che ha visto il Pd trionfare in cinque regioni ma perdere in Liguria, una sconfitta causata proprio da difficoltà interne. Ultime voci in vista della direzione prevedono una sorta di tregua con la minoranza per ricucire gli ultimi strappi in vista dei ballottaggi e della successiva pausa estiva: in programma anche una riorganizzazione della segreteria con un possibile arrivo all’Organizzazione di Ettore Rosato, attuale vicecapogruppo vicario alla Camera. Si discuterà di riforma della scuola, ma anche delle recenti accuse arrivate al commissario del Pd a Roma, Matteo Orfini, per la gestione dello scandalo Mafia Capitale e la difesa al sindaco Ignazio Marino.