“Berlusconi prende le contromisure in vista della fuoriuscita del gruppo dei verdinani e si prepara a dare l’assalto al governo Renzi, i cui numeri al Senato sono ancora traballanti. Ma solo una figura come Della Valle potrebbe fare uscire il centrodestra dall’empasse”. Lo afferma Fabrizio D’Esposito, giornalista politico de Il Fatto Quotidiano, dopo che ieri Silvio Berlusconi ha annunciato un “progetto pazzo, cui sta lavorando in questi giorni» per il futuro centrodestra: dar vita a una grande casa della speranza, aperta a tutti, dai partiti alle associazioni, ai club”.
Da dove nasce questo nuovo attivismo di Berlusconi?
Berlusconi sa che in questo momento deve muoversi perché alle porte c’è la perdita di un altro pezzo del suo partito, cioè il gruppo dei verdiniani. Se ne parlava da mesi e siamo ormai nella fase cruciale. Dicono che martedì al Senato dovrebbe esserci un’accelerazione. Berlusconi deve fare i conti con questa nuova fase politica, e tenersi stretto quello che gli rimane del gruppo parlamentare.
Fino a che punto il suo è un progetto coerente?
La contraddizione è che da un lato vuole rottamare il partito e creare nuovi simboli, ma allo stesso tempo non si capisce quali siano gli uomini di questo progetto. E’ questa la grande incognita per Berlusconi. Dopo l’uscita di Alfano, Fitto e Verdini, ci si domanda quale sia la classe dirigente di Berlusconi in grado di realizzare un progetto vincente nell’ambito del centrodestra.
Berlusconi è davvero convinto di farcela?
Nel campo di Forza Italia c’è un vuoto enorme e il Cavaliere tenta con il suo residuale carisma di colmarlo con questo progetto. E’ sempre più chiaro che Berlusconi lega questo suo attivismo alla suggestione o all’illusione di essere ancora una volta il kingmaker di questo grande cantiere del centrodestra, mentre brilla già un’altra leadership, quella cioè di Salvini. Certo lo zoccolo duro degli italiani che credono in Berlusconi rimane sempre, ma questo attivismo arriva nel momento in cui Verdini è pronto ad andarsene e quindi Forza Italia subirà l’ennesima emorragia del suo gruppo parlamentare che ormai si è ristretto parecchio.
Chi potrebbe dare nuovo ossigeno al Cavaliere?
Nelle settimane scorse, dopo che Diego Della Valle si era dichiarato contro Renzi, il suo nome è stato indicato come possibile nuova guida del centrodestra. C’è bisogno di un leader che non sia stato “sporcato” dalla politica quotidiana, e che consenta a Berlusconi di costruirgli intorno una coalizione.
Berlusconi punta a far cadere Renzi?
Il ragionamento secondo cui Renzi potrebbe non durare esiste in vari ambienti. Il problema è che in questo momento non esiste ancora un’alternativa chiara. Berlusconi ha capito che per Renzi incominciano tempi duri, e quindi la scommessa è capire fino a che punto il premier potrà tirare la corda con questa maggioranza risicata.
Ci sarà un rimpasto di governo per fare entrare i verdiniani?
Verdini è abbastanza furbo da capire che essere accettato nella coalizione di centrosinistra è già un passo enorme. Vedere Gotor e Verdini che votano per lo stesso governo è un fatto di per sé notevole. L’ex coordinatore di Forza Italia è pluri-indagato, è coinvolto in vari processi, reati anche pesanti tra cui bancarotta. Sappiamo che Ncd deve avere un ministero e si è fatto il nome di Quagliariello. Non escludo comunque qualche posto come sottosegretario per dei verdiniani, ma anche senza che ciò avvenga il soccorso di Verdini a Renzi sarebbe un fatto politico notevole.
Per Gotor, “un soccorso dei verdiniani sarebbe uno snaturamento del governo”…
Renzi non ha mai nascosto il progetto di cambiare geneticamente il Pd. Ha aperto ai moderati e vuole andare a conquistare i loro voti. Il discorso di Renzi ha una doppia valenza. Da un lato questi voti gli servono per governare in Senato, dove la maggioranza di Renzi è appesa ai voti di Ncd, a loro volta transfughi berlusconiani. Dall’altra Renzi pensa di poter rassicurare l’elettorato moderato prendendosi questi pezzi per tornare al progetto del Partito della Nazione lanciato dal 40% alle Europee.
La sinistra Pd come risponderà?
Nonostante la scissione a sinistra di Civati e Fassina, tutto il gruppo della minoranza dem è convinto di poter rimanere dentro al partito giocandosi la sua battaglia al suo interno. Lo snaturamento cui si riferisce Gotor è in atto da tempo, perché De Luca in Campania ed Emiliano in Puglia hanno vinto le elezioni con pezzi cospicui del centrodestra.
(Pietro Vernizzi)