Renzi è in vacanza, ma sta certamente pensando a come uscire dal vicolo cieco ne quale si trova la maggioranza. Per Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera, il presidente del Consiglio non ha i numeri per far approvare la riforma del Senato. Avrebbe bisogno di molti voti, di cui attualmente non dispone. Glieli potrebbe dare Berlusconi, al quale non basterebbe certo fare il portatore d’acqua al mulino del premier. Per questo, secondo Polito, un nuovo accordo politico (serio) conviene ad entrambi.



Sul Corriere lei ha scritto che questa volta lo stallo di Renzi è pericoloso. Eppure lo scontro con la minoranza Pd e le prove di intesa con Berlusconi non sono tutte cose già viste?
Quando una situazione di pericolo si ripropone più volte, aumenta la probabilità che questa finisca male. La prima ragione di pericolo sta nel fatto che questa volta qualcuno deve vincere la partita politica, rinviare non si può più. E la seconda ragione è che non era mai accaduto che al Senato sulla riforma costituzionale ci fosse un tale fronte di contrari. Renzi questa volta non ha i numeri.



Ma il governo rischia davvero?
Vede, da un lato le riforme costituzionali non riguarderebbero il governo perché spettano al Parlamento. D’altra parte, però, è anche vero che questo ddl costituzionale porta la firma del governo e Renzi lo ritiene quasi una precondizione della sua azione politica. Se a settembre finisse male o si dovesse anche solo ricominciare da capo, il governo sarebbe politicamente sconfitto. E forse sarebbe il governo stesso ad aprire la crisi.

L’ipotesi di un accordo con Berlusconi ha più chances delle altre?
Sarebbe la soluzione più politica. E di conseguenza la più ambiziosa. Certo presuppone un accordo politico trasparente.



Ma Renzi in questo caso non perderebbe forse troppo?
Penso che per Renzi sia arrivato il momento di fare una mossa politica. Può fare quello che sta facendo adesso, tentar di erodere pezzi della minoranza dem, ma non è una soluzione perché di senatori ce ne vogliono molti e non bastano né Verdini e  i suoi, né qualche altro berlusconiano che voti sottobanco aiutando Renzi. Sarebbe molto più lungimirante offrire a Berlusconi di rientrare in partita.

A quel punto?
Io credo che l’apertura ci sarà, il problema è un altro; è capire se Renzi vorrà arrivare a un accordo politico vero, accogliendo le richieste di Berlusconi su Senato e Italicum, o se Renzi punterà ad avere il voto di Berlusconi solo per portare a casa il risultato.

erto rimettere mano all’Italicum, concedendo a Berlusconi il premio alla coalizione, vorrebbe dire cambiare tutto…
Infatti Renzi non vuole questo, sarebbe l’opposto della situazione politica che vuole costruire. Premio di coalizione vuol dire trattare con altro partiti spesso minori, mentre con l’attuale legge elettorale chi vince prende tutto e comanda da solo. Ma non bisogna dimenticare che anche con l’Italicum la maggioranza dovuta al premio potrebbe essere abbastanza risicata, basterebbero 25 deputati per garantire l’ingovernabilità.

Invece gli altri? 

Sono tutti interessati a tornare al premio di coalizione. Gioverebbe alla minoranza dem per fare il solito gioco dei due forni, a Berlusconi perché gli consentirebbe di fare un accordo elettorale con Salvini senza fondersi; e ovviamente ai centristi, orientati a fare un accordo elettorale col Pd senza dover confluire nelle sue liste. 

Cosa potrebbe chiedere Berlusconi?
Alcune richieste le conosciamo: premio di coalizione, un sistema che consenta di eleggere i senatori in qualche modo anche con il listino regionale, poi alcune riforme in tema di giustizia, dalle intercettazioni alla custodia cautelare e ai due Csm. Ma con Berlusconi alla fine sarà decisivo il dato politico.

Cosa vuole veramente il Cavaliere?
Tornare al centro del gioco politico. Se capisce che l’accordo fa di lui nuovamente il dominus del centrodestra, preferibilmente ai danni di Salvini, dirà di sì; altrimenti, non se ne farà nulla.

Renzi può ancora credere di vincere a cuor leggero con l’Italicum?
Secondo me no. Il Pd non è più al 41 per cento e la situazione politica non è più quella che ha ispirato l’Italicum. E lo sarà sempre meno, per una ragione quasi naturale dovuta alla posizione di chi governa e anche per il sostanziale stallo della situazione economica. La prospettiva di Renzi sarà piuttosto quella di combattere per restare sopra il 30. Modificare l’Italicum dopo tutto gioverebbe anche a lui, oltre che al Pd. Perché oggi il dominus della politica si chiama Renzi, ma domani?

A quando dunque le modifiche?
Dipenderà dai sondaggi. Renzi non ha interesse a cambiarlo adesso, aspetterà la fine della legislatura.

(Federico Ferraù)