Solo la Spagna in Europa ha un’opinione peggiore di se stessa. Per il resto, come rivela l’ultimo studio sondaggistico di Ferrari Nasi, in Italia continua a crescere il malcontento. Uno studio incentrato sull’eccesso di burocrazia che porta alla corruzione, che a sua volta porta alla paralisi economica. Il 42% degli italiani si ritiene colpito quotidianamente dal fenomeno della corruzione, contro il 6% di francesi e tedeschi (gli spagnoli sono al 63%). Il 45% ritiene che la corruzione sia molto aumentata negli ultimi anni mentre addirittura gli italiani che dal 2011 ritengono eccessiva la capacità invasiva dello Stato, quindi le tasse, è aumentata del 25%. Secondo Arnaldo Ferrari Nasi, tutto questo porterà vantaggi politici ai partiti di opposizione come la Lega il M5S, anche se Renzi può contare sui suoi colpi di genio.
A parte gli spagnoli, gli italiani sono quelli in Europa che si sentono colpiti in modo maggiore dal fenomeno della corruzione. Secondo lei, è un dato reale o indotto dalle campagne mediatiche e politiche?
È senz’altro un dato reale perché non stiamo parlando tanto della corruzione classica, la bustarella al politico per intenderci, ma di quella quotidiana vissuta dal singolo cittadino.
Vale a dire?
Parlo dell’esercente che è obbligato a uniformare la veranda del proprio ristorante secondo le disposizioni comunali, e quindi per fare presto e mettersi in regola fa un favore al funzionario comunale, ad esempio offrendogli alcune cene. C’è evidentemente qualcosa che non funziona a tanti livelli personali e questo induce l’italiano a sentirsi colpito dalla corruzione.
L’italiano si è sempre lamentato di questo fenomeno: c’entra un po’ il nostro modo di essere?
Sicuramente il francese non dirà mai di sentirsi colpito dalla corruzione, vediamo che solo il 6% di loro si lamenta. Gli italiani non credono che la corruzione sia un problema legato solo alla classe politica, anche se questa rimane una opinione altissima, il 63%. Si lamentano dei tribunali, il 27%, degli ispettori della sanità o dell’edilizia, il 44%, della polizia e della guardia di finanza. Pensiamo al generale arrestato perché corrotto e capiremo che siamo davanti a un fenomeno che tocca tutti i livelli.
Colpisce il dato relativo alla percezione dell’invasività dello Stato nella vita dei cittadini. Dal 2011 è aumentato del 25%, che è moltissimo.
Infatti. Se stessimo parlando di sondaggi che riguardano i partiti politici, dell’1% o dell1,5% che cambia da un mese all’altro, staremmo parlando di fenomeni inesistenti. Qui invece parliamo di una crescita del 25% in quattro anni, dai tempi del governo Monti a tutti quelli che si sono succeduti. La percezione reale del cittadino è che in questi ultimi anni lo Stato ci abbia letteralmente messo un piede in testa.
Tutto questo malcontento può significare che in caso di prossime elezioni a trarne vantaggio saranno partiti che da sempre cavalcano questo malcontento, come Lega Nord e Movimento 5 stelle?
Non è sbagliato fare questo ragionamento, anzi. Diciamo però che il governo attuale, quello Renzi, ha un vantaggio e uno svantaggio.
Quali?
Il vantaggio è che questo governo ha un organico coeso, è stato capace dopo anni di lotte e clima acceso di riportare un clima di tranquillità in Italia. Oggi nel nostro Paese c’è sicuramente meno tensione.
E lo svantaggio?
Lo svantaggio sono quei dati che tutti conoscono: il debito pubblico continua a crescere, la ripresa non si vede granché nei fatti concreti, permangono dunque quelle condizioni che avvantaggiano le opposizioni.
Quindi?
Quindi abbiamo da una parte Grillo e dall’altra Lega e Forza Italia, tutte formazioni che combattono lo strapotere centralista dello Stato. Subentrano però altri fattori, ad esempio la credibilità politica. La Lega è stata al governo per dieci degli ultimi vent’anni senza ottenere quello che prometteva, ma allo stesso tempo offre maggiore credibilità politica dei grillini che invece mettono ancora paura.
Meno tasse e meno Stato potrà essere la partita su cui si incentrerà la prossima campagna elettorale?
Può essere un cavallo di battaglia per questi partiti, ma bisogna dire che Renzi ancora una volta ha fatto una autentica rivoluzione copernicana annunciando il taglio delle tasse con un colpo di genio. Pensavamo che Berlusconi fosse il re dei comunicatori, ma Renzi è un mago. Ha giocato d’anticipo e si è impossessato del tema. Che poi faccia davvero il taglio delle tasse o no, intanto ha fatto sua la battaglia togliendola agli altri.