Il tormentone estivo “troneggia” sulle prime pagine dei quotidiani: il rinnovo dei vertici della Rai turba i sonni dei potenti, annoia e innervosisce gli italiani, mentre gli edicolanti sia in città che in villeggiatura si lamentano del calo vertiginoso della vendita dei quotidiani e delle riviste in generale, tranne che quelle dedicate allo sport. Così il giovane toscano da Tokyo continua a pontificare sulle “malversazioni di chi non ama l’Italia se critica il suo operato” delirando sulla sua onnipotenza, mentre il popolo del Pd si identifica sulla rappresentanza unica e universale degli italiani attraverso le passeggiate indottrinali della Venere Boschi alle feste della fu “Unità”. 



Intanto Milena Gabanelli offre, non richiesti, consigli utili per la composizione dei vertici della Tv di Stato, sottolineando che il suo punto di forza è l’aver non accettato l’incarico offertole. Il problema però è sempre quello: il potere, che chi ce l’ha non lo molla e vende agli italiani la solita balla del “cambiamento” che non solo dovrebbe essere legato al merito ma anche all’ubbidienza di chi pone i magnanimi lombi sullo scranno da, in questo caso, qualche centinaio di migliaio di euro all’anno (Paolo Mieli declinò a suo tempo perché la nomina avrebbe portato nelle sue tasche meno dello stipendio di Rcs), e soprattutto servilismo obbediente e silenzioso al Presidente del Consiglio in carica, che pare abbia nel cilindro di ritorno dal viaggio in Giappone il nome del Presidente in fieri. Altro che Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai! 



L’attuale Presidente Anna Maria Tarantola, soprannominata  “la Badessa”, è stata utilissima senza dubbio in questi anni per confermare la conservazione dell’attuale tristissimo palinsesto con addirittura la proliferazione di fiction che si riciclano d’estate nei secoli dei secoli, i tre telegiornali diversificati a seconda delle correnti di governo, ma comunque sempre appiattiti sulla linea dettata dal mantenimento della sicurezza del posto fisso, e i debiti nonostante i finanziamenti siano cresciuti nell’ambito dell’assegnazione alla rete pubblica, con un incremento dell’1,20% calcolato sui dati di Banca d’Italia. 



Dunque noi normalissimi italiani e italiane che paghiamo il canone “a prescindere dal prodotto offerto” dobbiamo sapere che la tortona sarà divisa amichevolmente e bulimicamente tra i piddini a insalata russa che sono in commissione di vigilanza, quelli del ministero dell’Economia, i centristi a macedonia, altri del contorno non ben identificato. Il tutto comporterà a questi signori e signore – esattamente al cda – la gestione dell’azienda, svolgere funzioni di controllo e garanzia e votare il direttore generale, nonché la delibera sui contratti aziendali superiori a 2,5 milioni di euro (i soldi nostri del canone coatto!). 

E il merito, signore e signori? La capacità manageriale e la responsabilità? Ininfluenti e poi se per caso qualcuno come Luisa Todini si ricicla come Ad alle Poste e il seggio rimane vacante, lo si lascia vuoto in attesa di riequilibrare i/le fedelissimi/e al posto giusto e al momento giusto.