“Alla fine basterà qualche assenza di Forza Italia per abbassare il quorum, e la riforma del Senato passerà”. A prevederlo è Fabrizio Rondolino, giornalista, scrittore, autore tv e spin doctor. La battaglia sulla riforma costituzionale è ancora lontana da una soluzione, e per Rondolino alla fine a far pendere l’ago della bilancia a favore del sì sarà proprio Berlusconi, “per il quale Renzi è l’unico vero avversario che abbia mai avuto in questi 20 anni”. Secondo l’analista politico “il leader di Forza Italia non ha interesse ad andare a elezioni anticipate, e il modo migliore per salvare la legislatura è fornire un aiutino al governo”.



Rondolino, Ncd è in subbuglio. E se il tallone di Achille di Renzi fosse proprio il partito alleato?

La mia impressione è che si tratti della classica tempesta in un bicchier d’acqua. Quantomeno per un motivo di fondo, e cioè che le elezioni non sono all’orizzonte. Quindi ogni discorso su future alleanze e confluenze è per forza di cose rimandato. Non abbiamo una campagna elettorale imminente, bensì un governo che nonostante le apparenze gode di una certa stabilità.



Perché è convinto che il governo sia stabile?

Perché questa stabilità deriva prima di tutto dal fatto che neanche gli avversari di Renzi vogliono andare alle elezioni. Di conseguenza in un quadro di questo tipo, le tensioni in Ncd non sono destinate a produrre conseguenze gravi. Anche perché se i parlamentari di Ncd escono dalla maggioranza, dove vanno? Siamo sicuri che Berlusconi sia disposto a riprenderseli?

Secondo lei alla fine come andranno le cose sulla riforma costituzionale?

La minoranza Pd si dividerà in due tronconi, con una parte che voterà no e una parte che invece si adeguerà. Qualche senatore di Forza Italia magari se ne resterà a casa per abbassare il numero legale, e i senatori di Ncd grossomodo voteranno a favore di questa riforma.



Eppure con le riforme di Renzi, Ncd è destinato a scomparire…

L’Italicum ha una soglia di sbarramento più bassa, pari al 3%, mentre il Consultellum ce l’ha pari al 4% per la Camera e all’8% per il Senato. Dal punto di vista di un piccolo partito è più amichevole l’Italicum del Consultellum. Dopo di che non escludo che nel listone del Pd ci sarà anche qualcuno di Ncd, ma quello di Alfano è un partito che va a esaurirsi e dissolversi.

E se in Ncd, proprio per un istinto di conservazione, prevalesse l’idea di bloccare la riforma?

Non credo. E poi questi presunti dissidenti sono due o tre e non hanno la forza numerica necessaria per bloccare la riforma del Senato, e neanche per un’intesa con una parte della minoranza del Pd. La mia impressione è che non ci saranno grosse sorprese. Alfano del resto è stato abbastanza chiaro: “Non vogliamo cambiare le maggioranze, vogliamo cambiare l’Italia”.

Quali problemi potrebbero arrivare per Renzi dalla minoranza Pd?

I senatori ribelli sono una ventina. Merito anche dell’azione di Renzi che ha proposto varie possibilità di mediazione. Lo stesso listino, approvato per legge ordinaria e senza toccare l’articolo 2, rende assolutamente strumentale l’opposizione di Bersani, Gotor e degli altri irriducibili. Sulla minoranza avrà dunque un effetto disgregante: una parte accetterà la mediazione e rientrerà nei ranghi e un’altra parte voterà contro. I voti contrari dei dissidenti non saranno di più di una dozzina.

 

La riforma dunque alla fine avrà i numeri?

Sì. Voteranno a favore un centinaio di senatori che appartengono a Gruppo Misto, Gal e fuoriusciti grillini, i quali hanno il problema della sopravvivenza. A ciò si aggiungerà qualche assenza di Forza Italia per abbassare il quorum, e il risultato sarà l’approvazione della riforma del Senato.

 

Le assenze di Forza Italia saranno contro Berlusconi o ispirate da lui?

Saranno ispirate da Berlusconi, perché neanche il Cavaliere vuole le elezioni anticipate. Il suo gioco sarà quello di logorare Salvini, o quantomeno arrestarne la spinta propulsiva, rimettere un po’ di ordine in Forza Italia, e magari anche aspettare che Renzi a sua volta si consumi un po’. Uno “showdown” elettorale rapido non è nel suo interesse, e il modo migliore per salvare la legislatura è fornire un aiutino all’avversario.

 

Ma poi Renzi è fino in fondo avversario di Berlusconi?

Io penso che Renzi sia l’unico vero avversario che Berlusconi abbia avuto in questi 20 anni. E’ ben vero che lo ha tenuto in gioco con il Patto del Nazareno, ma lo ha anche ridotto all’opposizione. L’effetto del Patto del Nazareno è stata la disgregazione di Forza Italia e l’ascesa della Lega. Per Berlusconi, Renzi è stato un avversario più efficace rispetto a chi lo ha preceduto perché ha usato le armi della politica, e non quelle della demonizzazione, degli avvisi di garanzia e dello sputtanamento. Semplicemente Renzi ha fatto politica meglio di Berlusconi.

 

(Pietro Vernizzi)