Con 126 voti a favore, 116 contrari e 10 astenuti, l’aula del Senato ha dato il via libera alla richiesta di autorizzazione a procedere contro Roberto Calderoli per diffamazione nei confronti dell’ex ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge. “Ogni tanto, smanettando con internet, apro il sito del governo e quando vedo venire fuori la Kyenge io resto secco – aveva detto il vicepresidente del Senato durante un comizio della Lega Nord a Treviglio nel luglio 2013 – Io sono anche un amante degli animali per l’amore del cielo. Ho avuto le tigri, gli orsi, le scimmie e tutto il resto. Però quando vedo uscire delle sembianze di un orango, io resto ancora sconvolto”. Parole diffamatorie, ma che secondo l’aula di Palazzo Madama non rappresentano discriminazione razziale. Con un’altra votazione, infatti, i senatori hanno respinto la richiesta riguardo l’accusa di istigazione all’odio razziale. Difendendo Calderoli, il forzista Lucio Malan ha parlato di “un’espressione forte, ma fatta esclusivamente come battuta ad effetto, visto che il contesto, oltre che politico, era anche ludico e cioè quello di una festa estiva organizzata”.



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