“Mentre il Paese è sempre più immerso in una situazione di grande difficoltà e fa parte di un’Europa che si sta disgregando, siamo governati da un chiacchierone”. Lo evidenzia Rino Formica, ex ministro del Lavoro negli anni 80 e 90, a proposito del video diffuso da Renzi per commentare i dati Istat sul miglioramento di Pil e occupazione tra aprile e luglio. Il presidente del Consiglio nel video rivolto agli italiani ha fatto ricorso a una metafora ciclistica: “I dati sul lavoro e sulla crescita dimostrano che non siamo alla maglia rosa e non cresciamo più di tutti ma siamo tornati nel gruppo dei Paesi di testa Ue grazie alle riforme che abbiamo fatto e stiamo facendo”. Secondo Formica invece l’unica speranza per l’Italia è l’Anno Santo della Misericordia indetto da Papa Francesco: “Quando si entra in un vuoto politico come quello attuale la misericordia è una bomba, dà una via al caos esistente, sconvolge il disordine sostituendolo con un immaginario e salvifico ordine”.
Il video di Renzi segna un cambio di passo nell’azione di governo o è soltanto pubblicità?
La vera questione è che Renzi non conosce i dossier e quindi improvvisa. L’improvvisazione può andare bene per chi viene dall’esperienza della gestione di un Comune di medie dimensioni come Firenze. In definitiva il sindaco di Firenze non deve prendere decisioni che riguardano il destino dei popoli, e ha soltanto problemi minori come i trasporti urbani, il decoro cittadino e l’ordine nei mercatini. Sono tutte cose che non necessitano di un grande approfondimento, e si capisce che l’approccio di Renzi è ancora quello.
Perché rivolge queste critiche al presidente del Consiglio?
Per esempio il nostro premier non ha detto una sola parola sulla soluzione strategica con cui intende affrontare i problemi dell’immigrazione. Non basta dire come sistemare quanti sono appena sbarcati, bisogna avere un piano per quelli che arriveranno. Ciò vale soprattutto in una situazione di crisi dell’Africa che è drammatica, in quanto non c’è più un governo in nessun Paese del continente nero. E di fronte a questo Renzi improvvisa.
Con quali conseguenze?
Mentre il Paese è sempre più immerso in una situazione di grande difficoltà e fa parte di un’Europa che si sta disgregando di fronte alla prima grande prova di scontro sociale globale come l’immigrazione, noi siamo governati da un chiacchierone.
Lei parla di immigrazione, ma anche l’economia è un problema cruciale. L’abolizione di Tasi e Imu annunciate da Renzi possono fare la differenza?
Anche in questo caso Renzi sta improvvisando. Prima di annunciare l’abolizione di un’entrata dovrebbe dire quali sono le coperture. Se non si comincia con il dire prima ciò che si deve fare per compiere l’intervento, è come se si desse per presupposto che poi la soluzione in un modo o nell’altro si troverà. Tutto questo rappresenta uno degli aspetti deteriori dell’improvvisazione. E’ un inganno continuo. C’è ormai una così diffusa ripetizione dell’espediente dell’inganno, che ormai quest’ultimo è a tal punto inflazionato da non sembrare più tale.
Anche il caso del Comune di Roma mostra un’Italia in profonda crisi. Che cosa ne pensa di quanto sta avvenendo?
Il gioco delle parti tra il sindaco Marino e il prefetto Gabrielli è una vera e propria commedia. Il prefetto dice al sindaco: “Se tu non segui le mie disposizioni il Comune sarà sciolto”. E 24 ore dopo Gabrielli si rimangia tutto quello che ha detto.
I problemi di Roma nascono con Marino?
No. Proprio ieri è morto a 99 anni il giornalista Manlio Cancogni, autore dell’inchiesta dell’Espresso intitolata “Capitale corrotta = nazione infetta” realizzata nel 1956. L’inchiesta era una riflessione sulle questioni che avvenivano nella capitale, cuore pulsante di una nazione. Mi è venuta in mente a proposito di quanto sta avvenendo a Roma in queste ore, con un presidente del Consiglio e un ministro degli Interni che lasciano il sindaco in una situazione in cui se la deve vedere con il prefetto. E’ una situazione degna di un mondo immaginario.
Di fronte a una situazione come questa da dove si può ripartire?
In Italia mancano un’indicazione e una guida per la soluzione dei problemi drammatici emersi negli ultimi anni in forma impietosa. Il vero interrogativo è se il 50 per cento degli italiani che non vanno più a votare possono essere suggestionati dalla prospettiva salvifica della misericordia del Papa. L’Anno Santo indetto da Papa Francesco è un fatto rivoluzionario in quanto tale proprio per la tematica scelta. La misericordia, cioè la sostituzione della giustizia umana con il perdono divino, è una bomba che esplode sulla stagnazione politica italiana.
Quali risposte può dare l’Anno Santo alla società italiana?
Il punto è se in una società ingiusta come quella italiana, una giustizia incerta, tardiva e spesso partigiana sarà sostituita da un’esigenza diffusa di trovare la misericordia. Come ci insegnavano da ragazzi, le opere di misericordia sono corporali e spirituali, e tra queste ultime c’è perdonare al posto di giudicare con severità. Quando si entra in un vuoto politico la misericordia delle opere corporali e spirituali è una bomba, dà una via al caos esistente, sconvolge il disordine per un immaginario e salvifico ordine. Viene però da chiedersi se qualcuno sia in grado di tradurre questa novità in un ordine politico e istituzionale.
(Pietro Vernizzi)