“Le aperture di Renzi vanno tradotte in un testo costituzionale chiaro che affidi lo scettro della decisione ai cittadini. Solo così si può battere l’antipolitica”. Lo afferma Federico Fornaro, senatore della minoranza Pd, a proposito dei passi in avanti sulla riforma del Senato. Ieri si è tenuta una doppia riunione per cercare di trovare un accordo all’interno del Pd. In mattinata il ministro per le Riforme istituzionali, Maria Elena Boschi, ha incontrato la maggioranza Pd per definire gli emendamenti su articolo 1 e comma 5 dell’articolo 2. Mentre 24 dei 28 esponenti della minoranza interna al partito si sono riuniti per valutare le aperture di Renzi.
Senatore Fornaro, come si deve concretizzare l’accordo perché ne esca una riforma seria?
Lo si deve tradurre in un testo costituzionale chiaro e inequivoco, che affidi la scelta dei futuri senatori/consiglieri regionali ai cittadini riservando ai consigli regionali un semplice ruolo di ratifica della volontà popolare. In questo modo saremo riusciti a ridare lo “scettro” della decisione agli elettori, trovando però una soluzione che leghi comunque i futuri senatori all’ente Regione di provenienza. In questo modo si può garantire un’innovazione e una maggiore coerenza con il modello del Senato delle autonomie.
Si modificherà anche l’intero articolo 2 che prevede l’elezione indiretta dei senatori?
Se il presidente Grasso dovesse dichiarare emendabile l’intero articolo 2, ci sarebbero le condizioni per riscriverlo in modo ancora più chiaro. La soluzione prospettata da Renzi invece sta dentro a un percorso che vede l’emendabilità del solo comma 5.
Alla fine l’elezione dei senatori sarà diretta o di secondo grado?
Mi permetto di risponderle con un esempio, pur tra mille distinguo. Nell’immaginario collettivo il presidente degli Stati Uniti è eletto direttamente dal popolo, mentre in realtà da un punto di vista formale si riuniscono i grandi elettori ed è il loro voto che certifica il risultato dei cittadini. E’ un parallelo, per quanto forzato, utile a far capire che ci possono essere soluzioni in cui politicamente nella percezione del cittadino avviene un’elezione diretta, salvo che dal punto di vista formale assume il carattere dell’elezione indiretta.
I senatori vanno scelti solo nella maggioranza presente in consiglio regionale, in modo da rappresentare la giunta, o anche nella minoranza?
Il nuovo Senato non è come il Bundesrat tedesco, quanto piuttosto un Senato delle autonomie. I senatori rappresentano l’intera popolazione, e non invece i governi dei Lander come avviene nel Bundesrat. E’ giusto quindi che siano scelti anche nella minoranza. Occorre trovare una soluzione e scrivere nel testo della Costituzione il principio della scelta dei cittadini. Poi ovviamente ci dovrà essere un rimando a una legge nazionale che dovrà specificare le modalità della scelta da parte degli elettori.
Bersani ha detto che l’Italicum è un problema che non si pone. Come conciliare le disparità tra Camera e Senato?
Su questo non vedo nessun problema. La Costituzione del 1948 produsse due sistemi elettorali profondamente diversi per Camera e Senato. Non c’è dunque assolutamente nessun problema che ciò continui ancora oggi.
Non è un paradosso che la minoranza Pd insista di più sul Senato anziché sulla legge elettorale della Camera, dove si voterà la fiducia al governo?
La minoranza Pd ha fatto la sua battaglia sull’Italicum. Insieme ad altri 23 senatori non ho votato la legge elettorale, così come poi è avvenuto alla Camera nei confronti di una decina di deputati. Noi non abbiamo condiviso l’Italicum, ma oggi è legge dello Stato e quindi nel momento in cui andiamo a scrivere la Costituzione dobbiamo in ogni caso tenerne conto.
L’emendamento del governo non è ancora stato presentato e la minoranza Pd per ora conferma i suoi emendamenti. Come andrà a finire?
Siamo in attesa del fatto che il governo Renzi traduca in emendamento questa apertura a inserire il principio dell’elezione diretta dei senatori in Costituzione. Ricordo però che i 17 emendamenti della minoranza non riguardavano tutti l’articolo 2, anzi una larga parte erano relativi ad altri articoli.
Lei come auspica che si risolva questa vicenda?
Auspico che sia risolta con chiarezza, restituendo lo scettro della scelta dei senatori ai cittadini, perché credo che mai come in questo momento sia necessario ricreare un rapporto tra eletti ed elettori. Ciò rientra nel recupero di credibilità della politica ed è un modo per combattere l’antipolitica. Il Porcellum attraverso i nominati ha distrutto questo rapporto che c’era con il Mattarellum. Fino al 2006 qualsiasi cittadino sapeva chi era il deputato o il senatore del suo collegio, oggi non è più così.
(Pietro Vernizzi)