“Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha utilizzato la sua figura istituzionale per aiutare la maggioranza e il governo, anziché per garantire la democraticità delle nostre istituzioni”. Lo afferma Massimiliano Fedriga, deputato della Lega nord. Ieri Grasso ha deciso di dichiarare irricevibili 85 milioni di emendamenti al ddl costituzionale presentati dal senatore Roberto Calderoli. Il presidente del Senato ha spiegato la sua scelta con queste parole: “Per rispettare i tempi stabiliti dal calendario dei lavori la presidenza è impossibilitata a vagliare nel merito l’abnorme numero di emendamenti se non al prezzo di creare un precedente che consenta di bloccare i lavori parlamentari per un tempo incalcolabile”.
Come commenta la decisione di Grasso di tagliare gli emendamenti?
E’ un fatto molto grave. Grasso ha voluto modificare il regolamento di sua iniziativa per risolvere un problema politico. Il governo non ha voluto confrontarsi né con l’opposizione, né tantomeno con buona parte del Partito democratico sul tema delle riforme costituzionali. E’ una decisione che contraddice tutte le belle premesse sulle riforme condivise e sul fatto che le regole vanno scritte insieme.
Per Paolo Romani, “l’ostruzionismo fa parte del Parlamento repubblicano e quella di oggi è una decisione pericolosissima per la storia del Parlamento”. E’ d’accordo con lui?
Quando la sinistra è all’opposizione e fa ostruzionismo, è un elemento di democrazia. Quando sono loro al governo e l’opposizione utilizza l’ostruzionismo come arma per discutere, trattare e chiederle legittimamente i propri diritti invece diventa semplicemente un’arma che blocca il Parlamento. Sono due pesi e due misure, e purtroppo il presidente del Senato si è prestato a questa logica.
Salvini ha detto che lui comunque 80 milioni di emendamenti non li avrebbe presentati. E’ una sconfessione di Calderoli?
La lotta “della vita” va fatta su lavoro, tasse, studi di settore e pensioni. Le riforme istituzionali non interessano i cittadini, ma è anche vero che il gruppo della Lega al Senato ha visto in questa mancanza di confronto e dialogo un’impostazione autoritaria da parte del governo e ha ritenuto opportuno presentare questi emendamenti per convincerlo e costringerlo a trattare. Grasso ha utilizzato la sua figura istituzionale per aiutare la maggioranza e il governo, anziché per garantire la democraticità delle nostre istituzioni.
Che cosa voleva ottenere la Lega nord?
La questione principale è l’autonomia delle Regioni. Sono tolte loro competenze, e per noi questo è gravissimo perché sono annullate tutte le virtuosità degli enti territoriali che stanno dando risposte alle esigenze dei cittadini. Per quanto riguarda invece il Senato, meglio abolirlo piuttosto che fare una finta camera delle autonomie che non è eletta da nessuno.
Salvini è intervenuto anche sul futuro del centrodestra, annunciando: “Non appoggerei Berlusconi come candidato premier. Guardo avanti e penso alle primarie”. Perché sosterrete le primarie?
Lo ha spiegato lo stesso Salvini quando ha detto: “Sarà il popolo a decidere il leader, non lo deciderò io né nessun altro”. Noi vogliamo cambiare l’impostazione della politica, in modo tale che non sia più decisa dall’interno del palazzo bensì che l’ultima parola spetti alla gente. Deve essere la gente che decide chi governa, chi amministra, chi si candida. In questo modo si può fare tornare anche un po’ di credibilità all’intero mondo politico.
Alle primarie parteciperanno tutti i partiti di centrodestra?
No. Potrà partecipare chi condivide e si allinea alla nostra offerta politica. Stiamo lanciando le nostre proposte sulle tasse, la riforma Fornero, l’immigrazione, gli studi di settore. Chi vuole starci può condividere un percorso con noi, ma deve essere un percorso di chiarezza nel rispetto dei cittadini cui si offre questa prospettiva di cambiamento politico.
Quindi niente alleanze predefinite?
Noi non chiediamo alleanze opportunistiche per prendere la poltrona. O governiamo per dare delle risposte ai cittadini, oppure non ci interessa gestire il potere semplicemente per fare qualche nomina di amici degli amici come sta facendo Renzi.
Alle amministrative farete le stesse alleanze in tutti i Comuni?
Noi siamo per l’autonomia del territorio. Ogni sezione della Lega deciderà in modo autonomo. Imporre qualcosa da una parte o dall’altra sarebbe tradire il territorio e chi lo vive. Ognuno conosce la propria realtà, chi è presente, chi lavora. Anche i partiti sono fatti da persone, e quindi saranno fatte le scelte migliori per rispondere alle singole esigenze.
Perché avete scelto Del Debbio come candidato sindaco a Milano?
Lo abbiamo proposto perché pensiamo che possa rappresentare un forte cambiamento per Milano, una città massacrata da Pisapia. La capitale economica del Paese è finita nel degrado a causa delle politiche nefaste del suo sindaco. Lo stesso Pisapia se ne è reso conto, vista la sua scelta di non ricandidarsi.
(Pietro Vernizzi)