“In una telefonata intercettata il sindaco di Quarto ha detto di avere raccontato a Di Maio e Fico dei ricatti legati alla camorra. A rigor di logica, sono questi due che si dovrebbero dimettere”. A evidenziarlo è Piero Sansonetti, direttore del quotidiano Il Garantista ed ex direttore di Liberazione. Martedì Beppe Grillo ha espulso ufficialmente Rosa Capuozzo, sindaco di Quarto, dall’M5s. Il primo cittadino è stato inoltre interrogato per tre ore dal pm John Henry Woodcock. Per Sansonetti, “questa vicenda rafforza ancora di più Renzi. Probabilmente Grillo vincerà le amministrative di Roma, ma a livello nazionale il presidente del Consiglio non ha rivali”.



Per una volta i Cinque Stelle si sono trovati dalla parte degli accusati. Che cosa ne pensa di questa vicenda?

Il sindaco Rosa Capuozzo è stata minacciata dalla camorra e non ha ceduto. Eppure è stata espulsa dall’M5s, che ha chiesto anche le sue dimissioni, per tener fede al proprio giustizialismo. I leader del movimento si vantano inoltre di avere cacciato il consigliere Giovanni De Robbio prima che ricevesse l’avviso di garanzia. Ma la verità è che hanno saputo prima dei giudici che c’era stato qualcosa di strano, eppure non lo hanno denunciato.



Come valuta la condotta del direttorio dell’M5s?

Di Maio, Fico e Di Battista hanno fatto esattamente la stessa scelta che contestano al sindaco Capuozzo, e per la quale chiedono le sue dimissioni. La posizione dell’M5s è sempre stata che è sacrosanto fare le intercettazioni e diffonderle. Non sapendo di essere intercettata, la Capuozzo in una telefonata racconta a una sua amica di avere detto tutto a Di Maio e Fico. A rigor di logica, se fosse confermata la linea dell’M5s favorevole alle intercettazioni, Di Maio e Fico si dovrebbero dimettere.

A questo punto de Magistris si frega le mani?



Il primo a fregarsi le mani è Renzi, e poi forse anche de Magistris e Bassolino. I sondaggi non lo hanno ancora registrato, ma per l’M5s è sicuramente un duro colpo. Nello stesso tempo il Pd sta conducendo una campagna molto forte ed efficace, e sicuramente qualcosa porta a casa. Anche Salvini si frega le mani, perché comunque è un concorrente diretto di Grillo nel campo del qualunquismo. La Lega può quindi ricavarne dei vantaggi, specialmente al Nord.

Le conseguenze non si faranno sentire solo in Campania?

Le ricadute sono nazionali, e le conseguenze possono essere abbastanza significative. Quello che cambia è l’immaginario di questa discussione, che Grillo non si aspettava e che quindi non è neanche preparatissimo ad affrontare. Sul piano mediatico Casaleggio ha commesso anche qualche errore.

In prospettiva, a Grillo interessa davvero vincere le amministrative?

Se l’M5s dovesse perdere le amministrative in tutte le grandi città, l’idea che rischia di diventare sempre più forte è che Grillo va bene solo per fare un po’ di opposizione, ma che non è un’alternativa. Le conseguenze si farebbero quindi sentire anche alle prossime elezioni politiche.

I Cinque Stelle rischiano di perdere anche a Roma?

Io continuo a essere convinto che alla fine a Roma vincerà comunque l’M5s. Per perdere il Campidoglio, Quarto non basta: ci vorrebbero anche Quinto, Sesto e Settimo. A Roma il Pd non è certo messo bene, e la stessa Meloni risente del fatto che l’amministrazione Alemanno è troppo recente. L’ipotesi peggiore per Grillo sarebbe perdere tutte le sfide elettorali e vincere solo a Roma.

 

Nella Capitale Renzi ha lanciato Giachetti. E’ un buon nome?

E’ un nome spendibile, ma non mi sembra né in grado di trascinare né di cambiare i rapporti di forza. Prenderebbe un po’ di voti e la sua campagna elettorale sarebbe abbastanza semplice perché non ha scheletri nell’armadio, e d’altra parte non ha precedenti esperienze né a Roma né al governo. Ma non credo che possa vincere né Giachetti né un qualsiasi altro candidato del Pd.

 

Come vede il rapporto tra Renzi e le banche?

Le banche sostengono il governo, Renzi non è certo impegnato in una battaglia né contro le banche né contro la grande impresa. Anzi è sostenuto da entrambe, e questo fa sì che non rischi quello che ha portato alla crisi dei governi precedenti. Le crisi non sono certo determinate dalla Fiom di Landini: l’ultima volta che un governo fu rovesciato dalla Fiom era prima della nascita dello stesso Landini.

 

Le banche a un certo punto potrebbero cambiare idea su Renzi?

Non possono certo cambiare idea, in quanto non c’è nessun altro che potrebbe sostituire Renzi. Il suo grande vantaggio è questo: non ci sono alternative. L’unico uomo di governo alternativo a Renzi è Berlusconi, ma il Cavaliere non ha nemmeno una probabilità su un milione di ritornare al potere. Salvini è un ragazzotto con le felpe un po’ razziste, mentre Grillo non è un’alternativa proprio per nessuno. E’ quindi impossibile che banche e grande industria lascino Renzi.

 

(Pietro Vernizzi)