“La stepchild adoption, così come è configurata nel ddl Cirinnà, rischia di trasformarsi in una sorta di incentivazione della maternità surrogata, che noi riteniamo non condivisibile e anche eticamente discutibile”. E’ la critica di Alfredo Bazoli, deputato del Pd, il quale annuncia che voterà secondo coscienza se Renzi non dovesse accettare le proposte di modifica presentate insieme ad alcuni colleghi. Secondo l’onorevole, anche sul piano delle unioni civili “il ddl Cirinnà contiene un rimando alle norme sul matrimonio talmente massiccio da creare una serie di contraddizioni, ambiguità ed errori che andrebbero corretti”.



Onorevole Bazoli, che cosa chiede al governo per quanto riguarda il ddl Cirinnà?

Chiediamo che ci sia uno sforzo ulteriore di mediazione all’interno del Pd, per fare in modo che si arrivi al voto il più possibile uniti.

Che cosa non la convince?

Il dubbio che abbiamo noi è che la stepchild adoption, per come è configurata, rischi di trasformarsi in una sorta di avallo, legittimazione o incentivazione della pratica della maternità surrogata, che noi riteniamo non condivisibile e anche eticamente discutibile.



Per quale motivo?

Nel caso di coppie eterosessuali sposate la stepchild adoption si applica per definizione solo ai figli nati prima del matrimonio, perché quelli che nascono dopo sono figli legittimi della coppia. Nel caso invece delle unioni civili omosessuali la stepchild adoption si applicherebbe anche ai figli nati dopo. Se una coppia omosessuale decidesse di voler intraprendere un percorso di genitorialità, questa norma gli offrirebbe l’occasione per farlo. Basterebbe appunto affidarsi a una maternità surrogata all’estero e poi chiedere l’adozione da parte del convivente.

Come ritiene che vada modificato il ddl Cirinnà?



Lo stralcio della stepchild adoption consentirebbe di rinviare a una revisione organica di tutti gli istituti para-genitoriali. In alternativa si possono studiare forme giuridiche diverse, come per esempio l’affido rafforzato, in grado di scongiurare il rischio che noi vediamo.

Perché crede che l’affido rafforzato sia una soluzione migliore della stepchild adoption?

L’affido rafforzato è una forma di tutela che garantisce al minore un rapporto giuridicamente qualificato con il partner del genitore biologico, senza però trasformare il partner stesso in genitore tout court. E’ una tutela del minore, senza però un pieno riconoscimento della potestà genitoriale. E’ quindi un istituto giuridico che si presta meno a legittimare quei comportamenti come la maternità surrogata.

Che cosa ne pensa invece della parte relativa alle unioni civili?

Anche su questo noi abbiamo fatto rilevare, sulla scorta di osservazioni formulate da autorevoli giuristi, che il ddl Cirinnà contiene un rimando alle norme sul matrimonio talmente massiccio da creare una serie di contraddizioni, ambiguità ed errori, che andrebbero invece corretti. Anche su questo una ripulitura del testo sarebbe quanto mai opportuna. Serve una distinzione più chiara e netta che indichi una serie di contraddizioni abbastanza evidenti.

Renzi ha detto che andrà avanti comunque per la sua strada. Voi che cosa farete?

Noi stiamo lavorando perché le nostre sollecitazioni siano accolte. Va percorsa la strada della mediazione che abbiamo proposto. Credo che anche il partito non lascerà cadere queste nostre istanze.

 

E se invece le lasciasse cadere?

Esiste la libertà di coscienza, che in questo caso essendo un tema eticamente sensibile è prevista persino dallo statuto del Partito democratico. Ognuno alla fine si comporterebbe come meglio crede rispetto al testo presentato.

 

E’ politicamente opportuno che il governo affronti le unioni civili in una fase politica così difficile come quella attuale?

E’ una questione sulla quale il Pd si è impegnato in termini molto espliciti fin da quando Renzi è diventato segretario. Credo quindi che sia giusto e corretto mantenere l’impegno preso con gli elettori, i simpatizzanti e i militanti del Pd.

 

Sulla stepchild adoption si apre una nuova frattura nel Pd tra laici e cattolici?

Non credo, stiamo a vedere come va a finire. Io sono convinto che tutto si chiarirà e che si troverà una composizione per evitare lacerazioni ulteriori. Se non dovesse andare così, si tratterà di capire come si arriverà all’approvazione della nuova legge. Ma non voglio neanche pensare al fatto che non si faccia il possibile per arrivare invece a una mediazione che eviti ulteriori spaccature interne.

 

Già in altri casi, come sulla riforma costituzionale, Renzi ha parlato prima con Berlusconi e poi con il Pd. Prima di cercare un accordo con l’M5s sulle unioni civili, Renzi farebbe bene ad ascoltare il suo stesso partito?

Non c’è dubbio che vada assolutamente costruita prima l’unità all’interno del partito. Alla fine però anche la riforma costituzionale è stata approvata con un consenso amplissimo all’interno del partito, perché anche le ultime modifiche apportate hanno consentito di ridurre l’area di dissenso interno a poche unità. Il metodo seguito in quella occasione è stato assolutamente quello corretto. E’ per questo che sono convinto che lo stesso metodo sarà utilizzato anche in questa occasione.

 

(Pietro Vernizzi)

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