Oggi si è tenuta l’assemblea dei senatori Pd per discutere sulla legge delle Unioni Civili che è in discussione in questo mese ()calednarizzato il 28 gennaio) in Parlamento: il ddl Cirinnà, che sta rappresentando un passaggio piuttosto ostico per la maggioranza e il Partito Democratico in particolare, oggi hanno limato alcune distanze tra l’ala cattolica e la restante parte dei Dem, con la relatrice della legge Monica Cirinnà che all’uscita ha dichiarato ai giornalisti “il gruppo del Pd non è spaccato, resta aperto il nodo dell’articolo 5 del ddl, sul quale c’è un confronto fra la stepchild adoption e l’affido forzato, ma si troverà un’intesta perché c’è un clima troppo positivo”. Da quanto emerge si discusso a molto ma con meno opposizioni di qualche tempo fa, anche se comunque resta aperto il dialogo fino a martedì prossimo quando è stata convocato un’altra assemblea dei senatori Dem al termine della quale ci sarà il voto sul pacchetto di norme a riguardo delle unioni civili. Ancora Cirinnà, sintetizzando il dibattito di oggi all’Ansa ha riferito che “esiste l’ampia disponibilità al dialogo e l’accettazione che non si cambia nulla sull’attribuzione dei diritti delle persone omosessuali.
Giorni caldissimi in parlamento per la legge sulle unioni civili che è in discussione a breve in Senato: il passaggio del ddl Cirinnà nella camera con meno maggioranza del governo è stata una scelta paventata dal Pd stesso che si dice di aver preferito una operazione del genere per andare subito al nocciolo della questione e svelare i vari giudizi delle rispettive forze politiche in merito ad una delle leggi più discusse degli ultimi anni. In ballo non c’è solo la questione delle unioni civili con la possibile equiparazione al matrimonio – timore delle forze cattoliche presenti nei vari schieramenti del Parlamento – ma anche l’articolo 5, sulla Stepchild adoption e la conseguente adozione per i figli del compagno/compagna che agitano i piani della discussione politica e sociale. Ha parlato oggi, intervistata a CorriereLive, Monica Cirinnà che firma la legge con il suo nome e le sue sono le scelte principali: «il mio ddl è costituzionale e si farà grazie al mio cattivo carattere e grazie alla volontà di tutto il Pd; lo sgambetto al governo Renzi è probabile che verrà provato, ma la strada parlamentare è stata scelta volontariamente passando per le forche caudine, come primo passaggio dal Senato, dove i numeri sono strettissimi». Per fare questo ci sarà la richiesta al M5s di provare a votare insieme alla maggioranza su questo testo che genera molte divisioni in termini etici, morali e politici.