Nel consueto appuntamento del lunedì sera con il direttore dell’istituto di sondaggi Emg Acqua Fabrizio Masia nel suo Tg La 7, Enrico Mentana ha mostrato un rilevamento molto interessante inerente l’intenzione di voto degli italiani rispetto al referendum sulla riforma costituzionale che avrà luogo nell’ottobre 2016. Il voto, che è stato indicato da Matteo Renzi come una sorta di referendum sulla sua persona, tanto da farlo coincidere in caso di vittoria del “no” con una cessazione della sua esperienza politica, al momento sancirebbe l’approvazione delle modifiche redatte in Parlamento. Se si votasse oggi, quasi il 70% degli elettori (il 69,9%), voterebbe per approvare le riforme, mentre soltanto il 30,1% voterebbe per l’approvazione. Il dato va comunque preso con la dovuta cautela dal momento che il 50,7% degli intervistati si è detto indeciso, con un aumento del 4.7% degli intervistati appartenente a questa particolare fascia rispetto all’ultima rilevazione. La percentuale dunque si riferisce ad un campione che dovrebbe aggirarsi sul 47,2% degli italiani: a dimostrazione che neanche dinanzi ad un appuntamento importante come quello referandario, la disaffezione dei cittadini nei confronti della politica potrebbe venire meno.



Come ogni lunedì sera, Enrico Mentana ha dato spazio ai sondaggi elettorali politici dell’Istituto Emg nel corso del suo Tg La 7. Le proiezioni stilate dal gruppo guidato da Fabrizio Masia, indicano nella coalizione di centrosinistra la compagine più apprezzata ad oggi dagli italiani. La formazione a guida Renzi otterrebbe infatti il 31,2%, staccando di poco il centrodestra (30,2 %); terza posizione per il Movimento Cinque Stelle, che raggiungerebbe il 28,4%. Secondo l’attuale legge elettorale però, se nessuna coalizione riuscisse a superare il 40%, assisteremmo al ballottaggio ed è proprio qui che secondo gli analisti dovrebbe giocarsi la battaglia dei grillini. Nel caso in cui il Movimento Cinque Stelle riuscisse a garantirsi un posto fra le prime due liste infatti, avrebbe praticamente conquistato la possibilità di governare il Paese. Secondo Emg in un ballottaggio contro il centrosinistra sarebbero proprio i pentastellati ad avere la meglio (51,3% contro 48,7%); risultato simile in un ballottaggio tra M5S e centrodestra (52,5% a 47,5%). Nell’ipotesi invece di un ballottaggio “classico” tra centrosinistra e centrodestra ad avere la meglio sarebbero i primi, anche in questo caso con un 52,5% a 47,5%.



Sebbene nell’universo politico, da oggi fino alle amministrative di maggio, possa succedere davvero di tutto, vanno letti con attenzione gli ultimi sondaggi elettorali politici pubblicati dall’istituto Index Research rispetto alle città di Napoli e Torino. Per quanto riguarda il capoluogo campano se si votasse oggi sarebbe eletto sindaco il candidato supportato dal centrodestra Gianni Lettieri con una percentuale attorno al 29%. Grande equilibrio alle spalle del leader dell’opposizione in consiglio comunale: appaiati al 24% troviamo infatti il sindaco uscente Luigi De Magistris e il candidato espressione del Movimento Cinque Stelle. Leggermente più indietro il centrosinistra (23%) che correrà supportando la candidatura di uno tra Antonio Bassolino e Gennaro Migliore. Situazione molto più chiara per quanto riguarda Torino, dove il grande favorito è l’uscente Piero Fassino, attribuito con la coalizione di centrosinistra del 42% delle preferenze. Alle sue spalle si colloca Chiara Appendino del Movimento Cinque Stelle con il 28%. Più indietro Osvaldo Napoli, probabile candidato del centrodestra attribuito del 19%.



Nel consueto appuntamento del lunedì sera con il Tg di La 7 condotto da Enrico Mentana, il direttore del  telegiornale ha fatto il punto sullo stato di salute dei partiti politici nazionali analizzando il gradimento degli elettori negli ultimi sette giorni in base ai dati forniti dall’istituto di sondaggi Emg di Fabrizio Masia. Rispetto alla settimana scorsa Emg segnala una crescita quasi impercettibile (+0,1%) del Partito Democratico, che dal 31,3% passa al 31,4%. Il secondo partito d’Italia è ancora il Movimento Cinque Stelle, che però negli ultimi sette giorni cala dello 0,2% e si attesta al 26,8%. La crescita maggiore è quella fatta registrare da Forza Italia, che guadagna a sua volta lo 0,2% portandosi all’11,8%. Aumento di consensi anche per Fratelli d’Italia, che con il suo 0,2% in più, figlio probabilmente della spinta dettata da una Giorgia Meloni in odore di candidatura a Roma, raggiunge il 5,5%. Lieve calo anche per la Lega Nord di Salvini, che dal 15,4% di una settimana fa scende al 15,3% di ieri. 

Sebbene manchino due anni dalla scadenza naturale del percorso di governo a guida Renzi, i sondaggi elettorali politici rimangono sempre di attualità. A parlare al quotidiano “Libero” della situazione attuale, nonché dei possibili scenari futuri, è stata Alessandra Ghisleri, direttrice dell’istituto “Euromedia research” da anni sondaggista di fiducia di Silvio Berlusconi. Secondo la Ghisleri uno dei dati più indicativi di quest’ultimo periodo riguarda il calo nell’indice di gradimento registrato rispetto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi:”Dopo gli ultimi crolli delle banche in borsa e le vicessitudini del padre della Boschi, per la seconda volta Renzi è sceso sotto il 30% di gradimento. La prima volta era accaduto a novembre, quando scoppiò la vicenda Banca Etruria“. A detta della Ghisleri la distribuzione delle forze politiche, al di fuori del Parlamento, è la seguente:”Oggi la maggioranza di governo si attesta sul 30-35%. Il restante 60-65% è opposizione, rappresentata da M5s e centrodestra. Comunque non bisogna dimenticare che da tempo più di un terzo degli italiani non vota“. La sondaggista infine, nonostante per Forza Italia sembrino lontani i tempi d’oro, rimette in gioco anche Berlusconi,:”Berlusconi è capace di rimonte impossibili. Alle elezioni del 2013 in poco più di due mesi riportò il partito dal 12-13% fino quasi al 22%. Gli restano una storia personale insuperabile e una grande sensibilità verso gli elettori ma oggi ha una difficoltà in più: la sua incandidabilità“.

Un’occasione locale dal forte sapore nazionale: sono i sondaggi elettorali politici che raccontano di una corsa alle primarie del Pd a Milano che potrebbe dirci molto sulle reali intenzioni degli elettori anche a livello nazionale. Fermo restando che nelle grandi città come nelle piccole ancora oggi vale la legge secondo cui la persona ha un valore prima del partito, eppure per quanto riguarda il comune di Milano il voto per la successione a Pisapia nel centrosinistra sta infiammando gli scenari nazionali con le indicazioni date dagli ultimi sondaggi Swg che mostrano una netta predominanza del candidato più “renziano” che corre, ovvero Beppe Sala. Ecco i dati nello specifico: un sondaggio commissionato dal Pd milanese, si scopre che per Sala voterebbero oggi il 55% degli elettori, mentre la coppia Francesca Balzani e Pierfrancesco Majorino non riuscirebbe a sfondare quota 25%, rimanendo ben al di sotto del rivale ex commissario di Expo. Andando diritti sulla fiducia personale, il sondaggio parla anche qui di vittoria netta di Sala, dato al 70%, mentre la Balzani è al 61%, con Majorino leggermente staccato al 59%.