Il referendum costituzionale prosegue nell’iter di campagna elettorale con Renzi impegnato a sfatare gli attacchi delle opposizioni e soprattutto impegnato a vincere la battaglia interna nel suo partito, forse quella più difficile. Proprio per questo motivo, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha parlato ieri a Firenze mentre presenziava alla candidatura del governatore toscano Enrico Rossi a futuro segretario Pd per il Congresso 2017. «Mi pare sia un po’ presto, adesso ci dobbiamo concentrare sul passaggio fondamentale del referendum: qualunque distrazione sarebbe un errore. Dobbiamo evitare di fare del referendum un congresso, in un’Italia che dice sì sarà semplice confrontarsi, mentre in un’Italia del no assisteremo a a una regressione populista», ha raccontato Orlando davanti ai giornalisti. Mentre da un lato però Renzi prova in tutti i modi a “spersonalizzare” il voto delle riforme costituzionali del ministro Boschi, minoranza Pd, M5s e tutta la destra remano ovviamente al contrario: di contenuti se ne parla pochissimo e per questo motivo il Cardinale Bagnasco da capo della Cei ha voluto parlare ai cittadini italiani provano a centrare il problema. «La riforma costituzionale merita tutta l’attenzione e l’invito è di informarsi personalmente e di ricordare che questo referendum non prevede un quorum minimo e questo raddoppia l’importanza e la responsabilità di ciascuno. Proprio perché è importante bisogna che gli italiani non siano distratti come se fosse una cosa di poco conto». Il presidente dei Vescovi Italiani ha sottolineato che il referendum riguarda la costituzione, ovvero la struttura del Paese: « Le leggi si possono cambiare evidentemente ma non si cambia una costituzione tutti i momenti». Il problema della personalizzazione vede in Bagnasco un involontario assist al premier renziano, dato che alla domanda se vi è il rischio di un’eccessiva personalizzazione del referendum, «No, assolutamente, e questo mi pare viene detto ampiamente. E’ importante – ha concluso – per il Paese, per la struttura del nostro Paese». Basterà per far luce sui contenuti e meno sulle schermaglie? Difficile, di certo però tutti sono chiamati a votare su quella riforma e quantomeno conoscerla potrebbe non essere un cattiva idea…



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