Fermento nel Pd. “Nessuno ha la velleità di arrivare ad approvare una nuova legge elettorale da qui al 4 dicembre, ma mi auguro che si arrivi a un atto politico molto fermo: un documento politico particolarmente chiaro ed esplicito o un testo base da depositare in commissione”. E’ quanto affermato lunedì dal deputato del Pd, Gianni Cuperlo, intervistato da SkyTg24, il quale ha aggiunto: “Non bisogna buttare la palla troppo avanti, i tempi devono essere contenuti, definiti”. Ne abbiamo parlato con Mattia Feltri, editorialista de La Stampa.
Con la proposta di una commissione per modificare l’Italicum, Matteo Renzi vuole raggirare la minoranza interna?
Che Renzi voglia fregare la minoranza Pd mi sembra possibile, nel senso che ogni volta che ci sono dialettiche di questo tipo uno cerca di fregare l’altro. E’ però un po’ più evidente che la minoranza Pd sta cercando di fregare Renzi.
In che senso?
Sia la riforma costituzionale sia l’Italicum sono state ripetutamente aggiustati durante i dibattiti parlamentari ogni volta per le richieste che venivano dalla minoranza Pd, e mai per quelle degli altri partiti come Lega, M5s e Forza Italia. In questo modo si è cercato di tenere unito il partito.
Eppure la minoranza Pd si dice insoddisfatta…
Le istanze della minoranza interna sono già state accolte più volte. Quando Renzi fa il paragone con il “metodo Bubka” che consiste nell’alzare sempre l’asticella ha in parte ragione. L’impressione è che il tentativo sia quello di ottenere sempre qualcosa in più, in quanto è l’unica tattica attraverso cui la minoranza Pd può cercare di indebolire Renzi.
Che valutazione si sente di dare della situazione del premier?
Senz’altro Renzi è più in difficoltà ogni giorno che passa. Io però non mi ricordo un solo presidente del Consiglio degli ultimi 70 anni di storia repubblicana che non sia stato messo in difficoltà dalle minoranze interne. Nel 1994 il governo Berlusconi cadde perché Umberto Bossi uscì dalla maggioranza. Nel 1998 il governo Prodi fu sfiduciato perché la minoranza interna guidata da Massimo D’Alema decise di dare vita a un nuovo esecutivo. Tra il 2001 e il 2006, il secondo governo Berlusconi ha dovuto cambiare ministri e leggi per i mugugni dei suoi alleati.
Vuole dire che Renzi non ha commesso errori?
No, ciò non toglie che Renzi abbia fatto degli errori. Io per esempio ho trovato terribile il modo in cui il parlamento ha votato la riforma costituzionale. In pratica i partiti di opposizione non hanno avuto diritto di parola, e non è stato discusso uno solo dei loro emendamenti, anche se Renzi non manca mai di ribadire che erano 8 milioni. Questa riforma quindi non è nata bene. Ma anche se Renzi ha commesso degli errori, mi sembra prevalente l’azione delle minoranze.
Renzi è seriamente intenzionato a cambiare l’Italicum dopo il referendum?
Da qui al 4 dicembre c’è un mese e mezzo. Basta sedersi a un tavolo per due pomeriggi e incominciare a trovare un testo di massima sul quale, dopo il referendum, si impegnano tutti a lavorare. Se però la minoranza Pd parte dal presupposto che il segretario del suo partito la vuole fregare, il partito non c’è più e a quel punto la reazione più coerente è prendere e andarsene.
Per Gianni Cuperlo, “il Pd e in primo luogo il suo segretario deve mettere in campo una sua proposta di riforma della legge elettorale: indicarne i pilastri, i capisaldi”. Che cosa ne pensa della sua posizione?
Nel maggio 2015 Renzi ha proposto Cuperlo come direttore dell’Unità. Se avesse accettato, oggi potrebbe esprimere le sue opinioni nella comodissima e rilevante posizione di direttore del giornale del partito. Cuperlo invece ha rifiutato, lasciando intendere che l’Unità era un giornalino che ormai andava morendo. Ricordiamoci che lui è espressione di una minoranza che, in termini di consensi percentuali, non è neppure così rilevante. E’ quindi difficile capire che cosa abbia in mente la minoranza Pd, ma ho il forte sospetto che la sua sia un’opposizione per fare opposizione.
(Pietro Vernizzi)