E’ in corso in Francia lo sgombero della “giungla” di Calais, il sito che da 18 mesi ha visto un numero crescente di profughi stazionare in attesa di una destinazione. L’evacuazione interesserebbe, secondo le autorità francesi, circa 6mila persone. Nel frattempo, solo negli ultimi tre giorni sono state recuperate circa 12mila persone nel Canale di Sicilia, mentre le ultime cifre ufficiali dicono che il 2016 è il nuovo anno record per numero di arrivi, che ammontano a 153.450 unità, il 10 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Mario Mauro (Popolari per l’Italia), ministro della Difesa durante il governo Letta, accusa pesantemente Renzi e il governo.



Senatore Mauro, i migranti aumentano, e nelle acque del Mediterraneo si continua a morire.

Partirei dall’apparente errore del governo italiano quando ha siglato l’accordo Ue-Turchia. In quella circostanza il parlamento, con in prima fila il sottoscritto, ha messo in guardia il governo, ma non è servito.

Perché un errore?



Perché stringendo un patto con la Turchia per la chiusura della via balcanica, la maggioranza dei flussi si sarebbe riversata nel corridoio libico, e si sarebbe reso più tragico l’attraversamento del Mediterraneo. 

Che cosa è cambiato nei flussi con la chiusura della rotta balcanica?

Mentre prima l’86 per cento dei passaggi avveniva sulla rotta balcanica e il rimanente sulle restanti rotte, dopo quella firma il 93 per cento dei flussi è tra Libia e Italia. Sono dati Onu.

Come spiega una decisione così improvvida del nostro governo?

Improvvida? Io accuso il governo italiano di aver fatto questa operazione scientemente, peraltro facendo di tutto per evitare che l’Ue concludesse accordi con i paesi limitrofi del corridoio libico, Egitto e Tunisia, e si stabilissero campi per l’identificazione dei migranti in quei paesi. 



La sua è un’accusa pesantissima. Come ritiene di motivarla?

La nostra crescita economica è ridotta al lumicino. Il governo nelle stime del Def l’ha gonfiata fino all’1 per cento, quando tutti gli altri attori, compreso l’ufficio parlamentare di bilancio, la stimano intorno allo 0,6-0,7 per cento. Come fare per arrivare all’1? La spesa pubblica in favore dei migranti fa prodotto interno lordo e nello stesso tempo non viene conteggiata per il deficit da parte dell’Ue. L’ex ministro Francesco Forte, ma non solo lui, ha stimato in un più 0,1 per cento di Pil la spesa pubblica per 100mila migranti. Se l’Italia arriverà a fine anno con 200mila e più migranti, un “risultato” a portata di mano, avremmo un più 0,2 sicuro, cui va aggiunta la spesa per il terremoto, anch’essa scomputabile dal deficit. E’ cinico? E’ la strategia economica del governo.

Intanto Renzi e Padoan attendono una lettera della Commissione. 

Anche un bambino si accorge che nella manovra non ci sono interventi strutturali, ma solo operazioni di basso profilo dall’apparente rilevanza civica per sbarcare il lunario. Ad esempio Renzi ha messo nelle spese per il terremoto anche un piano trentennale come Casa Italia, ma all’Ue non sono fessi e se ne sono accorti in due minuti.

 

Che cosa auspica?

Che quando si arriverà al dibattito parlamentare, le forze politiche abbiano il coraggio di denunciare questi provvedimenti. 

 

Se è come dice, allora è vero che l’Italia va in Libia a prendersi i migranti.

Sì, ed è un fatto sul quale il ministro degli Esteri dovrebbe dare spiegazioni. Dopo la conclusione di Mare Nostrum l’azione di vigilanza delle navi italiane è diventata sempre più incipiente rispetto alle coste libiche. E’ assolutamente lodevole che salviamo la vita di coloro che rischiano di perderla in mare, la cosa che si capisce meno è perché questa operazione avvenga quando in realtà non avrebbero nessuna difficoltà a poter intervenire le vedette libiche. Le quali non avrebbero il problema di considerare le coste porto sicuro, perché è casa loro.

 

Noi invece…

Nel momento in cui siamo noi a salvare i migranti, il porto sicuro diventa un problema nostro, e poiché la Libia è in guerra, decidiamo scientemente, sia noi sia le altre navi europee, di portarli verso Lampedusa.

 

Ma che alternative avremmo e che cosa dovremmo fare?

La soluzione va cercata nella sigla europea di accordi con la Tunisia e con l’Egitto analoghi a quello stipulato con la Turchia. Questi sono governi efficienti e funzionanti, che potrebbero espletare sul loro territorio l’identificazione e il vaglio delle richieste di asilo. Escludendo a quel punto quelli che richiedenti asilo non sono. 

 

Lei accusa il governo di usare i migranti per avere più soldi, però Renzi ha ammonito l’Ue ad adottare procedure di infrazione verso i paesi che non li vogliono.

Renzi vuole far vedere di essere il paladino dell’Italia contro l’Ue, ma la sua è solo una strategia per depistare l’elettorato e ingraziarselo in vista del referendum del 4 dicembre.

 

Ma che reali margini di manovra ha Renzi in Europa?

Nessuno; dopo la Brexit ha avuto la possibilità di far parte di un nuovo direttorio Ue con Germania e Francia, ma non l’ha saputa costruire e l’ha buttata.

 

(Federico Ferraù)