La vera svolta della battaglia referendaria può diventare il colloquio a sorpresa (c’è stato giovedì sera) tra Berlusconi e Mattarella. Sia chiaro che l’incontro ha avuto un sensale d’eccezione: Matteo Renzi. Senza il via libera anzi la sollecitazione del presidente del Consiglio, il tetragono Sergio mai avrebbe aperto le porte del Quirinale ad un alfiere del No a pochi giorni dal voto. La verità è che tra Renzi e Berlusconi è in corso una trattativa che comporta supporto del governo a Strasburgo per ottenere un’affermazione di principio sulla Severino, supporto ad un nuovo governo Renzi comunque vada il voto da parte di Forza Italia, tutela di Mediaset rispetto a Vivendi e aiuto legislativo sui temi della convergenza. 



Come nel Nazareno. Con una differenza. Berlusconi comunque non si fida più di Renzi e vuole garanzie da Mattarella. E Matteo finite le scorte di decisionismo “con grande determinazione” è andato carponi sul colle più alto perorando l’aiuto del Canuto Sovrano in nome della stabilità, cioè del salvare la ghirba.



Dopo la stagione della velocità arriva il tempo della paziente ricerca del compromesso a tutti i costi. O come diceva Andreotti: meglio tirare a campare che tirare le cuoia.

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