Gli ultimi sondaggi politici ed elettorali in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre confermano il vantaggio del “No” sul “Sì”. La rilevazione effettuata da Demos PI per Repubblica, infatti, ha attribuito a poco più di un mese dal voto un vantaggio di quattro punti percentuali del “No” e segnalato una crescita del consenso rispetto al “Sì”, che invece è in calo rispetto a settembre. Stanno diminuendo anche gli indecisi, ma la quota resta comunque alta. Il referendum costituzionale è stato “politicizzato” dal premier Matteo Renzi? Secondo il sondaggio dell’Atlante Politico di Demos il processo di personalizzazione del voto da parte del presidente del Consiglio è evidente: solo un quarto degli elettori intervistati ritiene che il referendum riguardi la riforma o meno dell’attuale Costituzione. Il 57% degli intervistati, invece, pensa che sia una consultazione a favore o meno del Governo. A sostenere il referendum costituzionale, dunque, sono gli elettori del Partito Democratico e di Ncd, mentre il fronte del “No” è sostenuto dal Movimento 5 Stelle e dagli elettori della Destra. Chi ha fiducia nel Governo sostiene il “Sì”, al contrario chi esprime sfiducia è orientato al “No”: Nel primo caso i favorevoli alla riforma raggiungono il 60%, nel secondo il peso dei contrari raggiunge il 62%. Per quanto riguarda, invece, i sondaggi prettamente politici, il Pd è in lieve vantaggio sul M5S sul voto proporzionale, mentre i pentastellati sarebbero in vantaggio nel ballottaggio. La distanza, però, è talmente ridotta da non permettere previsioni.
Con la politica ferma per via del terremoto, i sondaggi politici elettorali sul periodo pre-referendum restano in questo momento i pochi dati nuovi su una situazione ovviamente bloccata per il grave dramma che sta capitando al centro Italia. Con le ultime rilevazioni fatte da Tecnè per Porta a Porta, le intenzioni di voto dei partiti italiani in piena campagna elettorale per il referendum costituzionale vedono alcune novità importanti che non rispecchiano pienamente i sondaggi sul Sì-No per la riforma. Ad esempio il Pd, primo partito d’Italia e in salita rispetto ad una settimana fa, non vede il parallelo miglioramento sul Sì in cabina elettorale: il Pd migliora e sale dal 31,5% al 32% in sette giorni, mentre di contro il Movimento 5 Stelle che rimane stabile al 26,5% fa salire i voti del No al referendum, in larga parte contestato dal M5s per tutti questi ultimi mesi. Sul fronte del centrodestra, male la Lega Nord che perde ancora e scende al 13%, superata da Forza Italia che sale al 14,5% e vive un momento di lieve ripresa dopo il grosso impegno di Stefano Parisi in giro per l’Italia e con il rientro in campo di Berlusconi. Su Fratelli d’Italia lieve calo e discesa al 4,5%, mentre Area Popolare sale al 3% e raggiunge Sinistra Italiana in calo dello 0,5% rispetto ai sondaggi politici di metà ottobre.