È Maurizio Sacconi ieri ad aver sollevato un polverone sull’ipotesi di rinvio del referendum costituzionale in programma il prossimo 4 dicembre 2016: dopo il terremoto che sta sconquassando il centro Italia e che di nuovo sostituito il referendum come vera emergenza dell’agenda politica – come è giusto che sia – il Presidente della Commissione Lavoro al Senato ha chiesto ufficialmente di rinviare il voto di dicembre per evitare lacerazioni in questa fase. «La minaccia sismica che incombe sulla penisola è come pioggia sul pavimento bagnato di una nazione già depressa e insicura. La stessa ripresa della spirale deflazionistica oggi rilevata dall’Istat ne è conferma». Prosegue Sacconi con la proposta, «A questo punto occorre qualcosa di più che inverta le aspettative della società. In particolare potrebbe essere utile una decisione straordinaria come il rinvio del voto referendario non solo per i problemi conseguenti alle migliaia di sfollati ma anche per l’esigenza di evitare in questa fase un ulteriore motivo di lacerazione quale si produrrebbe addirittura sulla Carta fondamentale». Polverone e polemiche anche forse eccessive per una proposta che è rimasta tale e non ha avuto appoggi istituzionali di alcun modo: Forza Italia attacca dicendo è che fantapolitica, il Pd invita alla cautela e il Movimento 5 Stelle insorge. In serata poi arriva la parola fine alla querelle dal parte del primo interessato alla buona riuscita del referendum, ovvero il proponente Matteo Renzi. Al termine della conferenza stampa post CdM straordinario sul terremoto, il premier ha negato ogni possibile ipotesi di rinvio del voto di dicembre. «È una cosa che per quello che mi riguarda non esiste. Il referendum si tiene il 4 dicembre come abbiamo fissato, nessuno ci ha chiesto peraltro di fare il contrario. E’ una boutade giornalistica», o quantomeno si trattava di una proposta fatta su un blog di Maurizio Sacconi senza passaggi in Parlamento. Questa querelle nata a morta nel giro di 24 ore ha però evidenziato un clima ancora tesissimo sia per la campagna elettorale e sia per il dramma e le difficoltà per il terremoto che sta travolgendo il centro Italia.