Poche settimane al voto e secondo gli ultimi sondaggi referendum 2016 il sì e il no sarebbero distaccati da tre punti percentuali. E’ questo infatti uno dei risultati della rilevazione effettuata da Demopolis – Istituto di Ricerche per La7: al campione di elettori è stato chiesto di indicare la propria intenzione di voto alla consultazione sulla riforma costituzionale. La riforma è stata voluta dal governo Renzi e riguarda in particolare il superamento del Bicameralismo perfetto ma anche la riduzione del numero dei parlamentari e il contenimento dei costi di funzionamento delle Istituzioni. Se il referendum si tenesse oggi ma maggioranza degli italiani voterebbe per il no, il 38,1%, mentre il sì raccoglierebbe il 35,9% delle preferenze. Ma gli italiani che sono ancora indecisi su cosa votare sono il 26%: una percentuale questa che potrebbe pesare sull’esito del voto. Questi sondaggi referendum 2016 hanno infatti ripercentualizzato i dati non tenendo conto delle risposte degli elettori indecisi: i risultati però sono rimasti invariati visto che il distacco tra sì e no è risultato sempre di tre punti percentuali: il sì raccoglierebbe il 48,5% (45-52% di margine di errore) mentre il no il 51,5% (48-55% il margine di errore).



La data del 4 dicembre 2016, giorno in cui avrà luogo il referendum sulla riforma costituzionale promossa fal governo Renzi si avvicina a grandi passi, ma da quel che emerge dai sondaggi politici elettorali sono ancora tanti gli italiani indecisi sul fatto di votare Sì o No alla prossima consultazione. Come emerso da un sondaggio effettuato dagli istituti Ipr e Tecné per la trasmissione di Bruno Vespa, Porta a Porta, in questo momento tra gli elettori più indecisi vi sono senza dubbio quelli di Forza Italia. Il 36-41% oggi voterebbe No, seguendo la linea ufficiale del partito, il 25-28% è tentato dal votare Sì e il restante 34-36% si divide tra indecisione e astensione. A questo punto resta da capire se un maggiore impegno in tv di Silvio Berlusconi in queste ultime settimane prima del referendum possa convincere gli elettori di Forza Italia più tiepidi verso le riforme renziane ad abbracciare in maniera definitiva la linea ufficiale degli azzurri.



I sondaggi referendum 2016 indicano anche che la conoscenza della riforma costituzionale oggetto della consultazione del prossimo 4 dicembre è scarsa. Secondo infatti i risultati della rilevazione effettuata da Demopolis – Istituto di Ricerche per La7, i cambiamenti previsti dalla riforma voluta dal governo Renzi sono pienamente conosciuti solo dall’11% degli elettori intervistati. Il testo contenuto nella scheda elettorale sarà il seguente: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle Istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della seconda parte della Costituzione?”. Si tratta di riforme che, in base a questi sondaggi referendum 2016, sarebbero conosciute però a ‘grandi linee’ dal 42% degli italiani: a questa percentuale va poi aggiunto un ulteriore 33% di elettori che dichiara di averne ‘soltanto sentito parlare’. Infine il 14% degli elettori non conosce ‘per niente’ la riforma costituzionale.



Non sono pochi, secondo alcuni sondaggi referendum 2016, gli italiani ancora indecisi su cosa votare al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Mancano meno di tre settimane la voto e, in base ai risultati dei sondaggi di Eumetra Monterosa s.r.l. per il Comitato Lavoratori per il NO alla Riforma Costituzionale, 1 italiano su 5 è indeciso tra sì e no. Al campione di elettori è stato infatti chiesto di indicare le proprie intenzioni di voto in vista dell’appuntamento elettorale del prossimo mese. La maggioranza, il 32%, ha dichiarato che voterebbe NO, vale a dire CONTRO la riforma costituzionale proposta dal Governo (quindi per NON confermare la riforma) mentre il 26% ha affermato che voterebbe SÌ, vale a dire A FAVORE della riforma costituzionale proposta dal Governo (quindi per confermare la riforma). Ma è ancora indeciso su cosa votare a questo referendum il 22% mentre il 12% non sa se andare a votare a questo referendum e infine l’8% ha già stabilito che non andrebbe a votare.

Mancano meno di 20 giorni al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 e gli ultimi sondaggi politici elettorali fanno ben sperare il fronte che si oppone alle riforme fortemente volute dal governo Renzi. L’ultima rilevazione effettuate dall’istituto Emg Acqua di Fabrizio Masia per il TgLa7 di Enrico Mentana dipinge infatti un quadro molto negativo per i sostenitori del Sì. Rispetto alla settimana scorsa, infatti, il No è cresciuto dello 0,9% passando dal 38,3% di consensi al 39,2%; il Sì di pari passo cresce ma non abbastanza per contrastare l’avanzata del popolo contrario alla riforma costituzionale, vedendo aumentare la propria percentuale di uno 0,1 % che sposta i voti dal 34,8% al 34,9%. Ovviamente si riducono dell’1% anche gli indecisi: oggi chi è in ritardo nei sondaggi può sperare di convincere solo il 25,9% di elettori, poco più di un elettore su 4.

Sui sondaggi politici elettorali prodotti in periodo di referendum, anche la fiducia nei leader e nei partiti politici guidati dai principali politici italiani: la campagna elettorale è serrata e con la sovraesposizione del premier Renzi su tutti in tv e mezzi di comunicazioni, come principale “frontman” del Sì alla riforma Boschi, il rischio per il presidente del Consiglio è quello di guadagnare come di crollare definitivamente nei sondaggi. Stando alle rilevazioni di Index Research, Renzi però ha guadagnato ancora nell’ultimo mese, andando al 33% delle preferenze, non certo un numero altissimo ma comunque il primo politico per fiducia in Italia. “Azzoppato” dalla riforma costituzionale oppure unico argine per un Sì che patisce ancora il ritardo dal No? Bisognerà attendere ovviamente al 5 dicembre mattina per capirlo definitivamente, ma nel frattempo i sondaggi producono interessanti indicazioni, specie sul fronte del Movimento 5 Stelle: mentre il leader Pd resta saldo in testa, Beppe Grillo arriva al 25%, staccando sia Luigi Di Maio al 22% che la segretaria dei Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. A livello di fiducia personale nei leader i grillini “non sfondano” mentre nel centrodestra è paradossalmente la “quarta incomoda” ad ottenere la palma della più votata. Matteo Salvini al 16%, Silvio Berlusconi al 14% e Stefano Parisi al 5% restano lontani e “in crisi” anche durante questa campagna elettorale sul No al referendum. Chiude la titolare della riforma, Maria Elena Boschi, che vola basso ad un 16% di preferenze nei sondaggi di Index.