Valentino. O meglio. Il Valentino. Non Valentino Valentini parlamentare di Forza Italia e ombra afona di Silvio Berlusconi. Poliglotta silenzioso che lo accompagna nelle conversazioni con Putin come nei tour di riabilitazione oltreoceano. No, non lui. 

Quando Berlusconi pensa a Valentino immagina “il Valentino”: Cesare Borgia, condottiero rinascimentale figlio illegittimo di papa Alessandro VI e a cui fa riferimento Machiavelli per scrivere Il principe. Opera che con cinquecento anni di anticipo si poneva il problema della governabilità e della leadership, risolte allora come oggi col pugnale e col veleno. 



Ma oggi, dice Berlusconi a Rtl 102.5, uno solo ha questi requisiti. Uno solo è il principe: Matteo Renzi. Ragion per cui a Mediaset ci si affretta a scrivere ai direttori con chiara indicazione di far votare Sì ai dipendenti per il referendum costituzionale. Si sa, il modo migliore per risolvere il conflitto d’interessi è non avere conflitti e condividere interessi. E, cosa mai successa prima, gli amministratori delegati di Eni e Finmeccanica fanno pubblica professione per il Sì manco fossero un circolo del Piddì invece che aziende controllate dal Tesoro. Perciò un po’ di tutti gli italiani. 



È proprio vero. C’è un principe. Che può farla in barba alle leggi. E mentre in Gran Bretagna hanno dovuto fare un referendum per liberarsi dell’Unione Europea, Renzi ha rimosso le bandiere blu stellate anche violando la legge italiana voluta da Ciampi, e nessuno ha fiatato.

Alla faccia di Berlusconi, dipinto come un pericoloso populista per molto meno quando venne ai ferri corti con Sarkozy e Merkel. 

Un principe, dunque. O meglio un marchese. Il marchese del Grillo, con la sua logica ferrea: “io so’ io, e voi non siete un cazzo”. Segue nuova Costituzione, per regale concessione, of course. Infatti ai Verdini, agli Alfani, ai Casini e minchioneria cantante non resterà che fornire carne da cannone all’indomani del voto, in parlamento, perché possa toscanamente consumarsi la cena delle beffe: lo sgozzamento della minoranza Pd propedeutico al ricongiungimento con l’amato Silvio — previo ovviamente lo sbarazzarsi degli ormai scomodi ed impresentabili di cui sopra. Cose principesche. Cose da lor-signori…