Ma al prossimo referendum costituzionale, con gli ultimi sondaggi politici elettorali prodotti, come voteranno gli elettori dei vari partiti? Questo il quesito posto al campione intervistato da istituto Tecnè con risultati interessanti sui vari elettori cdi ciascun partito: stando ai sondaggi pre-referendum, il 67% degli elettori Pd voteranno per il Sì, il 16% seguirà la minoranza dem e il 17% è indeciso. L’unico altro partito che conta elettori in maggioranza per il Sì è Area Popolare, con il 45% al Sì, il 14% al No e il 41%, risultato altissimo, è indeciso. Ovviamente più schierati gli elettori degli altri partiti di opposizione, con M5s – Sì 17%, No 61%, indecisi 22% – e anche la Lega Nord che vede un solo 12% per il S’ alla riforma costituzionale, un 65% netto per il No e un 23% tra gli indecisi. Ma è Forza Italia che rivela qualche novità: i suoi elettori infatti voterebbero ad oggi, per il 26% il Sì, piuttosto alto per essere comunque un partito di opposizione forte al Premier Renzi, il 39% per il No e il 35% indecisi, insomma una sostanziale parità di intenzioni. Chiudono i sondaggi referendum, elettori Sinistra Italiana al 2% per il Sì, al 64% per il No e al 34% indecisi, sottolineando la totale distanza dalla sinistra renziana; Fratelli d’Italia invece è al 20% per il Sì, il No per il 51% e il 29% tra gli indecisi.
Negli ultimi sondaggi sul referendum costituzionale 2016 sono state analizzate le varie aree geografiche di stima sul voto del 4 dicembre prossimo: i risultati di questa rilevazione mostrano come il Centro sia l’unica parte d’Italia dove il Sì ha più possibilità di portare a casa la vittoria, mentre gli estremi al momento preferiscono orientarsi sul No. A ben vedere questi ultimi sondaggi politici, non vi è una zona d’Italia dove una o l’altra proposta sulla riforma Boschi che ottenga larga maggiorana di voto, rispettando così la grande incertezza presente nella campagna elettorale e nelle intenzioni di voto sul referendum. I dati mostrano come al Nord Ovest il Sì ottiene il 49%, contro il 51% del No; in Veneto e Friuli invece il No sale al 56% contro un Sì che indietreggia ovviamente al 44%. Il No vince anche al sud dove col 54% schianta il Sì al 46%, mentre chiude il Centro Italia con il Sì e il No a pari merito al 50%. L’appuntamento si avvicina e i sondaggi si moltiplicano: chi alla fine avrà la meglio?
Se da un lato i sondaggi per il referendum costituzionale mostrano un No in vantaggio pressoché unanime su tutti i sondaggi politici elettorali svolti in queste ultime settimane, per le intenzioni di voto dei singoli partiti in una eventuale Elezioni Politica nazionale non vale lo stesso discorso. E tra l’altro, le indicazioni degli italiani sul gradimento die singoli partiti spesso dice molto di più delle ultime tendenze anche per la scadenza elettorale del 4 dicembre: ad esempio, con sondaggi di Tecnè scopriamo che il Pd nelle ultime due settimane ha perso l’1% e comanda sempre in testa ma con il 31% delle preferenze, davanti al Movimento 5 Stelle che con la parallela campagna elettorale per il No ha guadagnato l’1,5%, andando al 28%. Abisso di distanza per le altre forze politiche che nonostante lo scontro a Renzi sul referendum perdono terreno: Lega Nord al 13% superata da Forza Italia di Berlusconi al 14%, in leggera salita, come del resto Fratelli d’Italia che però resta comunque ad un basso 4,5%. Male Sinistra Italiana, al 3,5% e Area Popolare al 2,5%, ormai fuori da futuri scenari politici rilevanti. Astensione ancora alta al 35%, in lieve calo rispetto ad ottobre, ma sempre comunque il primo “partito” in Italia secondo i sondaggi.
Il Sì o il No, un dilemma per il referendum costituzionale che torna di attualità anche nei sondaggi politici elettorali con le ultime rilevazioni che mostrano una situazione assai interlocutoria, con un No in vantaggio ma con un Renzi che non perde la fiducia e non cala nei sondaggi personali. Dunque chi vincerà? Sondaggi, non palla di cristallo, ovviamente: eppure un dato interessante viene svelato dal sondaggio di Tecnè. Rispetto a fine ottobre, nei primi 15 giorni di novembre il No è passato dal 52,5% al 53% delle preferenze, il Sì invece ha perso un -0.5% andando al 47% attuale: resta affluenza al 50% e indecisi al 16%, ma sono i voti per età a dare una lettura più profonda della situazione politica. Il voto giovane infatti sembra al momento dare la spinta in più al No e Renzi proprio su questo sta cercando di lavorare (la “piazzata” all’Università Cattolica di Milano ne è un esempio): infatti dai 18 ai 34 anni voteranno Sì il 41% dei giovani, No il 59%. 35-54 anni il No ancora avanti con il 54% dei voti contro il 46% del S’, mentre è sopra i 54 anni che vedono di buon occhio la riforma costituzionale e fanno vincere il S’ per 52% contro il 48%. Meno 20 giorni dal voto, cambierà ancora qualcosa?
Non solo sondaggi referendum 2016 ma anche sondaggi politici ed elettorali 2016 sono realizzati in questo periodo da parte degli istituti di ricerca. Secondo una delle ultime rilevazioni effettuata da EMG Acqua per la La7 Srl al campione di elettori è stato chiesto di indicare le proprie intenzioni di voto alle prossime elezioni politiche. Per quanto riguarda il primo turno elettorale, è stata indicata agli elettori un’ipotesi di liste al voto. E dalle risposte di questi sondaggi politici ed elettorali 2016 ci sarebbe un testa a testa tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle: il movimento fondato da Beppe Grillo raccoglierebbe infatti il 31.3% mentre il partito guidato dal premier Renzi arriverebbe al 31.1%. I due partiti sarebbero quindi divisi solo dallo 0,2%. Le preferenze raccolte dagli altri partiti sarebbero: Centrodestra il 28.0%, Ncd + Udc (Ap) il 4.0%, Sinistra Italiana il 3.8% e altri partiti l’1.8%.
Nei sondaggi politici elettorali del periodo pre-referendum i risultati delle rilevazioni di Ipsos si scorgono dati interessanti, non per forza legati ad una o all’altra parte degli schieramenti ma sull’esito del voto, quel 5 dicembre mattina in cui l’Italia scoprirà chi ha vinto tra il Sì o il No. Ebbene, stando ai sondaggi pubblicati giusto ieri sera, secondo gli italiani intervistati l’Italia non cambierà volto né con l’uno né con l’altro risultato. Il rischio paventato in realtà dallo stesso Renzi o da Parisi sul fronte opposto è che il voto in sé del referendum non cambierà di molto la situazione attuale politica, anche se forse qualcosa di molto importante sposterà in ottica futuro, anche solo pensando alla leadership interna a Pd, M5s e centrodestra. I sondaggi mostrano come il 47% sia convinto che non avrà nessuna influenza il voto del Sì o del No: per il 32% invece cambierà in meglio dopo il voto del referendum, fosse anche la fine della campagna elettorale che consegnerà finalmente un respiro agli altri argomenti politici “schiacciati” dal periodo sulla riforma Boschi. Per il solo 9% l’Italia cambierà in peggio (ma qui bisognerebbe vedere quello che i sondaggi non dicono, ovvero a seconda di quale esito dovesse uscire), mentre il 12% non sa o non indica alcuna preferenza di voto. Il 4 dicembre si andrà al voto ma sarà solo dal 5 dicembre in poi che si potrà scoprire se i risultati di questo sondaggio sono confermati o del tutto smentiti.