Tra i sondaggi politici prima del referendum costituzionale uno delle ultime rilevazioni ha chiarito il livello di gradimento verso i leader politici in questa particolare e delicate fase pre-referendaria: come gli italiani hanno visto crescere la loro fiducia nei leader dei principali partiti politici. Interessante un doppio dato: Matteo Renzi resta ancora il primo leader con fiducia da parte degli italiani, nonostante il Sì non cresce parallelamente e di contro invece il leader della Lega Matteo Salvini sale assieme al No. Ma il 5 dicembre come finirà questa partita interna ai due “Matteo”, chi l’avrà vinta? Secondo i sondaggi redatti da Demos per La Repubblica, Renzi resta in testa con il 41% delle preferenze, mentre Salvini al secondo posto lo incalza con il 38% dei voti: al terzo posto troviamo appena dietro Luigi Di Maio con il 37%, mentre altri protagonisti del fronte del No seguono poco dietro. Giorgia Meoni al 33%, Pier Luigi Bersani al 33% e Beppe Grillo al 31%: Maria Elena Boschi invece è situata al 31% come Silvio Berlusconi, mentre Angelino Alfano riesce a staccare Massimo D’Alema, 27% vs 19% delle preferenze.



Nell’ultimo giorno di pubblicazione di nuovi sondaggi politici pre-referendum costituzionale sono uscite anche le ultime intenzioni di voto su eventuali elezioni politiche nazionali: un risultato tra l’altro non così lontano nel tempo con la scadenza naturale nel 2018 e con la possibile crisi del governo Renzi che potrebbe aprirsi qualora vincesse il No il prossimo 4 dicembre. Stando ai sondaggi prodotti da Demos Pi per Repubblica, al primo turno delle elezioni politiche il Pd ad oggi si affermerebbe ancora come il primo partito d’Italia, con il 30,4% dei voti, contro un vicinissimo Movimento 5 Stelle dato al 29,8% delle preferenze. Un risultato importante che però al momento non corrisponde ad un miglioramento del No, sempre avanti sulla sfida referendaria rispetto ad un Sì in ritardo. Al terzo posto troviamo la Lega Nord ma con un distacco abissale, al 13,7% che batte comunque la “rivale” nel centrodestra Forza Italia, al 12%. I partiti più piccoli vedono Sinistra Italiana che fa un balzo in avanti, al 5,2%, superando Ncd e Udc al 4,4% e davanti comunque a Fratelli d’Italia che resta ad un basso 3,5% di preferenze. 



Gli ultimi sondaggi politici pubblicati sul referendum costituzionale portano alla ribalta due punti cruciali di questi ultimi 15 giorni di campagna elettorale verso il voto del 4 dicembre 2016: da un lato il No è avanti in tutti i sondaggi praticamente pubblicati finora (ricorda “sinistramente” le ultime rilevazioni prima delle elezioni Usa) e dall’altro il premier Renzi dovrà puntare per far vincere il proprio fronte del Sì sugli indecisi che ancora numerosi albergano la nostra società. Questo il risultato che si può evincere anche dai sondaggi di Demos Pi e Demetra per la Repubblica, con il fronte del No che può sorridere visto il largo vantaggio, cresciuto nelle ultime due settimane. Abolizione del bicameralismo paritario e ridivisione delle competenze tra Stato e Regioni sono i punti in ordine di discussione sopra tutti, guardando i contenuti, mentre il voto anti o pro governo resta ancora l’indicazione principale per gli italiani. Guardando ai dati, il No vince con il 41% dei risultati, mentre il Sì ottiene solo il 34%: indecisi non solo su quale risposta ma anche sull’andare o meno al voto sono il 25% degli italiani, ancora molti per poter far sorridere definitivamente il comitato anti-Renzi.



Ancora sondaggi referendum 2016 in vista della consultazione del 4 dicembre quando gli italiani saranno chiamati a decidere se approvare o bocciare la riforma costituzionale voluta dal governo Renzi e che in particolare supera il Bicameralismo perfetto che contraddistingue il nostro ordinamento. A poco più di due settimane dal referendum il distacco tra il sì e il no è di 5 punti percentuali mentre l’affluenza è al 62%. E’ questo il risultato degli ultimi sondaggi referendum 2016 realizzati dall’Istituto di ricerche Ixè per il programma Agorà su Rai3: secondo le risposte degli elettori intervistati il no è in vantaggio 42% a 37% sul sì, mentre una settimana fa il no era al 40% e il sì al 37%. Gli elettori del Partito Democratico, in base a questi sondaggi referendum 2016, restano propensi a votare sì (77%), al contrario di quelli del Movimento 5 Stelle e della Lega Nord che sono orientati a votare no (74% e 72%).

Secondo alcuni sondaggi referendum 2016 un quarto degli italiani deve ancora decidere che cosa votare il prossimo 4 dicembre quando si terrà la consultazione confermativa sulla riforma voluta dal governo Renzi. E’ questo infatti uno dei risultati dell’indagine condotta dall’Istituto di Ricerche Demopolis per La7. Al campione di elettori è stato infatti chiesto di indicare le proprie intenzioni di voto tra sì e no sul testo del referendum: Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle Istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della seconda parte della Costituzione? Il 39% degli elettori intervistati ha dichiarato che voterà no mentre il 36% è intenzionato a indicare sì sulla scheda elettorale. Ma gli elettori indecisi sono ancora il 25%. Secondo i dati ripercentualizzati in assenza del non sa, questi sondaggi referendum 2016 segnalano che il no arriverebbe al 52% (con un margine di errore tra 49-55%) mentre il sì si fermerebbe al 48% (con un margine di errore 45-51%).

Sono fantasiosi i sondaggi sul referendum e sulle intenzioni di voto pubblicati a novembre da Ipsos ma aiutato a dare una prospettiva sulla fiducia nei nostro leader politici assai gustosa e interessante anche per i risvolti elettorali: un conto infatti è chiedere quale partito si vota – in questo periodo come si sa le nostre compagini non eccellono in fiducia dai propri elettori – ma un altro è sapere se con quel tale politico si uscirebbe a cena o se bisognerebbe tenerlo d’occhio in un tavolo da gioco. Sondaggi fantasiosi ma che danno l’impressione della tendenza attuale: il No sul referendum resta in vantaggio e il protagonista nel bene e nel male è sempre lui, quell’unico “leader che ora c’è in Italia” (cit. Berlusconi), ovvero Matteo Renzi. Se infatti da un lato alla domanda “Chi terrebbe maggiormente d’occhio in un tavolo di gioco, temendo che possa barare?”, Matteo Renzi è indicato come il primo osservato speciale, d’altro canto il presidente del Consiglio è anche il primo nella classifica sul politico preferito per poter uscire a cena, magari proprio a parlare di referendum e futuro dell’Italia. Ecco i risultati di quest’ultimo simpatico profondo comunque sondaggio: sul possibile “baro” Renzi ottiene il 39%, con il secondo in top list che risponde al nome di Matteo Salvini, al 21%. Bersani è il terzo osservato, con il 10%, mentre Luigi Di Maio al 7% e Stefano Parisi al 2% sono considerati meno “pericolosi” e forse più “onesti”. Ecco però anche la seconda domanda che ribalta un po’ le logiche: Renzi infatti viene preferito sugli altri per una uscita a cena, con il 27%, mentre Bersani al 16% e Di Maio al 15% restano lontani e anche un po’ “indigesti”. Peggio ancora Salvini, al 12%, e Parisi al 3% (va detto che però il barzellettiere numero 1 in Italia non è stato inserito nella speciale classifica, e forse ad Arcore se ne starà lamentando con i sondaggisti di Ipsos). Insomma, una cena con Renzi a parlare di referendum: ma se ne esce convinti per il Sì o per il No? Chiederemo ad Agnese Landini un parere a riguardo… (Niccolò Magnani)