Due giorni della pubblicazione degli ultimi sondaggi sul referendum costituzionale 2016, i risultati che si possono osservare sono di vario interesse, dalle precise intenzioni di voto fino ai motivi reali del Sì o del No sulla riforma costituzionale al voto il prossimo 4 dicembre. Stando ai dati dei sondaggi prodotti da Demopolis il 18 novembre 2016, sul voto del referendum pesa un dilemma assai diffuso: si tratta di un voto sul Sì o il No ai contenuti della Riforma Costituzionale oppure una promozione o bocciatura al Governo Renzi? Questa in effetti potrebbe decidere assai molto in quei tanti decisi che ancora albergano la sfida elettorale tra Renzi e le opposizioni: secondo il sondaggio, la riforma Boschi è al centro delle attenzioni per il 40% degli elettori italiani, mentre ben il 56% andrà a votare Sì o No per bocciare o promuovere il Governo Renzi e in questo caso si ipotizza molto più un No rispetto ad una conferma positiva per l’operato del governo. Solo il 4% si dice di non sapere cosa scegliere se riforma o governo, e il dato dunque viene registrato come un punto non particolarmente favorevole per Renzi e per il fronte del Sì. Come finirà la sfida finale? Toccherà aspettare oltre i sondaggi, il 5 dicembre mattina…



I sondaggi per il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 sono andati “ufficialmente” in vacanza alla mezzanotte di ieri, sabato 19 novembre 2016, ma qual è la situazione a circa due settimane dal voto? Secondo l’istituto Emg Acqua diretto da Fabrizio Masia, autore come di consueto di una rilevazione per il TgLa7 di Enrico Mentana, se si votasse oggi (sondaggio condotto al 10 novembre scorso e dunque prima del silenzio elettorale) a trionfare sarebbero i No. Rispetto all’ultimo sondaggio datato 14 novembre, gli oppositori della riforma renziana vedono salire i loro consensi dello 0,9%, passando dal 39,2% al 40,1%. Salgono anche le preferenze per i Sì, ma in percentuale minore rispetto ai No (+ 0,3%) con un incremento che va dal 34,9% al 35,2%. Il vantaggio del No sui Sì sarebbe dunque di quasi 5 punti percentuali: come può sperare Renzi di rimontare? Tentando il tutto per tutto tra gli indecisi, ovvero il 24,7% degli intervistati, poco meno di un italiano su 4 ancora incerto su cosa votare nel referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre 2016.



Dopo la pubblicazione degli ultimi sondaggi politici nel periodo pre-referendum costituzinale sono usciti (prima del divieto di pubblicazione di nuovi sondaggi) anche alcune interessanti intenzioni di voto su eventuali elezioni nazionali politiche. Il Sì o il No tengono alta l’attenzione e i riflettori della politica, ma dal 5 dicembre mattina la domanda di tanti – specie se dovesse perdere Renzi – sarà proprio sulla tenuta del governo e sulla possibilità di arrivare ad elezioni anticipate rispetto alla fine mandato naturale, nel 2018. Secondo i dati offerti da Demos Pi per la Repubblica del 9 novembre scorso, in un eventuale secondo turno alle elezioni è ancora il Movimento 5 Stelle a confermarsi non primo partito d’Italia – quello è ancora di pochi punti percentuali, il Pd – bensì vincitore in ogni eventuale ballottaggio con le altre forze politiche. Ovviamente per questo tipo di legge elettorale che prevede un secondo turno se non viene superata la soglia del 40% al primo turno, i grillini risultano ampiamente favoriti, sia contro i dem che contro una eventuale listona di centrodestra. I dati dei sondaggi sono piuttosto netti: in una sfida M5s-Pd, Grillo batterebbe di pochissimo i rivali democratici, 50,9% contro 49,1%. Se invece il Movimento 5 Stelle affrontasse al ballottaggio una lista formata da Lega Norda, Forza Italia e Fratelli d’Italia, lo batterebbe 56% contro il 44% del cdx; da ultimo, se Berlusconi, Salvini e Meloni sfidassero Renzi al secondo turno uscirebbero comunque sconfitti, col Pd al 54,3% contro il 45,7%.



Le ultime intenzioni di voto apparse nei sondaggi politici pre-referendum costituzionale, pubblicate prima del divieto scattato da ieri fino al prossimo 4 dicembre, data del voto, mostrano una situazione particolare che stride con le tendenze sul voto alla riforma costituzionali. Secondo infatti ai sondaggi dell’Istituto Ixè – effettuate il 9 novembre e pubblicati l’11 novembre 2016 – le intenzioni di voto sono tutte orientate e confermare il Partito Democratico come primo partito d’Italia: un primo posto però illusorio visto che sia per quanto riguarda eventuali elezioni politiche nazionali – con l’attuale legge elettorale al ballottaggi il Movimento 5 Stelle resta ancora in testa – e sia per le ultime rilevazioni sul referendum 4 dicembre, dove il Sì resta sempre indietro al No e non cresce. Nei sondaggi specifici troviamo il Pd al 33,5% delle preferenze, seguito dal M5s al 28,5% e con un abisso rispetto agli altri partiti: il centro sinistra in generale ottiene il 37,3% visto il 3,6% di Sel e lo 0,2% di Scelta Civica. Per il centrodestra invece un totale del 30,2%, visto il dato di Forza Italia al 10,8%, il Nuovo Centrodestra al 2,1%, l’Udc allo 0,7% dei voti e con infine la Lega Nord al 12,9%. Chiudono Verdi e Rifondazione Comunista allo 0,9%, mentre Italia dei Valori non sfonda quota 0,5%.

Il divieto di diffondere sondaggi sul referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 non ci impedisce di analizzare le ultime rilevazioni effettuate dall’Istituto Tecné per la società Rti del Gruppo Mediaset. Interessante soprattutto evidenziare come il fronte del No sarebbe in vantaggio in tutte le fasce d’età. Tra i giovani voterebbe Sì soltanto il 42,3% degli intervistati a fronte del 57,7% che sceglierebbe il No. Anche tra gli adulti sembrano essere in maggioranza gli oppositori della riforma fortemente voluta dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi (52,8% a 47,2%), mentre la fascia dove la lotta tra i due schieramenti sembra serrata è quella degli “anziani” visto che il 51,3% voterebbe No rispetto al 48,7% dei Sì. Rispetto a consultazioni simili, si veda ad esempio Brexit, ancora una volta sono i giovani a non voler cambiare verso. Così come nel Regno Unito i più giovani votarono per restare nell’Unione Europea, anche in Italia sembra che saranno proprio loro a confermare l’attuale Costituzione…

Dalla mezzanotte di oggi, sabato 19 novembre 2016, non è più possibile diffondere il risultato di sondaggi politici elettorali aventi come oggetto l’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Prima dell’inizio del divieto, però, Bloomberg ha intervistato 42 manager di grandi aziende italiane per scoprire cosa voteranno alla prossima consultazione referendaria. In questo caso il responso è stato netto visto che il 98% degli imprenditori ha dichiarato che voterà Sì alle riforme renziane. I dirigenti delle 100 principali società italiane per valore di mercato, come riporta Wall Street Italia, hanno motivato la loro decisione sostenendo diversi argomenti: il 94% degli intervistati ha detto che una vittoria del Si snellirebbe il processo decisionale del governo favorendo le aziende e i loro investimenti; il 50% pensa che il Si ridurrebbe l’instabilità politica; un altro 39% vuole che Renzi rimanga premier così da evitare una crisi politica, mentre il 28% guarda con favore al taglio dei costi della politica. Ora c’è da chiedersi soltanto se il parere dei manager rispecchierà quello della maggioranza degli elettori…

Cresce, secondo gli ultimi sondaggi referendum costituzionale 2016, la percentuale degli italiani che conosce i temi oggetto della consultazione in programma il prossimo 4 dicembre. In quell’occasione, tra due settimane, gli elettori saranno chiamati alle urne per decidere se approvare o bocciare la riforma costituzionale voluta dal governo Renzi. In base ai risultati degli ultimi sondaggi referendum costituzionale 2016, effettuati dall’Istituto Tecnè s.r.l. per Rti, società del Gruppo Mediaset, nel periodo precedente al silenzio elettorale scattato oggi, dal 29 ottobre al 17 novembre è cresciuto il numero di italiani che conoscono i temi in maniera ‘approfondita’: si è passati infatti dal 18,1% al 23,4%. In aumento anche la percentuale di chi dichiara di conoscere i temi del referendum costituzionale in maniera ‘superficiale’: dal 46,3% al 52,8%. E dall’altra parte, sempre secondo questi sondaggi referendum costituzionale 2016, diminuisce la percentuale degli elettori che affermano di non conoscere affatto l’oggetto della consultazione: dal 35,6% al 23,8% degli intervistati.

Secondo gli ultimi sondaggi referendum costituzionale 2016 realizzati dall’Istituto Ixè S.r.l. per il programma di Rai 3 Agorà, la maggioranza degli italiani è intenzionata ad andare a votare il prossimo 4 dicembre. La rilevazione è stata effettuata lo scorso 9 novembre, prima dell’inizio del divieto di pubblicazione di sondaggi scattato dalle ore 24 di venerdì 18 novembre 2016 e fino alla chiusura dei seggi elettorali. In base ai risultati di ultimi sondaggi referendum costituzionale 2016 il 61% degli elettori intervistati ha dichiarato che andrà a votare contro il 29% che ha affermato che non lo farà: il restante 10% non ha invece deciso che cosa fare. Tra gli elettori che hanno dichiarato che andranno a votare per il referendum costituzionale 2016 la maggioranza è intenzionata a votare no, cioè per respingere la riforma: lo ha indicato il 40% degli intervistati. Il 37% invece ha fatto sapere di voler votare sì, quindi di confermare la riforma costituzionale voluta dal governo Renzi. Non ha ancora deciso se votare sì o no il 23% degli italiani.