Negli ultimi sondaggi sul referendum costituzionale uno degli elementi che ha contraddistinto il particolare mese di novembre è stata l’elezione negli Stati Uniti di Donald Trump a nuovo presciente alla Casa Bianca. Nei sondaggi politici di Ipsos pubblicati il 16 novembre scorso, si può osservare come, nonostante l’America sia lontana da noi, un certo influsso sulla nostra politica è comunque arrivato. La domanda è, peserà sulla riforma Costituzionale? E se sì, in qualche frangente e modalità? Purtroppo non possiamo avete gli ultimi dati per via del divieto pre-elettorale, ma di certo quanto osservato da Ipsos settimana scorsa può dare una buona opinione in merito. Gli italiani infatti, dopo l’elezione di Trump su Hillary Clinton, si sentono per il 36% più appassionati alla politica, mentre il 34% ammette di sentirsi come prima del voto americano; il 30% invece si dice più distante ora dalla politica, deluso dalla vittoria di un candidato completamente fuori dagli schemi. Si può dunque dire come la disaffezione sulla riforma non pare possa avere un influsso di “distanza” rispetto ai nostri elettori: ma il 4 dicembre tutto ciò verrà confermato?



In questi ultimi giorni di campagna elettorale senza più sondaggi sul referendum costituzionale e il suo possibile esito, interessante sarà per i cittadini e per gli analisi osservare gli ultimi confronti in tv: ad oggi ancora non sono stabiliti quelli “cardine” che occuperanno i giorni prossimi al voto, ma di certo qualcosa si muove sottobraccio sulle varie tv per portare un maxi confronto tra Renzi e un volto forte del fronte No alla riforma Boschi. Stando però ai sondaggi politici prodotti prima del divieto di pubblicazione (in atto dal 19 novembre al 4 dicembre) gli italiani hanno già espresso la loro condizione favorevole rispetto ai confronti in tv: insomma, gli elettori chi vorrebbero vedere battagliare sulla riforma costituzionale? Stando ai dati forniti da Ipsos del 16 novembre scorso, Matteo Renzi e Matteo Salvini al 29% superano tutti gli altri accoppiamenti. La sfida tra i Matteo sarebbe una prima volta per un evento poi così decisivo: Renzi vs Di Maio è voluto dal 27% dei sondaggi, Renzi e il suo “padre politico” Berlusconi solo al 18%. Insomma, la scelta degli italiani è fatta: per i produttori dei programmi politici forse, ancora no.



Le intenzioni di voto e i sondaggi politici per il referendum costituzionale 2016 mostrano qualche giorno prima del divieto per il silenzio elettorale una situazione assai preoccupante per entrambi i fronti in campo: l’11 novembre scorso Tecnè ha pubblicato un sondaggio sulle intenzioni di voto per la riforma Boschi e il risultato rispetto agli indecisi o astenuti al 4 dicembre è davvero molto alto. Per il 23,1% degli italiani il Sì è convincente, mentre il No passerebbe per il 25,3%: il dato su indecisi/astenuti è infatti salito al 51,6%, altissimo rispetto a chi si dice sicuro sul voto. Se invece si va a guardare a livello generale Sì e No, si osserva tramite questi sondaggi un 47,7% per il fronte di Renzi e il 52,3% per l’opposizione al governo. Ma un dato così alto su indecisi e astenuti rischia di tenere la corsa e la campagna elettorale di questi ultimi giorni: chi convincerà e verso dove si orienterà il voto per il referendum costituzionale? Dati ancora incerti, e tra l’altro rispetto a fine ottobre sono ancora più alti gli indecisi rispetto alla percentuale di elettori intervistati.



I sondaggi politici del periodo pre-refenòdum costituzionale come ben sapete sono messi al bando nel periodo tra il 19 novembre e il 4 dicembre, con il divieto di pubblicazione e di effettuazione di sondaggi e rilevazioni durante il silenzio elettorale. Questo non toglie che ragionare sui dati diffusi prima del divieto sia un esercizio interessante soprattutto se paragonato alle ultime notizie di campagna elettorale, per vedere anche quale sia l’evoluzione di alcuni tendenze affiorate con i sondaggi politici prodotti in questo novembre. Dato curioso ad esempio è vedere come votano i vari partiti, o meglio, gli elettori delle singole forze politiche: un modo per capire come si può evolvere il Sì e il No nella loro corsa verso il referendum del 4 dicembre. Secondo i sondaggi prodotti da Tecnè (diffusi il 15 novembre scorso) nel Pd domina il Sì con il 68% delle preferenze, il No resta al 16%. In maggioranza il Sì resta solo per Area Popolare, al 44% contro il 15% del No, mentre per tutti gli altri partiti i risultati vedono il No in vantaggio, con una curiosità: Sinistra Italiana (2% Sì vs 64% No), Fratelli d’Italia (25% vs 41%), Movimento 5 Stelle (16% vs 62%) e la Lega Nord (11% vs 67%) sono completamente schierati per il Fronte del No, con poche remore. Resta però Forza Italia, con un bacino del 15% di voti nazionali, a rendere la partita ancora incerta: è infatti l’unico partito di opposizione che presenta un dato per il Sì al 25%, col no al 41%. Una tentazione per i moderati sopratutto di seguire Renzi in questa riforma esiste: e il premier questa “possibilità” la sonderà fino in fondo… (Niccolò Magnani)