Con il referendum costituzionale 2016 del 4 dicembre alle porte si incomincia già a pensare agli scenari ipotetici del dopo-voto, a seconda che a trionfare siano i Sì o i No. A tal proposito da Cagliari, dove è intervenuto per un evento a sostegno delle riforrme, ha parlato Graziano Del Rio, ministro delle Infrastrutture e Trasporti:”Se vince il No il Governo deve prendere atto che una sua importante proposta di semplificazione e di ammodernamento del Paese non è andata a buon fine, e quindi, bisognerà rimettere il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica”. Le parole di Del Rio seguono quelle del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che rispetto alla disponibilità offerta da Berlusconi a sedersi al tavolo in caso di vittoria del No aveva annunciato che il leader di Forza Italia si sarebbe ritrovato a confrontarsi con Grillo e D’Alema.
Il referendum costituzionale 2016 del 4 dicembre è ormai dietro l’angolo: poco più di una settimana prima che gli italiani vengano chiamati a scegliere tra il Sì e il No alle riforme del governo Renzi. A ribadire la sua contrarietà alle riforme intervenendo a Raiparlamento è stato Silvio Berlusconi, che come riporta l’Ansa ha spiegato:”Chiedo di votare no perchè questa riforma non fa risparmiare ed è pericolosa perchè con la sua legge elettorale chi ha una minoranza piccola può andare al potere e, ad esempio, un leader può avere il governo, la maggioranza della Camera, eleggere il Capo dello Stato, determinare la Corte costituzionale, il Csm… Insomma, diventerebbe padrone dell’Italia e degli italiani”. Il rischio annunciato dal leader di Forza Italia, dunque, è quello di una deriva autoritaria soprattutto se correlata all’astensionismo dilagante degli ultimi anni:”Quel 30% attribuito ai tre poli significa che il 15% degli aventi diritto, un italiano su sei, decide per tutti”.
Interviene ancora sul referendum costituzionale 4 dicembre 2016 il presidente del Consiglio Matteo Renzi. E lo fa al forum con la Stampa a Torino. Il premier, come riportato dall’agenzia di stampa Ansa, ha sottolineato ieri che “la scelta delle priorità per le riforme istituzionali e strutturali era obbligata e coerente con il dibattito degli ultimi trent’anni”. “Nella mia veste di scrofa ferita – ha aggiunto Renzi citando un appellativo usato nei suoi confronti nei giorni scorsi da Beppe Grillo – posso assicurare che da parte nostra negli ultimi sette giorni di campagna elettorale è interesse abbassare totalmente i toni dello scontro. E’ giusto ma abbiamo anche tutto da guadagnarci”. Sulla proposta di Berlusconi di un tavolo per la Costituente, Renzi ha dichiarato: “Va a giorni alterni, ora dice che vuole il tavolo con me il giorno dopo la vittoria del No. Ma al tavolo ci trova Grillo e D’Alema, non me”, ricordando che nel fronte del No ci sono “5 ex premier che per anni ci hanno detto riforme e non le hanno fatto,poi se gli italiani vogliono affidarsi a loro, prego si accomodino”.
Sul voto al referendum costituzionale 4 dicembre 2016 il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, è convinto che vincerà il Sì. Padoan, in un’intervista ieri a Skytg24, lo ha infatti dichiarato rispondendo alle ipotesi che lo vorrebbero premier in caso di vittoria del No: “Se vince il no, cosa che io non credo, spetterà al presidente della Repubblica stabilire i passi successivi”. Dunque il ministro Padoan ritiene “improbabile” un governo tecnico da lui guidato in caso di una risposta negativa al referendum costituzionale 4 dicembre 2016. E sul giudizio negativo dato dal settimanale inglese L’Economist sulla nostra riforma costituzionale e sull’invito agli italiani a votare no alla consultazione, Padoan ha affermato: “Sono in totale disaccordo con la posizione, sia sul giudizio sulla riforma sia sul ruolo di un governo tecnico. Serve un governo politico che continui a fare le riforme, cioè questo governo”.