Secondo i dati dei sondaggi politici di Tecnè pubblicati il 18 novembre, il referendum costituzionale avrà effetti positivi o negativi, ovviamente, a seconda delle valutazione dei fronti opposti ora in campagna elettorale. Ma secondo gli italiani, quali sono i due effetti più importantI? Stabilità dello Stato e rischi per la democrazia con troppi poteri al governo; questi due simboli dei due fronti Sì e No sono al centro dei sondaggi politici pubblicati appena prima il divieto per silenzio elettorale. E allora, stando alle rilevazioni di Tecnè, gli elettori sono convinti che la riforma Boschi se approvata avrà effetti positivi, con le istituzioni rese più stabili e certe nel governare rispetto a prima: il 36,7% la pensa così, in legger flessione rispetto ad inizio novembre. Il 42,4% è invece convinto che gli effetti del referendum, se vince il Sì, saranno negativi con troppi poteri al governo. Il 20,9% ancora non sa e questo rende sempre più incerto il voto del 4 dicembre prossimo: i sondaggi verranno confermati o smentiti?



Il voto del referendum costituzionale sarà sui contenuti della riforma o sul Governo Renzi? I sondaggi politici pre-divieto del 19 novembre scorso, raccontavano uno scenario alquanto altalenante, con alcuni istituti sondaggistici che esprimevano un a priorità del voto sul governo mentre altri riportano la maggior consapevolezza dei temi della riforma e quindi una volontà di esprimere un giudizio su questi punti e non prima ancora sulle politiche del governo Renzi a livello generale. Di questo secondo tipo il sondaggio sul referendum che vi proponiamo qui sotto: stando ai dati di Tecnè prodotti il 18 novembre 2016, per gli italiani il giudizio sulla riforma è al 67% la motivazione di base che li porterà al voto. Il 28.4% invece giudica il voto un’occasione di giudizio sul governo e le scelte politiche di Renzi in questi ultimi due anni e mezzo. Lo scenario dei sondaggi di Tecnè analizza anche la differenza tra chi vota Sì e chi No: il 78,9% appoggerà la riforma per i propri contenuti, e solo il 19,5% per promuover lil governo. Per chi invece voterà contro Renzi, il giudizio sul governo è scelto per il 35,5%, mentre la bocciatura della riforma viene scelta per il 58,9% delle preferenze.



Gli ultimi sondaggi sul referendum costituzionale prodotti e pubblicati prima del silenzio elettorale mostravano un dato singolare sul centrodestra italiano: se da un lato sia Forza Italia che Lega Nord sono tra gli strenui oppositori al Sì renziano e schierati per il No alla riforma Boschi, dall’altro gli elettori non sembravano così allineati con le scelte dei partiti. O almeno, gli elettori della Lega Nord nei sondaggi prodotti da Fabbrica Politica di Winpoll mostrano dura opposizione al Sì, votato solo dal’8% degli elettori, mentre il No trionfa con il 92% dei voti. Ma rispetto a Forza Italia gli elettori non sembrano del tutto convinti dal No di Berlusconi: il 39% dei votanti forzisti andranno sul Sì al referendum, confermando i sondaggi anche di ottobre, con il No davanti al 61%. Il centrodestra in termini di elettori riporta dunque l’attenzione tra le sfide di palazzo tra Salvini, Berlusconi e Meloni, con gli outsider Stefano Parisi e Giovanni Toti. La leadership è in mano a chi? Rispetto al referendum tutti si dicono per il No, ma poi nel segreto dell’urna…



Il referendum costituzionale e i sondaggi: ad una settimana secca dalle urne, prosegue il silenzio elettorale e il blocco di pubblicazione per i nuovi sondaggi sulla campagna elettorale. Come sempre in queste ultime settimane dopo il 19 novembre – giorno limite del blocco – proviamo ad osservare i sondaggi già pubblicati per capire la tendenza di queste ultime fasi di campagna paragonate con gli ultimi dati effettuati regolari. E allora si scopre che se da un lato lo scorso 13 novembre, con i sondaggi referendum di Fabbrica Politica per Winpoll, le intenzioni di voto vedevano il 55,5% per il No e il 44,5% per il Sì ora la tendenza pare andare verso un equilibrio da fotofinish, anche vedendo le intenzioni di voto sui partiti che non hanno visto cedimenti particolari del Pd o delle opposizioni più impegnate sul fronte del No. La situazione resta complessa, con l’affluenza politica di questi sondaggi che vedevano il dato di 56% e che potrebbe variare anche negli ultimi momenti prima del voto.(Niccolò Magnani)