Tra gli ultimi sondaggi politici sul referendum costituzionale pubblicati prima del divieto per il silenzio elettorale, quelli di Winpoll per Scenari Politici hanno mostrato come il Sì fosse in ritardo ma anche di rincorsa al blocco del No che al momento restava ancora in vantaggio. Gli ultimi giorni della campagna elettorale – domenica urne aperte – stanno mostrando come il Paese sia veramente “spaccato” in due rispetto al voto della riforma costituzionale. Il fronte renziano contro le opposizioni al governo, Sì vs No, cambiamento e critica di un cambiamento “fittizio”: tutto è contro e i dibattiti di questi ultimi giorni dimostrano come la battaglia sul referendum dovrebbe arrivare fino agli ultimi istanti del voto. Secondo i sondaggi pubblicati il 13 novembre scorso, il Sì era dato in leggero recupero con il 47,5% contro il 52,5% del fronte No, compatto per cercare di sconfiggere non solo la riforma Boschi ma anche l’intero governo Renzi.



Sui sondaggi pre-referendum costituzionale prodotti prima del divieto dello scorso 19 novembre, si scopre anche come vota l’Italia e con che fisionomia si muove la scelta sulla riforma Boschi da Nord fino a Sud. A pochi giorni dal voto quando la campagna elettorale prepara gli ultimi colpi d’artificio prima del voto di domenica, si scopre come i tour lungo le varie parti d’Italia dei principali partiti in campo (Renzi e il treno del M5s, per citare i più famosi) possano avere particolari collegamenti con gli ultimi sondaggi sulle aree di voto. Infatti, stando ai sondaggi politici di Tecnè del 15 novembre scorso, si scopre come il No al referendum corre e parecchio al Sud Italia e al Nord-Est: il 55% nel mezzogiorno voterebbe No, contro il 45% del Sì, mentre in Veneto e Friuli il Sì addirittura paga un 44% contro il 56% del No alla riforma della costituzione. Al Nord-Ovest troviamo invece l’area con maggior possibilità per il Sì, circa il 48%, anche se comunque il No resta in vantaggio, al 52%: rispetto alla prima parte di novembre il Centro Italia perde terreno sul Sì e lo fa guadagnare al No, con il 51% che batte il fronte renziano al 49%. I dati non sono certamente invariabili e muteranno fino al voto del 4 dicembre, ma questi sondaggi danno l’idea di una mancanza di voti un po’ in tutti i settori dell’Italia, con Renzi che prosegue la sua campagna elettorale su tutto lo Stivale anche se non sopratutto per questi motivi.



Il voto sul referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre ha visto alcuni sondaggi politici che hanno affrontato il tema della scelta definitiva tra Sì o No, tra il fronte renziano e le opposizioni nel Paese. Insomma, secondo i sondaggi pubblicati prima del divieto elettorale (ovvero prima del 18 novembre) gli italiani hanno già deciso con scelta definitiva il loro voto, quantomeno la maggioranza di loro va in questa direzione; secondo i sondaggi sul referendum pubblicati dall’Istituto Piepoli il 18 novembre scorso, la scelta è definitiva per il 72% degli italiani intervistati, mentre il 24% era indeciso fino a due settimane fa. Solo il 4% non ha saputo rispondere a questa domanda, ma il dato interessante è appunto quelli degli indecisi: un risultato ancora alto che sicuramente in queste due settimane si è assottigliato ma che non sarà di certo eliminato, visto la confusione sul merito della riforma e sulle eventuali conseguenze politiche di questa voto, ancora a pochi giorni dal referendum pressoché sconosciute. 



I sondaggi pre-referendum costituzionale pubblicati prima del divieto da silenzio elettorale (ovvero prima del 18 novembre scorso) mostrano una situazione certamente parziale per via da un lato della Campagna Elettorale che nel frattempo è continuata e per via anche della stessa situazione odierna prima di questo voto cruciale per il futuro politico italiano. La battaglia politica tra Sì e No andrà avanti fino all’attimo prima dell’apertura urne il prossimo 4 dicembre: ma siamo sicuri di non poter trarre un’indicazione interessante e approfondita con gli ultimi dati disponibili in termini di sondaggi? Dipende ovviamente dalle domande e dalle peculiari analisi sul voto: quella svolta da Istituto Piepoli per la Stampa (effettuati il 14 novembre e pubblicati il 18) ad esempio si adatta perfettamente per un’analisi tutt’ora valida, che riguarda la scelta dei vari elettori fedeli ai partiti italiani. Gli elettori del Pd, ad esempio, optano per il Sì all’87%, con un 13% anti-renziano che si conferma tale: le altre principali forze politiche danno tutti una maggioranza importante per il No, ma con dati curiosi su Forza Italia e soprattutto Lega Nord, la vera novità di questi sondaggi. Al referendum costituzionale infatti Sinistra Italiana e 5 Stelle si confermano a maggioranza per il No (Sì al 25% vs 75% per Vendola, 14% vs 86% per il movimento 5 Stelle), e anche il centrodestra con i propri elettori risponde a grande maggioranza per bocciare la riforma Boschi. Eppure colpisce il dato degli elettori della Lega: il 22% opta infatti ancora per il Sì, il 78% invece per il NO (Forza Italia vede 20% vs 80%): un tradimento di alcuni elettori anti-Salvini e Berlusconi, o più semplicemente una riforma che va “oltre” le consuete logiche di partito e maggioranze? Il 5 dicembre molto probabilmente lo scopriremo…