Le ultime intenzioni di voto sul referendum e i sondaggi politici elettorali di questo ultimo periodo intenso a livello di campagna elettorale vedono la riforma Boschi votata al momento positivamente per il 36,1% mentre il No resta ad un poco lontano 36,9%. Il vantaggio del No resta ma diminuito drasticamente con il quasi pareggio del Sì che spinge dopo anche gli ultimi accordi tra Pd e minoranza dem. Stando ai dati dei sondaggi forniti da Demopolis, oltre al duplice esito del voto, è stata rilevata anche l’affluenza dichiarata, al 52%, ancora molto bassa per un referendum che comunque non ha il vincolo del quorum. Ma sono gli indecisi la cifra ancora molto alta, il 27%, che a poche settimane dal voto ancora non riescono a trovare la scelta tra andare al voto o astenersi o addirittura tra un Sì o un No. I sondaggi mostrano anche la casistica “eliminando” i dati degli indecisi: e allora il Sì raggiunge il 49,5% mentre il No passa al 50,5%, come da tendenza nelle ultime settimane avanti rispetto alla riforma Renzi-Boschi.
Per quanto riguarda i sondaggi politici ed elettorali sulla situazione pre-referendum costituzionale un importante input arriva dai dati prodotti da Ipsos che illustrano il periodo immediatamente post-terremoto seconda ondata di questa fine ottobre e iniziò novembre. Alla domanda sulle Grandi Opere e le riforme come futuro immediato del Paese, i cittadini intervistati nel campione di sondaggi Ipsos ha illustrato una sorta di indecisione e divisione quasi spaccata a metà sui prossimi anni e sui prossimi provvedimenti di questo governo. Per il 46% le Grandi Opere rappresentanti un’occasione di sviluppo per il Paese, mentre per il 45% vi è il grande timore di possibili ripercussioni negative per opere e riforme, come del resto quella costituzionale prevederà qualora vincesse il Sì. «Sarebbe un’occasione di corruzione, ruberie e malaffare ogni prossima Grande opera, con il progetto per ricostruzione del terremoto», rispondono i cittadini interpellati.
Ci sono anche i sondaggi politici 2016, e non solo i sondaggi referendum 2016, tra le ultime rilevazioni degli istituti di ricerca. Secondo una rilevazione effettuata da Demos&Pi e Demetra per La Repubblica sulle intenzioni di voto degli italiani alle prossime elezioni si sarebbe ridotto il vantaggio del Movimento 5 Stelle sul Partito Democratico in caso di ballottaggio. In caso di scontro tra Pd e M5s sarebbe il movimento fondato da Beppe Grillo ad avere la meglio sul partito guidato dal premier Matteo Renzi ma con una percentuale inferiore rispetto alla stessa rilevazione di inizio settembre: il M5s prevarrebbe infatti con il 50.9% contro il 49.1% del Pd. Si tratta di un distacco di meno di due punti percentuali mentre due mesi fa era di oltre tre punti. Riguardo alle altre ipotesi di ballottaggi, secondo questi ultimi sondaggi politici 2016, tra Partito Democratico e Listone Centrodestra, sarebbe il primo a vincere con il 54.3% contro il 45.7% di una lista di centrodestra formata da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia. Nell’ultimo caso di ballottaggio, quello tra M5s e Listone Centrodestra, gli italiani sceglierebbero il primo con il 56.0% contro il 44.0%.