Secondo il sondaggio condotto dall’Istituto Demopolis, il vantaggio del No sul Sì in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre è di due punti percentuali: i favorevoli alla riforma della Costituzione sono al 36%, mentre i contrari sono poco più del 38%. L’indagine effettuata dall’istituto diretto da Pietro Vento su un campione stratificato di 1.200 intervistati fornisce anche la stima della “forbice”: il Sì oscilla tra il 45 e 52%, il No invece tra il 48 e 55%. “Il trend tracciato negli ultimi mesi conferma ampiamente l’incertezza e la fluidità di un voto che appare sempre più condizionato dalla polarizzazione sulla figura di Matteo Renzi”, sostiene il direttore di Demopolis. Dall’analisi, però, emerga anche la spaccatura dell’opinione pubblica: secondo la fotografia scattata dal sondaggio in questione il No è, dunque, solo in leggero vantaggio. L’affluenza, invece, è in lieve crescita: è al 54%, ma il 26% degli elettori non sa ancora come votare.



Resta serrata la gara tra il fronte del “sì” e quello del “no” in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre: sono altalenanti, infatti, i sondaggi. Secondo quello realizzato da Ixè il Sì è in risalita: pare che sia salito di un punto, mentre il No è sceso di un altro punto, quindi i due schieramenti restano divisi da un solo punto percentuale. Il Sì è allora al 38%, mentre il No è al 39%. Ad incidere sarebbero gli elettori degli altri partiti. Ci si può aspettare di tutto, dunque, al referendum costituzionale, che potrebbe rivelarsi più trasversale di quello che si pensa. In aumento comunque anche la percentuale relativa alla partecipazione degli italiani al referendum costituzionale: è cresciuta del 2%, per cui ora è al 58%. Diminuiscono, dunque, gli indecisi, ma non tra gli elettori del Partito Democratico: solo il 68% è certo di votare, mentre la percentuale sulla partecipazione sta aumentando tra gli elettori di Forza Italia, che fanno registrare il +7%.



I sondaggi ad un mese dal referendum costituzionale mostrano gli ultimi dettagli politici ed elettorali e le novità sono numerose nelle rilevazioni di Emg Acqua per La7: per prima cosa c’è un nuovo primo partito in Italia, stando a questi sondaggi, con il primo turno addirittura conquistato dal Movimento 5 Stelle che rosicchia ancora vantaggio sul Pd, attraversato ancora dalla forte fronda interna scatenata proprio dalla campagna elettorale per il referendum. Ma non è l’unico sorpasso significativo, dato che anche in casa centrodestra la lega vede una caduta libera che fa risalire Forza Italia, con Parisi e Berlusconi che per ora “funzionano” e macinano qualche punticino, ancora con un ritardo però abissale dai primi due partiti in Italia. I dati del sondaggi mostrano M5s al 31,2%, con a ruota il Pd al 30,6% delle preferenze per un eventuale elezione politica nazionale. Al terzo posto troviamo Forza Italia con il 12% di preferenze, seguita dalla Lega Nord al 11,4%: terza costola del centrodestra, Fratelli d’Italia, resta ad un basso 4% sopra a Sinistra Italia che invece scende al 3,8%. Area Popolare chiude con il 3,5%, ma i veri risultati improntati sono dagli indecisi, che cala al 15,4% e pure l’astensione, data in leggero calo fino al 36,8%.



La decisione del governo di lanciare la politica su referendum e emergenza terremoto è ripagata nei sondaggi politici elettorali con il Pd che nelle ultime settimane, nonostante le fratture interne con la minoranza dem contro Renzi, ha guadagnato qualche punto percentuale. Ma sono gli stessi italiani che però nei sondaggi risultano massimamente richiedenti di interventi a livello strutturale, sia per la riforma costituzionale e sia soprattutto per l’emergenza terremoto di questi ultimi mesi: stando ai dati di Ipsos, sono il 57% degli italiani intervistati che affermano di sentirsi sicuri nella zona in cui vivono, ma ben il 39% teme scosse sismiche i vario grado nelle proprie città o paesi. Stando a queste indicazioni è la totale mancanza di prevenzione il problema n°1 per il campione intervistato da Ipsos: il 52% ritiene che la prevenzione sia il problema da affrontare immediatamente, mentre il 37% ritiene che l’intensità del terremoto e la ripetizione delle scosse sia un fatto non prevedibile. Un’ultima indicazione data dai cittadini va in tendenza positiva del Governo, accordando la scelta di Errani e Renzi nel voler ricostruire i paesi di ricostruire com’erano e dov’erano (al 58%), mentre il 34% crede sia più realistico pensare ad uno spostamento, come a L’Aquila.